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Biodiversità

Biodiversità

La Biodiversità o la diversità biologica è un neologismo ed una parola composta da bio e diversità. È la manifestazione della diversità della natura. La diversità, nel suo complesso, comprende ogni genere e specie di esseri viventi.
Comunque, il senso della biodiversità o la valutazione della biodiversità, non sono concetti di immediata comprensione. I concetti sulla diversità biologica, furono coniati da Tommaso Lovejoy nel 1980, mentre il termine biodiversità, fu coniato dall’entomologo E.O. Wilson nel 1986, in un rapporto al primo Forum americano sulla diversità biologica organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC). Il termine biodiversità gli fu suggerito dal personale del NRC, sostituendo quello di diversità biologica, considerato meno efficace in termini comunicativi.Fin da 1986 il termine ed il concetto si sono diffusi estesamente fra biologi, ambientalisti, leader politici, e cittadini di tutto il mondo. L’uso del termine ha coinciso tra l’altro con l’espansione di una preoccupazione crescente per l’estinzione di specie osservato nelle ultime decadi del 20 secolo.

Definizioni di biodiversità
La diversità biologica non è però una definizione standard. Una definizione largamente condivisa è che la diversità biologica è una misura della diversità relativa fra organismi presenti in ecosistemi diversi. La “diversità” in questa definizione include la diversità all’interno di specie e fra specie e la diversità comparata degli ecosistemi.
Un’altra definizione, più semplice e più comprensibile, ma più complessa, è la totalità di geni, specie, ed ecosistemi di una regione. Il vantaggio di questa definizione è che sembra rispondere meglio ai molteplici uso del termine, e alla prospettiva di unificazione dei tre livelli tradizionali alla quale la biodiversità è stata identificata:
Ø diversità genetica – cioè la diversità di geni all’interno di una specie. Esiste una variabilità genetica fra le popolazioni e gli individui della stessa specie;
Ø diversità di specie – cioè la diversità fra le diverse specie;
Ø diversità di ecosistema – la diversità ad un livello più alto di organizzazione: l’ecosistema (la ricchezza nella diversificazione dei processi alla quale i geni contribuiscono);
Il Summit mondiale del 1992 a Rio de Janeiro definì la biodiversità come: la variabilità fra tutti gli organismi viventi, inclusi ovviamente, quelli del sottosuolo, dell’aria, gli ecosistemi acquatici e terrestri, marini ed i complessi ecologici dei quali loro sono parte; questa include la diversità all’interno di specie, tra specie ed ecosistemi. Questa definizione è quella più completa e con essa tutti possono tendere ad una sola definizione giuridicamente accettata della biodiversità in quanto è la definizione adottata dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica. A questa convenzione sono concordi tutti i paesi della Terra con l’eccezione di Andorra, Iraq, Somalia, Timor e gli Stati Uniti dell’America. Se è vero che è il gene l’unità fondamentale della selezione naturale, come dell’evoluzione di alcuni organismi, E.O. Wilson, dice che la vera biodiversità è la diversità genetica. Comunque, la diversità tra le specie è in effetti la più semplice da studiare. Per i genetisti, la biodiversità è la diversità di geni ed organismi, attraverso lo studio di processi come mutazioni, scambio di geni, dinamiche dei genomi che accadono al livello di DNA generando l’evoluzione. Per i biologi, la biodiversità è la diversità delle popolazioni di organismi e specie, ma anche il modo come questa funzione coinvolge gli organismi. Notiamo infatti che organismi appaiono e scompaiono e come i territori sono colonizzati da organismi della stessa specie o da altre. In questo le specie sviluppano un’organizzazione sociale per migliorare gli obiettivi della riproduzione o ancora usando una specie vicina che vive in comunità. Nella dipendenza dal loro ambiente gli organismi non usano le stesse strategie di riproduzione in maniera invariabile. Per gli ecologi, la biodiversità è anche la diversità di interazioni durevoli fra specie. Questo concetto non viene applicato solo alle specie, ma anche al loro ambiente immediato (biotopo) e l’habitat nel quale gli organismi vivono. In ogni ecosistema, gli organismi viventi sono una parte di un intero, essi interagiscono l’uno con l’altro, ma anche con l’aria, l’acqua, ed il suolo che li circondano.

