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Agave tequilana

Agave tequilana

L’agave blu (Agave tequilana F.A.C.Weber, 1902) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Agavaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Ordine Liliales, Famiglia Agavaceae e quindi al Genere Agave ed alla Specie A. tequilana.

Etimologia –
Il termine Agave proviene dal greco ἀγαυός agauόs ammirabile, glorioso, illustre, nobile: per l’aspetto spettacolare della specie Agave sisalana in fiore. Nella mitologia greca Ἀγαυή Agayé Agave, figlia di Cadmo re di Tebe e di Armonia, fu sposa di Echione da cui ebbe la figlia Epiro e il figlio Penteo che lei stessa uccise, in un raptus suscitato dalla furia dell’estasi dionisiaca
L’epiteto specifico tequilana deriva dalla località di Santiago de Tequila nello Stato di Jalisco in Messico (da Tequillan o Tecuila che presso i nativi Nahuatl significava luogo del tributo); in questa località venne creata la famosa acquavite che ne porta il nome, prodotta esclusivamente con l’Agave tequilana.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Agave tequilana è una pianta originaria del Messico e molto diffusa nei climi tropicali.
Oggi è molto diffusa anche nel bacino del Mediterraneo dove viene usata per adornare lussureggianti giardini.
L’habitat ideale di questa pianta è quello del clima tropicale ad altitudini superiori a 1.500 metri dove cresce in terreni ricchi e sabbiosi. La pianta comunque si sviluppa bene anche in climi temperati.

Descrizione –
L’Agave tequilana è una pianta succulenta caratterizzata da una rosetta da cui si dipartono le foglie carnose, verdastre, acquose che, se tagliate, presentano una struttura gelatinosa; al vertice delle foglie e lateralmente sono presenti degli aculei.
Questa pianta fiorisce verso i 7 – 10 anni, producendo una infiorescenza alta fino ad oltre 5 metri, con fiori gialli che, in genere, alla maturazione dei frutti secca.

Coltivazione –
Per la coltivazione dell’agave blu si consideri che il suo habitat è quello del deserto dove la pianta accumula riserve del prezioso liquido che poi sfrutterà nei periodi di siccità. Il suo ciclo vitale è circa 8-10 anni alla fine dei quali produce un’infiorescenza in cima ad un lungo stelo. Può essere coltivata comunque nei climi temperati, soprattutto in suoli sabbiosi, molto drenati, considerando però che soffre le gelate invernali, per cui nel caso si volesse coltivare in climi freddi è necessario proteggerla.
In Messico, i contadini, dopo averla piantata in vaste aree, la fertilizzano per circa 2-3 di anni. Visto che i tempi di maturazione della pianta variano dagli 8 ai 10, verso i 3 anni tagliano le foglie per accelerarne la crescita. In tal modo, la maturazione avviene prima rispetto al ciclo biologico naturale dell’agave blu.
I fiori sono impollinati da pipistrelli (in particolar modo Leptonycteris curasoae e Leptonycteris nivalis) che sono specie in pericolo di estinzione ed anche da insetti e colibrì e producono diverse migliaia di semi per pianta, molti dei quali sono sterili. La pianta quindi muore. I germogli sulle piante commerciali vengono rimossi dopo un anno per consentire al cuore di crescere. Le piante vengono quindi riprodotte piantando questi germogli; questo ha portato a una notevole perdita di diversità genetica nell’agave blu coltivata.

Usi e Tradizioni –
L’Agave tequilana è una importante risorsa economica dello stato messicano di Jalisco in quanto è la base per la produzione della tequila. Inoltre questa pianta è alla base della produzione del succo d’agave, utilizzato come dolcificante in sostituzione del saccarosio.
Lo sfruttamento dell’agave blu risale ad epoche remote. I sacerdoti aztechi consumavano succo d’agave fermentato. L’effetto dell’alcol gli consentiva di raggiungere uno stato d’ebbrezza durante le cerimonie religiose. In realtà, entravano in una dimensione mistica per sopportare la visione dei sacrifici compiuti su persone e animali. Dopo la conquista spagnola il prodotto venne ripreso e sottoposto a distillazione ottenendo il Mezcal. Per affinarlo adottarono lo stesso procedimento eseguito per il vino. Il Tequila, invece, come lo conosciamo oggi deve seguire un preciso disciplinare di produzione. Deve essere fabbricato in Messico e contenere almeno il 51% di distillato di agave blu. Ne esistono vari tipi in funzione degli anni e del metodo di invecchiamento. In commercio si trovano prodotti che contengono il “gusano”, un verme tipico della pianta.
L’agave tequilana, all’interno della sua linfa, ha elevati contenuti in calcio, potassio, magnesio e ferro. Le vitamine A, B, C, D e K costituiscono, inoltre, una buona fonte di energia. Lo sciroppo che ne deriva ha un alto potere mineralizzante e ricostituente. Esso non riattiva l’insulina nonostante la sua dolcezza. Il fruttosio, infatti, è presente nella percentuale del 75%. Per questo motivo il suo uso è consigliato alle persone diabetiche sempre in dosi controllate. Quella consigliata è di non superare i 70 gr. al giorno di fruttosio. L’uso del succo come dolcificante nelle bevande come tè, caffè, tisane consente di abbassare i grassi nel sangue. Esso non ha retrogusto e non altera il gusto degli alimenti.
In generale, comunque, l’elevata produzione di zuccheri chiamati agavine, principalmente fruttosio, nel cuore della pianta è la principale caratteristica che la rende adatta alla preparazione di bevande alcoliche.
Purtroppo a causa della coltivazione su scala industriale di questa pianta dalla fine degli anni ‘80, malattie e parassiti, collettivamente denominati TMA (tristeza y muerte de agave, “avvizzimento e morte dell’agave”), hanno colpito le colture. Successivamente negli anni ‘90 si sono diffuse malattie, in particolare funghi Fusarium e batteri Erwinia, esacerbati dalla scarsa diversità genetica delle piante di agave. Tra gli altri parassiti si annoverano: il tonchio dell’agave, Scyphophorus acupunctatus ed un fungo, il Thielaviopsis paradoxa.
Nei paesi temperati questa pianta viene invece coltivata soprattutto come pianta ornamentale.

Modalità di Preparazione –
L’agave tequilana viene coltivata per l’estrazione del succo che si ottiene dalla lavorazione della linfa della pianta.
Quando la pianta giunge a maturazione viene prelevata la linfa. Quest’ultima, dopo essere stata filtrata, viene sottoposta a riscaldamento tramite il quale i carboidrati si trasformano in zuccheri con un processo detto idrolisi. Si esegue, quindi, una seconda filtrazione per ottenere il succo che si presenterà con una consistenza simile al miele ma con maggiore fluidità.
Il prodotto più tipico e famoso di questa pianta è la tequila che viene prodotta solo da una cultivar specifica di tequilana di agave chiamata “Weber Azul”. Questa cultivar è più grande e di colore blu-grigio rispetto alla normale A. tequilana più piccola e verde. La tequila viene prodotta rimuovendo il cuore (piña) della pianta nel suo settimo-quattordicesimo anno (a seconda del tasso di crescita). I piñas raccolti pesano 40–90 kg. Questo cuore è spogliato delle sue foglie e riscaldato per convertire l’inulina in zuccheri. Quindi il nucleo tostato viene pressato o frantumato per rilasciare il liquido zuccherino chiaro chiamato aguamiel, che a sua volta viene fermentato e distillato in alcool. La tequila viene anche prodotta con una formulazione che contiene zucchero al 51% di agave e 49% di altri zuccheri.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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