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Come coltivare la Polystachya

Come coltivare la Polystachya

Le Polystachya sono un genere di piante (Polystachia Hook., 1824) della famiglia delle orchidaceae, al cui interno sono comprese circa 100 specie. Le Polystachya sono originarie in gran parte dell’Africa tropicale ed in parte dell’Asia e dell’America.
Il nome di questa specie proviene dal greco polys (molto) e stàchys (spiga), dovuto alle numerose infiorescenze prodotte da alcune specie.
Si tratta di specie alcune delle quali sono terrestri mentre altre epifite ed, inoltre, alcune specie sono dotate di pseudobulbi e fusti fogliari.
In questa scheda vedremo come coltivare la Polystachya, secondo le esigenze climatiche e pedologiche di questo genere.
Tra le specie più diffuse ricordiamo:
– Polystachia bicarinata – è una pianta originaria delle aree tra il Kenya l’Uganda e la Tanzania che presenta pseudobulbi a forma di cono; ha foglie lanceolate e racemi penduli; i fiori possono raggiungere 2 o 3 cm, con petali rosa e labello bianco;
– Polystachia pubescens – proveniente dall’area tra l’Africa orientale e i sud Africa. Questa pianta presenta pseudobulbi agglomerati ed è alta non più di 10 cm; i fiori sono profumati di colore giallo con piccole linee viola, il labello è pubescente all’interno;
– Polystachia leonensis – pianta proveniente dalla Sierra Leone. Si riconosce per le foglie corte e pseudobulbi di piccole dimensioni con rizomi striscianti; i fiori sono piccoli ed hanno uno stelo eretto e sono di colore verde con sfumature viola; il labello è di colore bianco con i lobi laterali viola.
Per la coltivazione di questo genere di orchidee, vista la loro provenienza climatica, è necessaria una serra mantenuta calda e umida in cui, durante il periodo invernale la temperatura non deve scendere mai al di sotto dei 16 °C.

Si ricorda che le Polystachya non vanno mai poste alla luce dirette del sole ma in zona ombreggiata.
Per la coltivazione si possono utilizzare dei vasi di piccole dimensioni.
Il substrato da adottare dovrà essere composto da osmunda e sfagno miscelato in parti uguali. Si consiglia di porre sul fondo dei vasi uno strato di perlite o ghiaia grossa per agevolare lo sgrondo delle acque in eccesso.
Per gli apporti idrici bisogna effettuare delle annaffiature regolari e frequenti nel periodo che va da fine primavera – estate per poi ridurle gradatamente con il diminuire delle temperature. In inverno vanno fatte solo quando il substrato dovesse risultare secco.
Questo consentirà alla pianta di entrare in dormienza, fattore molto importante per la futura fase vegetativa e di fioritura.
Le acque di irrigazione devono sempre essere a basso contenuto salino: per far ciò si possono scegliere acque piovane o, in mancanza di queste, miscelare acqua deionizzata con acqua normale di rete in proporzione tale da far diminuire notevolmente soprattutto il contenuto di calcare ed altri Sali.
Per la concimazione si consiglia di intervenire solo dopo la ripresa vegetativa con apporti ogni 15-20 giorni utilizzando fertilizzanti liquidi per orchidee da miscelare direttamente con le acque di irrigazione.
Infine la moltiplicazione; la tecnica adottata deve essere quella della divisione della pianta da effettuare nel periodo primaverile.




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