Origine della vita e l’evoluzione di biodiversità
La Biodiversità riscontrata oggi sulla Terra è il risultato di 3.5 miliardi di anni di evoluzione. Fino alla comparsa dell’uomo la Terra possedeva una maggiore biodiversità che in alcun altro periodo della storia geologica. Dall’avvento della creatura umana invece la biodiversità ha iniziato un rapido ribasso, con un progressivo fenomeno di estinzione o sofferenza delle specie. Le stime della diversità delle specie globali variano da 2 milioni a 100 milioni di specie, con una ipotesi attendibile che il valore più probabile sia intorno a 10 milioni di specie. Nuove Specie vengono scoperte regolarmente (in media approssimativamente tre specie nuove di uccelli ogni anno) e molte, sebbene scoperte, non sono ancora classificate (ad es. una stima approssimativa dice che il 40% dei pesci di acqua dolce dell’America Meridionale non è ancora classificato). La Maggior parte della diversità riscontrata è sita oggi nelle foreste tropicali.

Quali sono i benefici della biodiversità?
La biodiversità ha contribuito in molti modi allo sviluppo della cultura umana e, a turno, le comunità umane hanno avuto un ruolo notevole nel plasmare la diversità genetica di specie e livelli ecologici.Vediamo quali sono le principali funzioni, citate comunemente nella letteratura, della biodiversità.

