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Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, identificato con i codici WDPA 32671 e EUAP 0002, è un’area naturale protetta a tutela e protezione del massiccio montuoso omonimo e che si estende tra le regioni di Marche e Umbria. Il Parco si estende su quattro province: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia.
I Monti Sibillini sono una catena montuosa che si erge nel cuore dell’Italia fino a raggiungere, con il M. Vettore i 2.476 m. È qui, nel regno della mitica Sibilla che nel 1993 è nato il Parco Nazionale Monti Sibillini (71.437 Ha) con lo scopo di salvaguardare l’ambiente, promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile e favorire la fruizione ad ogni categoria di persone sì da creare un “Parco per tutti”. Lupo, aquila reale, falco pellegrino e numerose specie endemiche sono i segni più evidenti di una diversità e di una ricchezza biologica che, unitamente al fascino delle abbazie e dei centri storici medioevali, disseminati a guisa di corona alle falde del gruppo montuoso, hanno contribuito a determinare un mondo antico e suggestivo dove il tempo sembra, ancora oggi, essersi fermato per rendere omaggio a una realtà di così straordinaria bellezza.
All’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini il paesaggio predominante è quello del massiccio calcareo della catena degli Appennini, che in questa zona funge da tramite tra le forme più morbide dell’Appennino tosco-romagnolo e le massime altezze abruzzesi, assumendo tratti anche severi e scoscesi.
Il paesaggio di questo Parco, originandosi dall’asse principale della dorsale appenninica, degrada sui versanti orientale ed occidentale. Il primo è caratterizzato da una grande varietà di paesaggi e ambienti naturali. I fondovalle dei fiumi e dei torrenti si articolano in gole strette e impressionanti (come le suggestive Gole dell’Infernaccio), create dalle attività telluriche e dall’erosione. Più in alto numerosi boschi (soprattutto faggete) si cingono a corona delle valli appenniniche con prevalente andamento nord-sud. Il versante occidentale degrada dolcemente verso l’Umbria con una serie successiva di depressioni ad alta quota, i famosi Piani di Castelluccio.
I Comuni che ricadono all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini sono:
– Provincia di Macerata: Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Pieve Torina, San Ginesio, Ussita, Valfornace, Visso;
– Provincia di Ascoli Piceno: Arquata del Tronto, Montegallo, Montemonaco;
– Provincia di Fermo: Amandola, Montefortino;
– Provincia di Perugia: Norcia, Preci.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini mantiene tutt’oggi una elevata naturalità testimoniata dalla presenza di una flora ed una fauna in buono stato di salvaguardia.

Flora –
In quest’area la vegetazione tende a cambiare man mano che ci si sposta dallo zoccolo basale dei Sibillini, posto ad un’altitudine media di 500 m, alle cime più elevate. Fino a circa 1000 m predomina infatti il bosco di roverella, carpino nero e orniello, quindi la faggeta, prima mista e poi pura. Oggi però il limite della vegetazione forestale risulta essere intorno ai 1700-1750 m, ovvero circa 100 m inferiore a quello originario; ciò a causa dei tagli, effettuati in passato, per favorire lo sviluppo delle aree pascolive. Al di sopra del limite potenziale del bosco si sviluppano invece i pascoli primari o naturali dove si possono rinvenire specie assai rare e pregiate.
Fra esse ricordiamo il genepì dell’Appennino (Artemisia petrosa ssp. eriantha), la stella alpina dell’Appennino (Leontopodium alpinum ssp. nivale) ed inoltre Viola eugeniae, Anemone millefoliata, Gentiana dinarica, Dryas octopetala; nei ghiaioni e nelle zone detritiche è inoltre possibile rinvenire Drypis spinosa ssp. spinosa, Isatis allionii, Linaria alpina, Robertia taraxacoides, ecc. Rilevante è anche la presenza di Ephedra nebrodensis nella Valnerina e di Carex disticha che, nel Pian Grande, ha una delle sue due uniche stazioni italiane.

Fauna –
Anche la fauna è molto interessante. In particolare, fra i mammiferi va ricordato il lupo, l’elusivo gatto selvatico, l’istrice, che diffusosi solo da qualche decennio, occupa le zone più termofile e il capriolo. Grazie a specifici progetti di reintroduzione oggi nel Parco sono tornati a vivere il cervo e il camoscio appenninico. Fra gli uccelli sono invece da ricordare l’aquila reale, che dall’istituzione del parco ha iniziato a nidificare anche in zone abbandonate da anni, l’astore e lo sparviero, tipici abitatori dell’ambiente boschivo e il falcone pellegrino. Fra gli strigiformi è invece presente il gufo reale, mentre fra i galliformi, la coturnice meridionale. Frequenti sono anche il gracchio alpino e quello corallino. Interessante è inoltre la presenza del piviere tortolino, del codirossone, del sordone, del fringuello alpino e del picchio muraiolo. Fra i rettili è particolarmente interessante la presenza della vipera di Orsini che sui M. Sibillini raggiunge il limite settentrionale di diffusione in Italia. Quanto agli invertebrati ricordiamo il chirocefalo del Marchesoni, endemico del lago di Pilato.

Guido Bissanti




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