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Come coltivare le Epidendrum

Come coltivare le Epidendrum

Le Epidendrum sono un genere di piante (Epidendrum L., 1763) della famiglia delle Orchidaceae al cui interno troviamo circa 1.000 specie.
Si tratta di un genere molto differenziato dove le varie specie possono assumere dimensioni diverse: piccole, altissime (fino a raggiungere i 3 metri di altezza), con grossi pseudo-bulbi oppure con fusti sottili e lunghi come canne.
Le Epidendrum sono inoltre molto adatte agli incroci con generi affini (specialmente con la Cattleya) e rappresentano tra le specie più belle in assoluto del mondo vegetale.
Tra le specie coltivate ricordiamo:
– Epidendrum aromaticum – pianta originaria del Messico e ha fiori bianco-gialli molto profumati che si sviluppano in racemi penduli;
– Epidendrum atropurpureum – specie originaria dell’America centrale ha degli pseudo-bulbi che presentano due foglie, i fiori hanno un peduncolo di colore rossoscuro, il labello è bianco con macchie rosso-viola;
– Epidendrum brassavolae – specie originaria del Guatemala, con lunghi pseudo-bulbi ovaloidi che presentano due foglie, e fiori eretti di color giallo-verde e il labello può essere rosso o bianco;
– Epidendrum falcatum – anch’essa originaria del Messico, con pseudo-bulbi molto corti e foglie falcate, pendule e rigide; ha fiori di color bianco-verdi e il grande labello bianco a tre lobi si presenta con il lobo centrale stretto mentre i lobi laterali sono larghi e alati;
– Epidendrum medusae – pianta originaria dell’Ecuador con fusti penduli che all’apice presentano fioridi di color verde-giallo con labello frangiato violaceo;
– Epidendrum vitellinum – originaria del Messico, con pseudo-bulbi di forma ovale e due foglie che all’apice presentano fiori di color rosso e con labello giallo-arancio.
In questa scheda vediamo come coltivare le Epidendrum tenendo conto delle necessità pedologiche e climatiche.
Partiamo dal substrato. Questo va costituito prevalentemente da terriccio universale, alleggerito con pezzetti di sfagno e pezzetti di corteccia, composizione che contribuisce mantenere umido e fresco il substrato.
Per quanto riguarda la luminosità bisogna scegliere posizioni molto luminose ma non a diretto contatto con i raggi del sole. In inverno vanno coltivate in casa o in serra ma per favorire la fioritura, è opportuno garantire alle piante un periodo di semi riposo vegetativo, con temperature inferiori ai 15°C.
Per questo nel periodo invernale le piante vanno poste in un luogo riparato dal freddo, in posizione luminosa ed in una zona non riscaldata della casa, con temperature massime inferiori ai 15°C.

Giunti nel periodo che va dalla primavera più calda all’estate le piante vanno spostate all’aperto, avendo cura di posizionarle sempre dove i raggi solari non le raggiungano.
Le varietà con fusti lunghi e sottili come canne richiedono comunque una temperatura più alta.
Vediamo gli apporti idrici.
Diciamo che in linea generale queste piante non necessitano di annaffiature eccessive ed è sufficiente mantenere il terreno fresco e appena umido. Durante i mesi più freschi si può apportare acqua ogni 8-10 giorni mentre durante i mesi più caldi si dovrà diminuire la distanza tra una innaffiatura e l’altra avendo cura sempre di evitare qualunque ristagno.
Una sottolineature sulla qualità delle acque, cosa che vale praticamente per tutte le orchidee. Questa deve avere una bassissima salinità, con basso contenuto in calcare, per cui se non siete in presenza di acque con queste caratteristiche si può utilizzare una miscela della vostra acqua con acqua deionizzata, aumentando la percentuale di acqua deionizzata quanto più l’acqua della rete idrica o di altra provenienza sia carica di sali.
Per quanto riguarda il metodo di irrigazione il sistema migliore è quello per immersione che consiste nel prendere una ciotola entro cui porre il vaso con l’orchidea e riempiendo di acqua fino al bordo esterno del vaso; a questo punto si deve lasciare il vaso in immersione fino a che le cortecce sulla superficie del vaso avranno assorbito l’acqua, lasciamo sgocciolare bene e riposizioniamo il vaso al suo posto; in questo modo avremo umidificato bene il substrato è senza che l’acqua ristagni nel sottovaso.
All’interno della disponibilità idrica per le Epidendrum va conteggiata l’acqua totale, cioè quella proveniente anche dall’umidità dell’aria.
Per aumentare la quantità di acqua nell’aria è importante vaporizzare le piante, passibilmente quando non sono in fiore, e con acqua demineralizzata, per non macchiare le foglie di calcare; se la nostra casa è molto asciutta, oltre a vaporizzare le piante possiamo dotarci di un umidificatore a freddo, da posizionare nella stanza dove teniamo le piante, oppure possiamo posizionare le nostre piane in ampi sottovasi, sul cui fondo terremo costantemente dell’argilla e qualche centimetro di acqua che evaporando aumenterà l’umidità del aria.
Passiamo alla concimazione: questa operazione va eseguita dall’inizio della primavera, fino a quando noteremo i primi germogli floreali; bisogna fornire del concime per orchidee ogni 10-12 giorni. Quando le Epidendrum inizieranno a fiorire dobbiamo sospendere le fertilizzazioni. Queste orchidee hanno la particolarità di fiorire anche per molti mesi, perché una volta appassiti i fiori, all’apice del fusto ne vengono prodotti di nuovi; per mantenere la pianta bella e sana, periodicamente asportiamo i fiori appassiti, con l’aiuto di una piccola forbice affilata.
Infine la tecnica della moltiplicazione. Questa può avvenire sia per divisione delle radici che per talea.




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