Ruolo ecologico della biodiversità
Ogni specie offre qualche genere di funzione ad un ecosistema. Esse possono catturare energia sotto varie forme: produrre materiale organico, decomporre materiale organico, contributo al sistema idrico e nutritivo dell’ecosistema, controllo all’erosione o ad altre forme di degrado, riparo dall’inquinamento atmosferico, o regolamentazione del clima. Gli ecosistemi contribuiscono al miglioramento delle produzione (fertilità di suolo, impollinazione delle piante, decomposizione dei residui vegetali e animali…) forniscono veri e propri servizi come la purificazione dell’aria e dell’acqua, stabilizzazione e moderazione del clima, controllo degli effetti delle acque piovane, della siccità e di altri disastri ambientali. Queste funzioni fondamentali dell’ecosistema svolgono un ruolo importante per la sopravvivenza umana. Risultati di anni di ricerca fanno comprendere come più diverso sia un ecosistema più resistente sia agli stress ambientali. La perdita di una specie provoca sempre un calo nell’abilità del sistema di mantenersi o recuperare in caso di degrado. Comunque, i meccanismi che sono alla base di questi effetti sono complessi e ancora non ben chiariti ed il dibattito su: diversità-stabilità è oggi un’area molto attiva della ricerca. Per tutte le creature umane, la biodiversità è comunque una risorsa per la vita quotidiana. Come la fonte proveniente dalla “diversità delle produzioni agricole”, meglio definita come agrobiodiversità. La maggior parte delle persone considerano la biodiversità come un serbatoio di risorse destinato alla produzione di cibo, prodotti farmaceutici, e cosmetici. Questo concetto di gestione della risorsa biologica probabilmente spiega maggiormente la paura della scomparsa di risorse riferite all’erosione della biodiversità. Tutto ciò è anche l’origine di nuovi conflitti sulle regole di divisione e appropriazione delle risorse naturali. Alcune delle importanti merci economiche derivanti dalla biodiversità e utilizzate dall’uomo sono:
Ø la biodiversità offre cibo: raccolti, bestiame, selvicoltura, e pesce;
Ø la biodiversità ha un notevole ruolo in medicina. Molte specie di piante selvatiche vengono usate per scopi medicinali sin dai tempi più remoti. Ad esempio, il chinino che proviene dall’albero della china (per il trattamento della malaria); digitale dalla pianta di digitale (nella terapie cardiopatiche); la morfina dalla pianta del papavero (per la terapia del dolore). Secondo l’Istituto degli Stati Uniti sul Cancro, il 70% delle medicine che promettono una determinata efficienza anti-cancro provengono da piante delle foreste tropicali. Anche gli animali hanno un ruolo particolare nella ricerca. Si valuta che su 250.000 specie di piante catalogate, solamente 5.000 sono state studiate per possibili applicazioni in medicina.
Ø Nell’industria: per la produzione di fibre tessili, legno per costruzioni e produzione di energia. La biodiversità può essere una fonte di energia (come la biomassa). gli Altri prodotti industriali che si possono ottenere sono petroli, lubrificanti, profumi, fragranze, tinte, carta, cere, gomma, lattici, resine, veleni e sughero; tutti ricavabili da differenti specie di piante. Altri approvvigionamenti da origine animale sono la lana, la seta, le pellicce, il cuoio, lubrificanti e cere. Consideriamo pio che gli animali possono essere usati anche come veicoli di trasporto.
Ø Nel turismo e nelle attività ricreative: la biodiversità è una fonte di ricchezza economica per molte aree, come in molti parchi e foreste dove la natura selvatica e la presenza di animali sono una fonte di bellezza e gioia per molte persone. L’ecoturismo è in particolare un’attività ricreativa all’aperto che sta crescendo notevolmente.
Ecologi ed Ambientalisti sono stati i primi ad insistere sull’aspetto economico derivante dalla protezione della diversità biologica. Così, Edward O. Wilson scrisse nel 1992, che: la biodiversitè est l’une des più grandes richesses de la planète, et pourtant la moins reconnue comme telle. La valutazione della biodiversità è un requisito indispensabile e necessario a qualsiasi discussione sulla distribuzione di ricchezza in un paese. Questo valore può essere diviso in valore di uso (diretto: come turismo o indiretto: come l’impollinazione) o non-uso o valore intrinseco. Se le risorse biologiche rappresentano un interesse ecologico per la comunità, ne deriva che il loro valore economico sta anche aumentando. Nuovi prodotti si stanno ricavando dalle biotecnologie e, conseguentemente, si aprono nuovi mercati. Per la società la biodiversità è anche un settore di commercio e profitto. Tutto ciò richiede una regolamentazione sulla gestione ed uso corretto di queste risorse. La maggior parte delle specie deve pertanto essere valutata ancora per l’importanza economica attuale e futura.

Ruolo etico della biodiversità
Finalmente, il ruolo della biodiversità deve essere un specchio delle nostre relazioni con le altre specie viventi, una visione etica con diritti, doveri, e cultura consequenziale. Gli uomini devono assumere un atteggiamento diverso nei riguardi delle specie viventi senza provocare volontariamente la loro estinzione. Inoltre, la biodiversità rappresenta una parte fondamentale di molte culture ed eredità spirituali.

Ruolo scientifico della biodiversità
La biodiversità svolge un ruolo importante per la scienza perché ogni specie può dare agli scienziati indizi notevoli di come la vita si sia evoluta e come potrà continuare ad evolversi sulla Terra. In definitiva, la biodiversità aiuta gli scienziati a comprendere come la vita funziona ed il ruolo che ogni specie sostiene nell’ecosistema.

