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Trifolium alexandrinum

Trifolium alexandrinum

Il Trifoglio alessandrino (Trifolium alexandrinum L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae e quindi al Genere Trifolium ed alla Specie T. alexandrinum.

Etimologia –
Il termine Trifolium proviene dal prefisso tri- tre e da fólium foglia: per le foglie composte da tre foglioline. L’epiteto specifico alexandrinum in riferimento alla città di Alessandria d’Egitto.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il trifoglio alessandrino è una leguminosa originaria della Siria dove viene coltivato da lungo tempo nell’area di origine. Fu introdotto in Egitto nel 6° secolo, in India nel 19° secolo e in Pakistan, Sud Africa, Stati Uniti e Australia nel 20° secolo.
Oltre alle aree di origine viene coltivato in tutto il bacino del Mediterraneo e nell’Europa centro-settentrionale; viene coltivato anche negli Stati Uniti ma la sua coltivazione è limitata alle regioni temperate orientali ed all’area Sud-Occidentale.

Descrizione –
Il Trifolium alexandrinum è una pianta con portamento eretto, con steli cavi, foglie composte trifogliate, con foglioline sessili, strette, portate da un lungo peduncolo con stipole avvolgenti e ramificazioni ascellari; i germogli basali sono prodotti dalle gemme del colletto in successione per tutto il ciclo con intensità in rapporto alle condizioni ambientali e all’utilizzazione. L’infiorescenza è a capolino con fiori di colore bianco-giallastro che formano densi grappoli ellittici di circa 2 cm di diametro. I fiori devono essere impollinati in modo incrociato dalle api per produrre semi.
Il frutto è un diclesio, una camara indeiscente inclusa nel calice con pericarpo membranaceo e 1 solo seme bruno-rossastro di 2-2,2 mm.

Coltivazione –
Per la coltivazione del trifoglio alessandrino si ricordi che è una specie che non tollera temperature inferiori a 0 °C e resiste bene alle elevate temperature (fino a 40 °C).
I semi per germinare richiedono buone condizioni di umidità ed una temperatura di almeno 8-9 °C, in condizioni favorevoli; l’emergenza delle plantule si verifica in 3-4 giorni. In condizioni di basse temperature si ha un rallentamento o arresto dell’attività vegetativa delle giovani plantule, facendo assumere alle foglioline una caratteristica colorazione rossastra. Richiede almeno 8-10 °C per iniziare l’accrescimento degli steli. La fioritura si verifica con temperature di almeno 18-20 °C ed ha inizio dopo 120-150 giorni dalla semina nelle semine autunnali e dopo soli 40-60 giorni in quelle primaverili.
Il trifoglio alessandrino è considerata una specie di limitate esigenze pedologiche.
È inoltre una specie miglioratrice per il suo apparato radicale fittonante e ricco di tubercoli radicali. Si presta bene anche per la costituzione di erbai oligofiti.
Nei climi temperati e nei terreni neutri o alcalini sostituisce il trifoglio incarnato nei miscugli Landsberger.
Il trifoglio alessandrino, inoltre, non è una pianta molto esigente in fatto di lavorazioni, essendo, soprattutto nel meridione, spesso seminato su terreno sodo.
È consigliabile però, per ottenere un buon erbaio, soprattutto nei terreni argillosi effettuare una aratura profonda a 30 cm circa nel mese di agosto, ripetuti lavori di erpicatura ed il pareggiamento della superficie dopo i primi eventi piovosi autunnali.
L’irrigazione di questa coltura è più diffusa nell’Italia centrale e settentrionale, nel meridione italiano e nelle isole la coltura di norma è in asciutto.
Per raccogliere il trifoglio alessandrino, per la produzione di foraggio, generalmente si attende che la pianta abbia appena emesso i germogli basali che produrranno i nuovi steli e quindi il ricaccio, per tale motivo il taglio o il pascolamento dovranno essere effettuati in modo da non danneggiare i germogli basali.
Il trifoglio alessandrino seminato in miscela con l’avena o il loglio soffoca le infestanti durante l’allevamento e ricresce dopo il taglio al momento della raccolta dell’avena.

Usi e Tradizioni –
Trifolium alexandrinum è una fra le più interessanti specie leguminose foraggere annuali sia per gli ambienti mediterranei (in ciclo autunno primaverile) che per le aree europee del Centro-Nord (in ciclo primaverile-estivo).
Da questa pianta si ottiene un foraggio verde di alta qualità. Il trifoglio alessandrino dovrebbe essere tagliato da 50 a 60 giorni dopo la semina e poi ogni 30-40 giorni. La massima resa di proteine con una resa relativamente bassa di fibra è stata ottenuta tagliando la pianta ad un’altezza di circa 40 cm.
Di questa specie si distinguono almeno 4 biotipi che si diversificano per caratteri biologici, dimensione e capacità di ricaccio della pianta: ricordiamo “Fahl”, di maggiore sviluppo in grado di fornire un solo taglio; “Saidi”, resistente alla siccità con apparato radicale profondo e capace di fornire 2-3 tagli; “Kadrawi” a ciclo lungo, tardivo, fornisce in genere 2-3 tagli o anche più se irrigato ed infine “Miskawi”, a sviluppo precoce, in grado di fornire 3-4 tagli, è il più diffuso in Italia ed in Europa. I primi tre vengono invece coltivati nelle zone più calde.
Attualmente in Italia sono iscritte al Registro nazionale 7 varietà “Akenaton”, “Alex”, “Axe”, “Laura”, “Miriam”, “Lilibeo” e “Sacromonte” con le prime 5 iscritte solo dopo il 1990.
Tra le varietà straniere di un certo interesse si ricordano “Bigbee” e “Multicut”, “Wafir” e “Giza”, e le tetraploidi “Pusa Giant” e “Lage Giant”.
Su questa specie si stanno operando programmi di miglioramento genetico con l’obiettivo di aumentare la resistenza alle basse temperature e agli stress idrici, prolungare il ciclo biologico, incrementare la produttività complessiva e delle singole utilizzazioni, migliorare la qualità.
Attualmente il seme viene ottenuto in massima parte con l’ultimo ricaccio delle colture comuni impiantate per la produzione di foraggio (pascolate e con un successivo taglio rinettante oppure tagliate per ottenere foraggio fresco o insilato).

Modalità di Preparazione –
Trifolium alexandrinum è una specie molto interessante per l’alimentazione degli animali mentre non ha impieghi in campo alimentare umano o nel settore farmaceutico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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