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Closterotomus trivialis

Closterotomus trivialis

Il miride dell’olivo (Closterotomus trivialis A. Costa , 1853) è un piccolo insetto appartenente alla famiglia dei Miridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Exopterygota,
Subcoorte Neoptera,
Superordine Paraneoptera,
Sezione Rhynchotoidea,
Ordine Rhynchota,
Sottordine Heteroptera,
Infraordine Cimicomorpha,
Superfamiglia Miroidea,
Famiglia Miridae,
Sottofamiglia Mirinae,
Genere Closterotomus
Specie C. trivialis.
È sinonimo il termine:
– Calocoris trivialis (A. Costa, 1853).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Closterotomus trivialis è un insetto con una diffusione europea. È diffuso principalmente in Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Jugoslavia .

Morfologia –
Il Closterotomus trivialis è un insetto che può raggiungere una lunghezza di 6,6–7,9 mm
Presenta u corpo di colore abbastanza variabile. Nelle femmine il corpo è generalmente di colore giallo e verde, con una testa giallo-verde. I maschi possono essere di colore rosso e nero.
Il pronoto di solito mostra due punti neri centrali e due laterali.

Attitudine e Ciclo biologico –
Il Closterotomus trivialis è stato segnalato nel bacino del Mediterraneo con presenza di infestazioni che possono arrecare anche gravi danni a colture di ulivi e agrumi.
L’insetto compie una sola generazione annuale (univoltina) sugli agrumi e sverna allo stadio uovo nelle fessure della corteccia.
Le femmine depongono le uova alla fine della primavera.
Le uova si schiudono nel periodo che va dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera e le larve si nutrono delle specie erbacee del sottobosco, principalmente delle specie Urtica e Parietaria officinalis; le Urticaceae sono i principali ospiti.
Gli adulti si nutrono invece di gemme e spesso dei giovani fiori di olivo.

Ruolo Ecologico –
Il Closterotomus trivialis compie la sua attività trofica pungendo le gemme e i fiori delle piante di olivo causando così il disseccamento e la colatura.
Sulle piante di agrumi le punture dell’insetto portano all’emissione da parte degli organi colpiti, di gomma, ingiallimento e colatura dei fiori, disseccamento dell’apice dei germogli e il manifestarsi di piccole necrosi e deformazioni a carico del lembo fogliare.
Sulle piante di pero l’attacco si manifesta con litiasi a carico dei frutti, cioè con formazione di agglomerati dalla consistenza pietrosa all’interno della polpa, deprezzandone così il frutto.
Gli interventi di contenimento di questo insetto, come per altri miridi, deve essere di tipo agronomico e biologico in quanto gli insetticidi vanno ad interferire con l’entomofauna utile e con mammiferi o uccelli.
Bisogna evitare la coltivazione nelle interfile di colture particolarmente appetibili per i miridi, in particolar modo di piante di patata e fagiolino. Si deve, inoltre, mettere in atto un corretto controllo delle erbe infestanti all’interno del frutteto.
Si consiglia di non creare parcelle eccessivamente specializzate di olivo o agrumi, adottando tecniche di agroecologia, con l’inserimento di altri fruttiferi.
Bisogna evitare, altresì, lo sfalcio delle infestanti onde non causare la dispersione dell’insetto nei frutteti.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.




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