Valutazione della biodiversità
Come misurare la biodiversità? Dal punto di vista prima definito, oggi non siamo in grado di effettuare misure oggettive della biodiversità; possiamo solamente effettuare particolari parametrazioni per alcuni scopi o finalità. Per i conservazionisti pratici, questa misura dovrebbe quantificare un valore che è comprensibile e condivisibile per persone di diversi luoghi. Per altri, una definizione più larga ed economicamente difendibile è che le valutazioni dovrebbero permettere di attuare un programma socioeconomico del futuro al fine di assicurare la sostenibilità ambientale. Di conseguenza i biologi affermano che questa misura deve essere associata probabilmente con la maggiore variabilità genetica. Siccome non abbiamo certezza che un incremento artificiale genetico si dimostri positivo, la migliore linea dovrà essere oggi quella della conservazione e persistenza del patrimonio genetico esistente. Per gli ecologi, questo approccio qualche volta è considerato inadeguato e troppo restrittivo.

Biodiversità: tempo e spazio
La biodiversità non è statica: è un sistema in continua evoluzione sia all’interno delle specie che per un organismo individuale. La vita media di una specie è di circa un milione di anni ed il 99% della specie che è vissuto sulla terra è oggi estinto. La biodiversità non è distribuita uniformemente sulla terra. È costantemente più ricca nei tropici, diminuisce poi via via che ci si avvicina alle regioni polari dove troviamo un minor numero di specie. Flora e fauna variano dipendendo da clima, altitudine, suoli e la presenza di altra specie.
Inventario delle specie
La sistematica stima la biodiversità semplicemente distinguendo le differenti specie. Oggi almeno 1,75 milioni di specie sono state già descritte; comunque, le stime attuali parlano di un numero di specie che dovrebbero aggirarsi tra da 3,6 a più di 100 milioni. Alcuni affermano anche che la classificazione della specie e le famiglie sia divenuta insufficiente e deve essere completata da una più grande comprensione delle funzioni, interazioni e delle comunità che formano. Inoltre, lo scambio di geni che si verificano tra la specie tenda ad aggiungere maggiore complessità all’inventario.

Macchie a maggiore biodiversità (hotspots)
Per hotspot della biodiversità si definisce una macchia con molte specie indigene. Gli hotspots tendono a diminuire nelle aree di impatto umano crescente. La maggior parte di queste macchie sono localizzate nei tropici.
Alcuni di loro sono:
Solo nel Brasile è rappresentato 1/5 della biodiversità del mondo, con 50.000 specie di piante, 5.000 vertebrati, 10-15 milioni di insetti, e milioni di microrganismi, ecc. L’India rappresenta l’8% delle specie registrate, con 47.000 specie di piante e 81.000 animali.

La biodiversità è minacciata?
Durante gli ultimi decenni, è stata osservata una notevole erosione della biodiversità. La maggioranza dei biologi crede che sia in corso un’estinzione di massa. Anche se divisi sui numeri, molti scienziati credono che la percentuale di perdita che si sta manifestando ora è più grande che in qualunque periodo della storia. Dagli studi effettuati si apprende che, approssimativamente, su otto specie di piante note una è minacciata dall’estinzione. Ogni anno, tra 17.000 e 100.000 specie svaniscono dal nostro pianeta. Alcuni affermano che circa 1/5 delle specie viventi potrebbe scomparire nei prossimi 30 anni. Quasi tutti sono concordi nell’affermare che le perdite sono dovute all’attività umana, che incide nella distruzione di piante, animali e dei loro habitat. Altri giustificano questa situazione di erosione delle specie o di degradazione dell’ecosistema a seguito della conversione (da parte del sistema socioeconomico) in ecosistemi molto standardizzati (vedi monoculture e disboscamento conseguente). Dopo il 1992, altri hanno affermato che nessun diritto di proprietà o nessuna regolamentazione di accesso alle risorse possa condurre alla loro perdita (costi degradanti che dovevano essere sostenuti dalla comunità). Fra i dissenzienti, alcuni affermano, che non ci sono abbastanza dati per sostenere la prospettiva dell’estinzione di massa, e sostengono che le estrapolazioni sono abusive perché effettuate sulla distruzione globale delle foreste tropicali, delle scogliere di corallo, inondazione delle mangrovie, e di altri habitat ricchi.

