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Arvicola amphibius

Arvicola amphibius

Il ratto d’acqua o arvicola acquatica europea (Arvicola amphibius Linnaeus, 1758) è un roditore appartenente alla famiglia dei Cricetidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Rodentia, Sottordine Myomorpha, Famiglia Cricetidae, Sottofamiglia Arvicolinae e quindi al Genere Arvicola ed alla Specie A. amphibius.
È sinonimo il termine Arvicola terrestris (Linnaeus, 1758).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’arvicola acquatica, al pari di altre arvicole, è diffusa in un ampio areale, che comprende praticamente tutta l’Europa (ad eccezione di alcune zone della penisola iberica e della Francia, popolate dalla specie simile Arvicola sapidus) fino alla Siberia ed in prossimità delle coste del Pacifico; al sud arriva fino ad Israele, Iran, al Lago Baikal ed alla Cina sud-occidentale.
In Italia questo roditore è presente in tutta la penisola ad eccezione delle aree ad altitudine maggiore mentre, nonostante alcune segnalazioni non si ha certezza della sua presenza in Sicilia.
Il suo habitat è quello delle rive di torrenti, fiumi, stagni e canali anche salmastri (purché provvisti di abbondante vegetazione riparia), prati umidi ed aree di pianura o lievemente collinari, per diminuire la sua presenza con l’aumentare della quota sul livello del mare.

Descrizione –
L’ Arvicola amphibius è un animale con un leggero dimorfismo sessuale che si riconosce per avere una lunghezza, tra testa e corpo, di 19-21 cm, una coda di 10-12 cm, ricoperta di peli, delle orecchie lunghe 12-18 mm ed un peso medio di 120, con i maschi leggermente più grossi e robusti rispetto alle femmine.
La testa è grossa ed ha una forma arrotondata, con muso tozzo e corto.
Gli occhi sono piccoli e neri, mentre le orecchie sono piccole, a forma di semicerchio e seminascoste dal pelo.
Ha zampe corte e tozze e nonostante le abitudini di vita semiacquatiche, dita normali e non palmate.
Presenta una pelliccia lunga e folta, dall’aspetto sericeo e dal colore che può variare nella zona dorsale, anche in funzione delle diverse sottospecie, dal grigio scuro al bruno-rossiccio inferiormente, con presenza di grigio sulla groppa; la pelliccia delle femmine tende sempre al marroncino, con ventre di colore chiaro, con tonalità dal biancastro al grigio-giallastro.

Biologia –
L’ Arvicola amphibius è un mammifero che raggiunge la maturità sessuale a 3 mesi circa.
Durante la stagione degli amori, che va da aprile ad ottobre, i maschi combattono aspramente fra loro per conquistarsi il diritto di accoppiamento con le femmine, che tuttavia si accoppiano promiscuamente con più maschi, come dimostrato da analisi genetiche.
Il periodo di accoppiamento va perlopiù da marzo a ottobre e la gestazione dura 21-22 giorni, al termine delle quali la femmina dà alla luce fra i tre e gli otto cuccioli, ciechi (gli occhi verranno aperti a cinque giorni di vita) ed inermi.
All’approssimarsi del parto la femmina, insieme qualche volta ala maschio, costruisce presso la sponda od in un tronco cavo un nido dalle pareti assai spesse e dalla forma sferica, fatto di intrecci di canne ed erbe. In certi casi la femmina può utilizzare anche nidi abbandonati di uccelli, che vengono però irrobustiti e rinforzati.
Subito dopo il parto, la femmina va nuovamente in estro e può perciò essere nuovamente ingravidata.
Lo svezzamento della nidiata avviene fra le due e le tre settimane di vita, perciò i cuccioli si allontanano dalla madre poco prima che essa partorisca nuovamente: in tal modo, ciascuna femmina può portare a termine con successo fino a quattro nidiate all’anno.
La vita media in natura dell’ Arvicola amphibius è di circa 5 mesi: la maggior parte dei nuovi nati, infatti, non sopravvive al suo primo inverno, mentre gli esemplari di età superiore all’anno vengono scacciati dalle tane dai loro discendenti e vagano senza meta, divenendo facili prede.
In condizioni di cattività la vita media si allunga fino a cinque anni, anche se già a partire dal terzo anno di vita perdono gran parte del pelo e divengono sempre più emaciati.

