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Orto botanico di Catania

Orto botanico di Catania

L’orto botanico di Catania è un giardino botanico diretto dal Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania che fu istituito da Francesco Tornabene Roccaforte nel 1858.
L’orto botanico è un’istituzione membro del Botanic Gardens Conservation International, con il codice d’identificazione internazionale CAT.

Storia –
La fondazione dell’orto botanico di Catania si deve al monaco bibliotecario benedettino Francesco Tornabene Roccaforte che, nominato titolare della cattedra di Botanica nel 1843, ottenne dalla Deputazione della Regia Università di Catania, un terreno da destinare a tale scopo, dalla precedente proprietà di Carmine Ferlito. All’opera di realizzazione collaborarono sia il futuro rettore Carlo Gemmellaro sia Lorenzo Maddem, al quale dal 1845 vennero affidate le problematiche tecniche.
L’orto botanico universitario, su progetto dell’architetto Mario Di Stefano, venne inaugurato nel 1858 ed oggi si estende su una superficie di circa 16.000 m² a 75 m s.l.m., su suoli in parte di origine vulcanica (lave di epoca romana) e in parte alluvionali.
Dopo la fondazione nel 1862 furono collocate le prime piante, provenienti da altri Orti Botanici, in particolare da Svezia, Francia e Italia (Napoli e Palermo).
Nel 1865, grazie al lascito del catanese Mario Coltraro, l’Orto fu ampliato con una nuova area destinata, come espressamente voluto dal donatore, alla coltivazione delle specie della flora spontanea siciliana. Da allora non è stata possibile alcuna ulteriore espansione a causa del rapido sviluppo della città.
Al Tornabene successero Pasquale Baccarini, in carica dal 1892 al 1900, Giuseppe Lopriore, dal 1900 al 1901 e nel 1901 Fridiano Cavara.
Quest’ultimo si distinse per un’attività scientifica vivace e varia, dedicandosi, tra l’altro, a ricerche floristiche e micologiche, ma soprattutto tentò l’esperienza di acclimatare sull’Etna piante alpine. A tale scopo creò, nei pressi della casa cantoniera, a 1880 m s.l.m., un Giardino Botanico Alpino che chiamò “Gussonea”.
Luigi Buscalioni, noto in Italia e all’estero per la sua produzione scientifica nei più diversi campi della Botanica, diresse l’Orto dal 1906 al 1923, adoperandosi per l’ampliamento dell’Istituto con la creazione di nuovi locali per la biblioteca e i laboratori. Strutture che da un punto di vista architettonico, si rivelarono molto modeste in confronto al classico edificio voluto dal Tornabene. Egli cercò, inoltre, di realizzare nell’Orto l’ordinamento sistematico secondo Engler, ma le sostanziali modifiche apportate, se permisero un’organizzazione più razionale, comportarono però la distruzione di esemplari arborei di indubbio pregio.
I successivi direttori, noti studiosi in campo botanico come Emilio Chiovenda, Albina Messeri e Roberto Corti, non apportarono sostanziali cambiamenti all’Orto.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale assunse la direzione Gaetano Rodio.
Purtroppo i danni causati dai bombardamenti, l’occupazione dell’Istituto da parte delle truppe alleate e le difficoltà postbelliche determinarono la decadenza dell’Orto.
Nel 1958, per i gravi danni subiti, il direttore Valerio Giacomini fece demolire la grande serra Tepidario voluta dal Tornabene.
Oggi l’Orto Botanico, all’interno dell’originaria struttura ottocentesca, è tornato ad essere luogo di notevole interesse culturale storico, scientifico e didattico.