Gestione di biodiversità: conservazione e protezione
La conservazione della diversità biologica è divenuta una preoccupazione mondiale. Anche se non tutti sono d’accordo su estensione e significato dell’estinzione corrente, la maggior parte considera la biodiversità fondamentale. Ci sono essenzialmente due tipi principali di scelte di conservazione: conservazione in-situ ed ex-situ. La conservazione in-situ è considerata la migliore strategia attuabile. La sua realizzazione qualche volta è comunque difficile. Per esempio, la distruzione di habitat di specie rare o in via d’estinzione richiede, qualche volta, programmi di conservazione ex-situ. Inoltre, la conservazione ex-situ può offrire una soluzione di riserva ai progetti di conservazione in-situ. Alcuni credono che sia necessario ricorrere ad ambo i metodi per assicurare una conservazione corretta. Un esempio di un progetto di conservazione in-situ è il setting-up delle aree di protezione. Un esempio di un programma di conservazione ex-situ, consiste nella introduzione di germoplasma in banche dei semi. Tali sforzi permettono la conservazione di grandi popolazioni di piante con la minima erosione genetica. La minaccia alla diversità biologica è stato uno dei temi caldi discussi al Summit Mondiale dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile, nella speranza di vedere la fondazione di una Sistema di Conservazione Globale per aiutare il mantenimento di una collezione delle piante.

Status giuridico della diversità biologica
La biodiversità deve essere valutata attraverso l’analisi della sua evoluzione (attraverso osservazioni, inventari, conservazione, ecc.); tutto questo deve poi essere tradotto in termini di decisioni politiche. Questo sforzo sta conducendo ad una sempre maggiore definizione giurisprudenziale. La relazione tra “Legge ed Ecosistemi” è molto antica e ha notevoli conseguenze sulla biodiversità. Essa si riferisce a diritti di proprietà, privata e pubblica. Può definire forme di protezione per ecosistemi minacciati, ma anche dei diritti e doveri (per esempio, introducendo nuovi diritti o eliminandone altri). Il problema tra “Leggi e Specie” è invece più recente. Deve Definire le specie che devono essere protette perché minacciate dall’estinzione. Alcune persone ancora oggi mettono in dubbio la necessità di queste leggi. Sono solamente di questo secolo le relazioni giuridiche tra “Leggi e Geni”. Mentre l’approccio genetico non è nuovo (addomesticazione, metodi di selezione tradizionali delle piante) i progressi fatti nel campo genetico negli ultimi 20 anni richiedono una regolamentazione giuridica. Con l’uso delle nuove tecnologie dell’ingegneria genetica gli uomini stanno superando i limiti della brevettazione dei geni; il processo di brevettazione rappresenta un concetto totalmente nuovo per le risorse genetiche. Oggi un dibattito molto acceso cerca di definire se la risorsa è il gene, l’organismo, il DNA o i processi che interessano tutto ciò. La convenzione dell’UNESCO del 1972 stabilì che le risorse biologiche, come le piante sono eredità comune di tutta l’umanità. Queste regole probabilmente conducono alla creazione di grandi banche pubbliche di risorse genetiche, localizzate fuori dagli interessi specifici di ogni paese. Nuovi accordi globali (Convenzione su Diversità Biologica), ora conferisce diritti supremi alle risorse biologiche sulle sovranità nazionali (la non proprietà). L’idea sulla conservazione statica della biodiversità sta scomparendo e man mano sostituita dall’idea di una conservazione dinamica, attraverso le nozioni di risorsa e innovazione. I recenti accordi impegnano i paesi alla conservazione della biodiversità, sviluppando risorse nuove per la sostenibilità e dividendo i benefici come risultato del loro uso. Sotto queste nuove regole, ci si aspetta una nuova bioprospettiva (o risorsa da prodotti naturali), questa può essere permessa dal paese ricco di biodiversità, dando in cambio altri benefici.

Guido Bissanti