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Grano di Importazione: le sue tossine e quelle della Politica

Grano di Importazione: le sue tossine e quelle della Politica

L’importazione di alcuni prodotti agricoli è di per se un non senso per un Paese, come l’Italia, che ha tutte le caratteristiche climatiche, pedologiche ed agronomiche per produrli al meglio.
È il caso del grano di importazione su cui la politica agricola italiana non è soltanto carente ma fuorviante.
È noto che da tempo, movimenti agricoli, rappresentanti di categoria dei produttori e dei consumatori hanno posto all’attenzione delle istituzioni nazionali e internazionali questo problema, senza aver sortito praticamente nulla, a livello politico, per valorizzare (e quindi difendere) la qualità del grano prodotto soprattutto nel Sud Italia e la salute dei cittadini.
Spesso i grani provenienti da altri Paesi contengono, in diverse quantità, micotossine e diserbanti come il glisofato, quasi bandito dai paesi dell’UE.

 

Oggi parleremo della micotossina DON (Deossinivalenolo metabolita).
Manca una regolamentazione nazionale che disponga dell’eliminazione (e quindi distruzione) delle partite che presentino questa molecola.
Tale pericolo alimentare è maggiore in Italia in quanto consumiamo circa 27 chili di pasta pro capite l’anno, mentre il consumo medio in Europa è fissato in 5/6 chili di pasta l’anno.
La dose giornaliera di consumo (TDI) di alimenti contenenti DON Micotossine è fissata in 1 ppb (microgrammo/chilogrammo) per ogni chilo di peso corporeo. I consumatori italiani di pasta risultano quindi più esposti ai rischi di intossicazione alimentare da Micotossine, in quanto ovviamente assumono più pasta nella loro dieta.
Per questo motivo e per salvaguardare la salute degli italiani bisognerebbe  abbassare di fatto i limiti ad un quinto di quelli previsti dall’attuale normativa europea; ma è evidente che la presenza di tracce di questa tossina non dovrebbero essere presente in alcun alimento della nostra dieta.
Per quanto riguarda poi il glifosato, a suo carico è stata dimostrata la correlazione tra utilizzo e incremento della celiachia. L’UE attualmente vieta l’uso del diserbante seccatutto Glisofato in prossimità della raccolta ma non è un obbligo che riguarda il Grano prodotto all’estero, in particolare dai paesi che ne fanno largo uso come il Canada.
Ma concentriamoci sul deossinivalenolo (o DON o vomitossina), tossina presente in varie proporzioni soprattutto nei grani di importazione (ma anche in orzo e masi). Questa è una micotossina appartenente al gruppo dei tricoteceni prodotta da alcune specie di Fusarium (quali F. graminearum, F. culmorum, ecc.).
Questa molecola è caratterizzata, come gli altri tricoteceni, da un nucleo sesquiterpenico, caratterizzato da un anello 12,13-epossi-tricotec-9-ene tetraciclico.
Sono stati fatti degli studi sulla metabolizzazione di questa molecola ed i dati ancora sono insufficienti ma i principali effetti tossici sull’uomo e sugli altri mammiferi sono:
inibizione della sintesi proteica e degli acidi nucleici, alterazione della struttura di membrana e della funzionalità dei mitocondri, apoptosi e attivazione delle citochine; le conseguenze sono vomito, diarrea, malfunzionamento del sistema ematopoietico (anemia e leucopenia), abbassamento delle difese immunitarie.
La dose tollerabile giornaliera (TDI) per l’uomo di deossinivalenolo è stata fissata, come detto, a 1 µg/kg.
Per quanto riguarda gli effetti cancerogeni, in base alla classificazione internazionale della IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), il DON, insieme agli altri tricoteceni, è inserito in “Classe 3”, cioè non è considerato cancerogeno per l’uomo. Tuttavia, a seguito di uno studio triennale svolto in Cina, nelle regioni di Haimen e di Penlai, riguardo al ruolo della fumonisina B1 nell’incidenza del carcinoma epatico primario, alcuni studiosi hanno ipotizzato un’azione sinergica di altre micotossine nello sviluppo di tale tumore, tra le quali il deossinivalenolo, che era presente nei campioni esaminati in maniera più elevata del solito, tesi dimostrata da ricerche effettuate sui ratti. Tali ricerche, anche se non hanno accertato in maniera diretta l’azione cancerogena del DON, dimostrano in ogni caso la stretta correlazione tra la presenza della micotossina e questo tipo di patologia.
Un altro aspetto su cui poi il Governo italiano non interviene assolutamente (e nemmeno l’UE) in barba al protocollo di Kyoto ed ai recenti accordi di Parigi (COP21), è quello delle ingenti emissioni di gas ad effetto serra (che vanno ad aggravare non solo la salute dei cittadini ma anche quella del Pianeta).
Basti pensare che, secondo calcoli verificabili, ogni Kg di Grano importato si emettono nell’atmosfera 0,55 Kg di CO2. Una enormità che non ha alcuna giustificazione plausibile per un alimento che possiamo produrre tranquillamente in Italia. False sono tutte le notizie che affermano che non siamo autosufficienti: basterebbe guardare la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) coltivabile a cereali per capire il non senso di questa affermazione.
In definitiva, ancora una volta, dietro alla falsità del Libero Mercato (che tutt’altro che libero è) e dei grandi interessi commerciali, la politica è piccola, debole e anche corrotta (ed il termine corrotta anche se non si interpreta nella sua accezione più pura, lo si può intendere, secondo la sua etimologia, come mancanza di verità e di giusta informazione verso i propri cittadini).
In tutto questo a soffrirne sono tutti gli italiani, gli agricoltori e l’intero concetto di sovranità alimentare e politica di un Popolo.
Forse la nostra democrazia andrebbe depurata da quelle tossine che non la rendono più tale.

Guido Bissanti




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