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Jacobaea maritima

Jacobaea maritima

La Cineraria o Senecione cinerario costiero (Jacobaea maritima (L.) Pelser & Meijden, 2005) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Asteracee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Senecioneae, Sottotribù Senecioninae e quindi al Genere Jacobaea ed alla Specie J. Maritima.
Sono sinonimi i termini: Othonna maritima L., Cineraria maritima (L.) L., Senecio maritimus (L.) Rchb., Senecio cineraria DC. e Senecio gibbosus subsp. cineraria (DC.) Peruzzi & al..

Etimologia –
Il termine Jacobaea proviene da Jacob Giacobbe, dall’ebraico Ya’aqôbh), uno dei patriarchi a cui il genere sarebbe stato dedicato. Per altri deriverebbe da Giacomo e il genere sarebbe stato dedicato a San Giacomo apostolo. L’epiteto specifico maritima è derivato dal latino mare mare: marittimo, marino, che cresce cioè vicino al mare.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cineraria è una specie diffusa in tutta l’Europa meridionale, in Nord Africa e in Turchia, in corrispondenza dell’areale dell’olivo ed è naturalizzata nell’America del Nord. In Italia la si trova nelle aree costiere tirreniche e sulle isole maggiori. Il suo habitat è quello dei costoni rocciosi in prossimità del mare e si trova facilmente anche su pietraie e muretti e, talvolta, anche lontano dal mare tra 0 e 300 metri.

Descrizione –
La Jacobaea maritima è una specie erbacea suffruticosa, sempreverde, alta dai 30 ai 100 cm, con fusti eretti, robusti, bianco-tomentosi, ramosi. Le foglie sono pennatosette con lamina divisa in segmenti sottili (lineari o lanceolati), distanziati fra loro e con una parte centrale indivisa larga pochi mm; queste sono leggermente carnose, di colore bianco-tomentose sotto e cenerine sopra; le inferiori sono a contorno triangolare con 4-5 paia di lacinie laterali lineari o lanceolate e segmento apicale lobato o partito; le foglie superiori sono simili, ma minori.
I fiori sono di colore giallo luminoso raccolti in corimbi ricchi, relativamente piccoli, spesso accompagnati da rami laterali più brevi; sono caratterizzati da capolini con fiori tubulosi centrali e fiori ligulati periferici raggianti in un’unica serie, tutti ermafroditi, con diametro complessivo di 12 mm, ad involucro inizialmente conico-emisferico, poi cilindrico con diametro di 5-6 mm; squame dell’involucro tomentose e biancastre, le interne (13) di 7 mm, le esterne (1-3) nulle o minutissime.
I frutti sono degli acheni striati, minutamente pubescenti o glabri, con pappo di setole bianche, caduche.
L’antesi è nel periodo tra maggio ed agosto.

Coltivazione –
La Cineraria è una pianta che necessita di un’esposizione in pieno sole, predilige i terreni ben drenati, sabbiosi o a scheletro prevalente (pietrosi). La pianta tollera bene la siccità e la salinità, sia del terreno che per aerosol marino. Di questa specie esistono molte cultivar utilizzate a scopo ornamentale, esse sono selezionate in base al colore e alla dimensione di foglie e fiori. Nei climi rigidi può essere coltivata come pianta annuale, rinnovando la coltura con la semina o eseguendo talee erbacee. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
La cineraria, come detto, è un piccolo arbusto che è diffuso, allo stato spontaneo, lungo le coste del Mediterraneo, che si articola in numerose entità tassonomicamente distinte tra loro. Viene spesso usata come pianta ornamentale per le splendide fioriture, il fogliame dalle sfumature argentine e perché frugale e resistente.
La pianta contiene senecionina, un alcaloide fortemente tossico.
Alla Jacobaea maritima venivano attribuite, soprattutto in passato, spiccate proprietà decongestionanti e antinfiammatorie; effettivamente risulta efficace per curare le infiammazioni degli occhi, ma data la delicatezza e la sensibilità di queste parti, va usata con estrema cautela e su prescrizione medica, onde evitare qualsiasi rischio ed inconveniente. Attualmente l’utilizzo è fortemente sconsigliato, proprio perché contiene, come tutte le specie del genere, la senecionina.

Modalità di Preparazione –
Pur se efficace come decongestionante ed antinfiammatoria se ne sconsigliano le preparazioni casalinghe per la presenza della senecionina che è un alcaloide fortemente tossico. L’unico utilizzo più pratico è quello come specie di copertura dei giardini aridi, in aiuole, per bordure e su muretti e roccaglie, sia da sola, sia in abbinamento con erbacee che fioriscano in tinte squillanti.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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