Ruolo Ecologico –
Il ratto d’acqua è stato classificato a lungo come Arvicola terrestris, taxon che oggi è stato suddiviso in due entità specifiche: A. amphibius e A. scherman, di abitudini fossorie.
L’Arvicola amphibius è la maggiore tra le arvicole e nuota molto abilmente, anche sott’acqua.
Questo roditore ha abitudini diurne e notturne, e vive solitario o in piccoli gruppi.
I maschi svolgono un controllo territoriale di dimensioni maggiori rispetto a quelle delle femmine, in modo tale che il proprio territorio si sovrapponga parzialmente a quello di una o più di esse.
Sono comunque molto schivi ed elusivi e grazie al colore della loro pelliccia si mimetizzano perfettamente nell’intrico della vegetazione riparia, e spesso chi entra più o meno accidentalmente nel loro territorio si accorge di loro solo sentendo il tonfo dell’animale che si getta in acqua per allontanarsi.
La particolarità di questi roditori è che, qualora siano in pericolo può contare sul sostegno dei maschi del suo gruppo, che si avvicendano nell’azzuffarsi contro il nemico, mentre le femmine ed i cuccioli battono in ritirata al sicuro nella tana.
L’ arvicola acquatica delimita il proprio territorio tramite delle ghiandole odorifere che possiede sui fianchi: per far ciò l’animale strofina le zampe posteriori sulle ghiandole, in modo tale da impregnarsi la pianta callosa dei piedi, per poi percorrere dei tragitti specifici.
Il territorio delimitato può avere estensioni fino a 300 m2 e, all’interno di questo l’animale scava tunnel lunghi e tortuosi che in inverno possono misurare anche 35 m, mentre in estate vengono ampliati fino a 75 m.
Le gallerie vengono scavate in maniera molto rapida e frenetica con l’uso delle zampe anteriori, gettando fuori la terra con quelle posteriori e togliendo le pietre che incontra lungo il suo tragitto per mezzo dei forti denti, mentre qualsiasi radice che impedisca l’avanzamento viene mangiata.
Le gallerie scavate diventano dei sistemi con numerose entrate, alcune delle quali (spesso anche tutte) subacquee, un paio di camere utilizzate dall’animale per riposare, e a tale scopo imbottite di fieno e pelo, ed altre nelle invece l’animale immagazzina il cibo per poi farne uso nei periodi di magra. Le latrine, invece, non si trovano nel nido, bensì sono poste ai limiti del territorio.
L’Arvicola amphibius ha una dieta fondamentalmente vegetariana, ma anche insetti e loro larve, moolluschi, crostacei, giovani anfibi e pesci.
In particolare il cibo delle arvicole acquatiche consiste principalmente in erbe succulente (liliacee, lisimachia, carice) che crescono lungo le rive dei corsi d’acqua sulle rive dei quali vive, ma mangiano anche cariossidi (frumento, avena, miglio) e, qualora se ne presenti l’occasione, anche frutti, dei quali vanno molto ghiotte, oltre, in certe situazioni, lumache d’acqua dolce, larve, insetti e piccoli anfibi e pesci.
Per venire incontro alla loro alimentazione le arvicole hanno l’abitudine di accumulare semi, noci, ghiande e rizomi di coda di cavallo in apposite camere scavate nella propria tana, per poi farne uso nei periodi di piogge insistenti (nonostante abbia abitudini semiacquatiche, infatti, durante le piogge tende a non muoversi dalla tana) e durante l’inverno, in quanto si tratta di una specie che non va in letargo.
Secondo lo IUCN le principali minacce di questa arvicola sono legate alla mutazione degli habitat acquatici e all’inquinamento delle acque.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.




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