Un Mondo Ecosostenibile

Il Lato Oscuro dell’Unione Europea

Il Lato Oscuro dell’Unione Europea

Il 12 luglio del 2012 non è una data come le altre ma pochi cittadini europei sanno perché e quale è la questione in oggetto.

Il 12 luglio, con una sentenza scandalosa, la Corte di Giustizia dell’Ue ha confermato il divieto di commercializzare sementi di varietà tradizionali che non siano state iscritte nel catalogo ufficiale europeo. E’ la sconfitta delle associazioni volontarie impegnate nella salvaguardia della varietà delle piante antiche, l’unica alternativa che avevamo a sementi industriali ed OGM.
Ricordo a tal proposito che le sementi tradizionali sono il risultato di millenni di selezione derivati dall’esperienza agricola umana, un tesoro che si è conservato nei secoli protetto dagli agricoltori; queste sementi riassumono in sé la memoria storica e biologica dell’agricoltura e racchiudono un patrimonio genetico molto vasto che determina la biodiversità dei prodotti agricoli.
Con tale sentenza viene di fatto tracciato un solco invalicabile tra l’Uomo e la Natura. Un moderno Muro di Berlino nel rapporto tra l’Umanità, la sua Storia e la sua evoluzione: una evoluzione frutto del rapporto inscindibile tra uomo e natura; di quel rapporto che, attraverso il contatto materiale e spirituale ha condotto all’evoluzione di un modello agricolo che è l’unico garante di un equilibrio ecologico e umanistico imprescindibile.
Ricordo ancora che dal 1998 è in vigore una direttiva comunitaria europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere vietandolo agli agricoltori, in questo modo, ciò che i contadini hanno fatto per millenni. Tale attività, che si perdeva nella notte dei tempi, è diventata improvvisamente un reato. L’intero mercato mondiale delle sementi è oggi quasi totalmente gestito da sette aziende multinazionali che detengono i brevetti e che si occupano contemporaneamente (e paradossalmente) della produzione di sementi, veleni per l’agricoltura e OGM.
Tale breve sottolineatura è necessaria per far comprendere ai dormienti cittadini europei come, non solo un diritto antropologico sia diventato improvvisamente reato.
Dietro questa considerazione c’è molto di più perché l’Antropologia Giuridica, come viene anche definita da Wikipedia, è una disciplina attraverso la quale è possibile scavare nella superficie del diritto, quale regolamentazione e istituzione della società medesima, al fine di rintracciare in esso i fondamenti culturali e/o simbolici che una data comunità ritiene irrinunciabili per il proprio destino.
In poche parole la sentenza del 12 luglio dell’Unione Europea non è tanto grave per gli aspetti ecologici, su cui ci soffermeremo tra poco, ma quanto per la “modificazione genetica” del rapporto naturale tra Uomo e Creato. Un rapporto scritto ed inciso, sin dalle fondamenta, negli elementi costituenti della materia stessa e del suo divenire. Una materia che, dalla sua nascita, è stata per l’Uomo fonte di esperienza, di sapere, di cultura e di Storia. Interrompendo il rapporto tra l’Uomo e la Materia si interrompe improvvisamente la Storia relegandola ad una gestione privatistica di alcuni potentati.
Siamo entrati nella peggior dittatura che la Storia potesse conoscere, e questa non è la Germania nazionalsocialista del Terzo Reich o di qualunque altro totalitarismo. Questa è l’altra faccia (quella più preoccupante) dell’Unione Europea, quel “The Dark Side Of The Moon” in cui il famoso complesso dei Pink Floyd, con il loro album dal tema filosofico-antropologico, sottolinea come “In realtà non c’è nessun lato oscuro della luna. Di fatto è tutta scura. L’unica cosa che la fa sembrare luminosa è il sole”, sottolineando così il fatto che l’uomo, l’unico capace di imperfezione, sia totalmente imperfetto, e possa solo fingersi perfetto, percependosi tale, assorbendo l’essenza della realtà che lo circonda. Insomma, un modo alternativo per leggere la stessa morale.
Questa Europa ha smarrito la Luce che ha illuminato per secoli la Vita dell’Uomo conducendolo ad una oscurità senza precedenti.
Nel merito invece degli aspetti ecologici vale la pena ricordare qui che la Natura si sostanzia sulla base dei rapporti ed interscambi tra tutti gli esseri viventi, ivi compreso l’Uomo, e che pertanto essa non può essere dominata da brevetti o diritti superiori al diritto stesso delle interrelazioni naturali; qualunque manomissione nella libertà dei Diritti e delle relazioni tra gli esseri viventi è un principio di decadenza della Natura stessa.
Una sentenza che entra a gamba tesa nei principi su cui si basa il rapporto naturale tra gli esseri viventi (ribadisco: compreso l’Uomo) è un abominio di natura giuridica superiore riconducibile ai crimini perpetrati dal totalitarismo razziale ed antisemitista.
La cosa che più ci deve far riflettere non è solo e tanto tale deviazione pericolosissima di questo lato oscuro dell’Europa ma soprattutto il silenzio assordante di una politica piccola e meschina, talmente impelagata nelle sabbie mobili dell’autorappresentazione, da non rappresentare più nessun Uomo di Coscienza.

Guido Bissanti
pubblicato il 16/11/2014