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Protocollo di Kyoto

Protocollo di Kyoto

Il Protocollo di Kyoto è un protocollo della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC o FCCC), volti a combattere il riscaldamento globale. L’UNFCCC è un trattato ambientale internazionale con l’obiettivo di raggiungere la “stabilizzazione delle concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera a un livello tale da prevenire pericolose interferenze antropogeniche con il sistema climatico”.

Il protocollo è stato inizialmente adottato l’11 dicembre 1997 a Kyoto, in Giappone, ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. A partire da settembre 2011, 191 Stati hanno firmato e ratificato il protocollo. L’unico che non ha ratificato il protocollo sono gli Stati Uniti. Altri stati devono ancora ratificare Kyoto: Afghanistan, Andorra e in Sud Sudan, Somalia, hanno ratificato dopo il protocollo e cioè il 26 luglio 2010. Nel 2011; il Canada ha dichiarato la sua intenzione di ritirarsi dal trattato di Kyoto.

Ai sensi del protocollo, 37 paesi si impegnano ad una riduzione di quattro gas a effetto serra (GHG) (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, l’esafluoruro di zolfo) e due gruppi di gas (idrofluorocarburi e perfluorocarburi) da loro prodotti e tutti i paesi membri hanno impegni generali. Alle trattative, i paesi dell’allegato I (compresi gli Stati Uniti) hanno accettato di ridurre collettivamente le loro emissioni di gas serra del 5,2% in media per il periodo 2008-2012. Questa riduzione è relativa alla loro emissioni annue di un anno di riferimento, di solito il 1990. Dal momento che gli Stati Uniti non hanno ratificato il trattato, la riduzione di emissioni collettive di cui all’allegato I del Protocollo di Kyoto scende dal 5,2% al 4,2% rispetto all’anno di riferimento.

I limiti di emissione non comprendono le emissioni da trasporti aerei e marittimi, ma sono in aggiunta al gas industriali, clorofluorocarburi, o CFC, che sono trattati nell’ambito del Protocollo di Montreal del 1987 sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono.

Il riferimento ai livelli del 1990 le emissioni accettate dalla Conferenza delle Parti della UNFCCC (decisione 2/CP.3) sono stati i valori di “potenziale di riscaldamento globale” calcolati secondo il rapporto dell’IPCC. Questi valori sono utilizzati per convertire le varie emissioni di gas serra paragonabili in CO2 equivalenti (CO2-eq) secondo il calcolo complessivo delle fonti.

Il protocollo consente diversi “meccanismi flessibili”, come lo scambio di emissioni, il meccanismo di sviluppo pulito (CDM) e l’attuazione congiunta per consentire, secondo l’allegato I, ai paesi al fine di soddisfare le loro limitazioni delle emissioni di gas serra con l’acquisto di crediti di riduzione delle emissioni di gas serra da altrove, attraverso scambi finanziari, progetti che riducono le emissioni in paesi non compresi nell’allegato I, da altri paesi allegato I, ovvero all’allegato I dei paesi con quote in eccesso.

Ogni paese dell’allegato I è tenuto a presentare una relazione annuale degli inventari delle emissioni antropogeniche di gas serra provenienti da fonti e degli assorbimenti dovuti secondo quanto prevede la convenzione UNFCCC del protocollo di Kyoto. Questi paesi devono nominare una persona (detta “autorità nazionale designata”) al fine di gestire il proprio inventario dei gas serra. Per tutti i prodotti non compresi nell’allegato I i paesi hanno anche stabilito l’autorità nazionale designata per gestire i suoi impegni di Kyoto; in particolare il “processo CDM”, che determina quali progetti di gas a effetto serra che intendono proporre per l’accreditamento dal CDM Executive Board.

Guido Bissanti




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