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Come combattere il Fleotribo in maniera biologica

Come combattere il Fleotribo in maniera biologica

Il Fleotribo (Phloeotribus scarabaeoides Bern 1788) è un piccolo coleottero della famiglia Curculionidae che a volte può essere parassita di colture quali Frassino, Lillà ma può colpire in particolar modo l’olivo. Il contenimento del Fleotribo, e le tecniche di lotta biologica, partono da considerazioni di natura ecologica e quindi anche dalla conoscenza del ciclo biologico di questo insetto, delle sue abitudini fisiologiche e dai rapporti che stabilisce nel microecosistema. In questa scheda vedremo come combattere il Fleotribo in maniera biologica o, per lo meno, come contenerlo entro limiti tollerabili alla coltivazione dell’olivo. Il Phloeotribus scarabaeoides è un insetto presente soprattutto sull’Olivo e più raramente sugli altri ospiti indicati. L’adulto del Fleotribo, di circa 2 mm di lunghezza, è caratterizzato da un corpo compatto, nero e con la parte distale delle elitre che può essere bruno-rossiccia.

La larva del Fleotribo è invece apoda con un corpo bianchiccio, arcuato e carnoso.
I maggiori danni sono provocati dagli adulti di questo insetto, che è xilofago e scava gallerie alle ascelle dei rametti. Per questo motivo questi si sviluppano stentatamente, producendo meno frutti e con frequenti disseccamenti. A questi danni si possono poi sommare, soprattutto nelle piante più deperite, quelli dovuti alle gallerie scavate da questo insetto per la riproduzione. Le gallerie così scavate sono inoltre rifugio invernale e luogo di ovideposizione del Tripide dell’Olivo (Liothrips oleae). Il Fleotribo sverna dentro le stesse gallerie scavate sia come adulto (più raramente nella forma larvale) per poi fuoriuscire in primavera scavando le gallerie di alimentazione, all’ascella dei rami, che vengono successivamente abbandonate dagli adulti che si trasferiscono sui rami deperiti o sui cascami delle potature, per la fase di riproduzione. In questa fase le femmine praticano un foro attraverso la corteccia (tra la scorza e l’alburno) e scavano due gallerie trasversali in cui vengono deposte le uova. Da queste fuoriescono le larve che scavano a loro volta una galleria perpendicolare a quella materna. Dopo circa 45 giorni le larve diventano mature e si impupano. Così gli adulti, che sfarfallano bucano la corteccia fuoriuscendo tra maggio e giugno. Si possono avere altre due o tre generazioni con sfarfallamenti in agosto ed in autunno (generazione svernante).
Per la lotta contro il Fleotribo si attuano tecniche di tipo agronomico cercando di ridurre il potenziale di infestazione. Fondamentalmente la lotta biologica al Fleotribo consiste nell’eliminazione dei rami colpiti che vengono bruciati e nell’utilizzazione di “rami esca” che consistono nei residui della potatura lasciati nell’oliveto per attirare le femmine durante l’ovideposizione e bruciati successivamente entro la prima metà di maggio prima dello sfarfallamento degli adulti.
Un altro consiglio importante, per contenere la proliferazione di questo insetto, è quello di diminuire le concimazioni azotate (soprattutto nitrati) in piante che tendono a vegetare eccessivamente in quanto la presenza di rami eccessivamente teneri favorisce la fase di nutrizione e successivamente di riproduzione.




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