Descrizione –
L’area dell’orto botanico di Catania è suddivisa in Hortus Generalis (13.000 m²), caratterizzato dalla presenza di piante esotiche, ed Hortus Siculus (3000 m²), destinato alla coltivazione di specie spontanee siciliane.
L’Hortus Generalis, in stile formale o all’italiana, è diviso da viali ortogonali in ventidue settori geometrici delimitati da larghi gradini in pietra calcarea da taglio; la regolarità delle forme è accentuata dalla presenza di tre vasche circolari, utilizzate per la coltivazione delle piante acquatiche.
L’edificio monumentale è stato realizzato in stile neoclassico dall’architetto Di Stefano con eleganti colonne ioniche e soffitti a cassettoni. Alle rigorose linee architettoniche fanno da contrappunto due maestose Dracaena draco, comunemente note come albero del drago. Nell’Hortus Generalis si possono inoltre ammirare la ricca collezione di palme e l’affascinante settore delle piante succulente.
Il Tepidarium (grande serra) custodisce oggi oltre 160 specie vegetali tra piante ornamentali e di interesse alimentare come quella del caffè e della papaia. La vasca centrale ospita le delicate ninfee. La grande serra, voluta dallo stesso Tornabene, fu realizzata in ferro e cristalli ad imitazione della Serra Carolina dell’orto botanico di Palermo. All’indomani della seconda guerra mondiale venne demolita (1958) a causa dei forti danni subiti durante i bombardamenti. È stata recentemente ricostruita, con la medesima struttura architettonica dell’originaria e inaugurata nel 2008. In prossimità del Tepidario si trovano due piccole serre destinate alla coltivazione delle piante succulente.
L’Hortus Siculus, con la sua collezione di piante spontanee dell’isola, rappresenta un’oasi di tutela e conservazione di specie rare e a rischio di estinzione come la Zelkova sicula. In aree diversificate sono stati riprodotti alcuni ambienti tipici mediterranei (ambiente dunale, roccaglie, ambienti umidi, bosco, macchia) che ripropongono in piccola scala il paesaggio siciliano. Fu realizzato nel 1865, grazie al lascito del catanese Mario Coltraro, che espresse la volontà di adibire l’area donata per la coltivazione delle specie della flora spontanea isolana. Da allora non è stata possibile alcuna ulteriore espansione del giardino scientifico a causa del rapido sviluppo della città.

Strutture e Collezioni –
L’Orto Botanico di Catania si estende su una superficie di circa 16.000 mq ed è posto a 75 m s.l.m., su suoli in parte di origine vulcanica (lave di epoca romana) e in parte alluvionali; il clima è termomediterraneo subumido (con precipitazioni medie annue di 732 mm e temperatura media annua 18 C).
La più ricca delle collezioni dell’Orto Botanico di Catania è certamente la collezione delle piante succulente, che raccoglie circa 2.000 specie, prevalentemente Cactacee, Euforbiacee, Aizoacee, per la maggior parte coltivate all’aperto.
Per le loro originali forme e strutture le succulente rappresentano una delle attrattive di maggior pregio sia dal punto di vista didattico che ornamentale. Fu lo stesso Tornabene che diede vita alla collezione, successivamente arricchita, nel 1963, da 4.000 nuovi esemplari e ancora dalla acquisizione della collezione “Concetto Di Stefano” e nel 1982 dalla donazione del dott. Cesare Gasperini.
Le principali collezioni dell’orto sono possono dividersi secondo la seguente classificazione:
Piante succulente – La collezione, creata da Tornabene, comprende oltre 2.000 specie, principalmente Cactaceae, Euphorbiaceae e Aizoaceae. Di particolare interesse sono Astrophytum capricorne, Blossfeldia liliputana, Cereus spp., Echinocactus grusonii, Leuchtenbergia principis, Lophophora williamsii, Mammillaria herrerae, Mammillaria schiedeana, Mammillaria theresae, Melocatus jansenianus, Roseocactus fissuratus, e Toumeya papyracantha, ma anche Euphorbia abyssinica, Euphorbia candelabrum, Euphorbia trigona, Euphorbia caerulescens, Euphorbia resinifera, Caralluma europaea, Crassula brevifolia, Crassula falcata e Stapelia spp.
Palme – Comprende circa 50 specie dei generi Arecastrum, Arykuryroba, Butia, Chamaedorea, Chamaerops, Erithea, Howea, Livistona, Phoenix, Sabal, Trithrinax, Trachycarpus, Washingtonia. Di particolare interesse Arecastrum romanzoffianum, Butia eriospatha, Brahea dulcis, Dypsis onilahensis, Jubaea chilensis, Medemia argun, Rhopalostylis sapida, Pritchardia hillebreii, Sabal acauli, Trithrinax campestris, Trithrinax brasiliensis, Wallichia densiflora e Washingtonia robusta.
Endemismi siculi – Numerose specie tra le quali Abies nebrodensis, Anthemis ismelia, Brassica spp., Celtis aetnensis, Centaurea tauromenitana, Cremnophyton lanfrancoi, Darniella melitensis, Paleocyanus crassifolius, Salix gussonei, Scilla cupani, Scilla dimartinoi, Scilla sicula, Senecio ambiguus e Zelkova sicula.
Alberi e arbusti – Bupleurum fruticosum, Ceratonia siliqua, Chamaerops humilis, Cistus creticus, Dracaena draco, Erica multiflora, Fontanesia phillyraeoides, Myrtus communis, Quercus ilex, Phillyrea angustifolia, Pinus pinea, Pistacia lentiscus, Populus alba, Ulmus canescens e Vitex agnus-castus.
Specie esotiche – Agathis australis, Agave americana, Ceratozamia mexicana, Eriobotrya japonica, Macrozamia moorei, Morus alba e Prunus armeniaca.

Guido Bissanti




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