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L’invisibile mondo delle piante

L’invisibile mondo delle piante

Per secoli la Scienza ed il suo modello di indagine si è occupata dello studio dei singoli, come se questi fossero esseri a se stanti e non interconnessi. Così ogni essere vivente, ogni pianta è stata valutata per le sue funzioni specifiche. Le radici che assorbono acqua ed elementi nutritivi, il fusto che connette queste con le foglie e quest’ultime che elaborano, per mezzo della fotosintesi, le sostanze necessarie alla sua vita. Una visione limitata che, in molte applicazioni pratiche, ci ha portato fuori strada e non ci ha permesso di vedere l’infinito che è in noi.
Le piante, di fatto, come tutti gli esseri viventi non nascono, vivono e muoiono mai da sole. Stabiliscono una serie di legami e collegamenti a noi sconosciuti, almeno fino a poco tempo fa, ma ancora tutti da approfondire e capire nella loro intimità più profonda.
Le piante fanno un sacco di cose che vanno molto oltre la nostra più fervida immaginazione. Per esempio si muovo, pur coi loro tempi, reagiscono agli stimoli luminosi e percepiscono la forza di gravità. Sono in grado di rispondere direttamente agli attacchi da parte di organismi ostili producendo composti chimici e di “richiamare le proprie truppe”, che sono solitamente insetti predatori o altri organismi che risolvono i problemi di infestazione da fitofagi.
Fin qui quasi tutto normale. Ma le piante vanno molto oltre: sono perfino in grado di comunicare tra di loro, per mezzo di composti chimici volatili, emesse dalle stesse piante, come per esempio nel caso di una infestazione in atto, e permettere a tutte le piante di un territorio di preparare le adeguate risposte chimiche.
Qualcuno osserverà che la presenza di particolari sostanze come fitormoni che svolgessero funzioni complesse era già nota da tempo. Bene quella dell’informazione biochimica tra piante ed altri esseri viventi è solo la superficie o la punta di un iceberg di un organismo molto più grande che vive nello spazio e nel tempo.

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La comprensione che ogni singolo essere vivente, ogni singola pianta sia in effetti una cellula di un essere vivente molto più grande è quello che sempre più sta emergendo sulla base di reali ricerche e studi fatti un po’ ovunque da diversi ricercatori in tutto il mondo. Una evidenza che ci viene confermata dalla capacità complessa con cui le piante comunicano e interagiscono tra loro.
Le piante comunicano a tutti i livelli. Comunicano nel suolo con altri organismi, tra i quali dei funghi, con cui stabiliscono, per mezzo delle radici un particolare tipo di simbiosi, definita micorriza. Queste connessioni hanno l’obiettivo di stabilire una simbiosi in cui i due esseri viventi stabiliscono un atto di collaborazione e di amore, avvantaggiandosi l’uno dell’altro: la pianta “dona” al fungo dei composti organici, che produce grazie alla fotosintesi ed in cambio il fungo, tramite le sue ife filamentose, che a loro volta penetrano intimamente ogni particella di suolo, si procura quei sali minerali di cui la pianta ha bisogno, consegnandoli direttamente alle radici.
Viene a crearsi così una fitta rete di connessioni, di compartecipazione e condivisione che non coinvolge solo piante e funghi ma interi sistemi ecologici che possono estendersi anche per decine e decine di chilometri. Ma non è tutto:  questa fitta rete è dotata di strutture vere e proprie allo stesso modo della rete internet.
In un modo molto simile alla definizione che abbiamo dato alla rete internet, chiamata: World Wide Web, quella stabilita da questo complesso ed ancora tutto da approfondire sistema è stato denominata: Wood Wide Web, per intendere quella emanazione complessa della Vita dove tutte le piante di un bosco o di un ecosistema sono realmente connesse tra loro attraverso segnali chimici, elettrici  ed informazioni, come detto, ancora tutte da approfondire.
A tal proposito la ricercatrice Suzanne Simard della University of British Columbia, è riuscita ad individuare persino la presenza di nodi ed alberi Hub o alberi madri in grado di fungere da nodi di smistamento, cioè in grado di mantenere un numero enorme di connessioni tra esemplari anche di specie diverse, veicolando informazioni chimiche, elettriche e segnali di allarme.
Questi alberi madri o Hub sono dei veri e propri snodi di memoria e di esperienza che vengono poi trasferite, anche dopo la loro morte, all’intero sistema. Le piante memorizzano esperienza e conoscenza. Sono stati proprio dei ricercatori italiani del CNR a dimostrare che la vita della “Wood Wide Web” è disaccoppiata dalla vita della pianta; le informazioni rimangono anche 5 mesi dopo la rimozione della parte aerea della pianta.
E se tutto questo ci sembra incredibile sappiate che le piante comunicano anche tramite suoni (che derivano da movimenti linfatici definiti cavitazioni), veicolando messaggi di cooperazione, di allarme, di indirizzo e così via.

Guido Bissanti




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