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Eucallipterus tiliae

Eucallipterus tiliae

L’Afide verde del tiglio o Afide del Tiglio (Eucallipterus tiliae L.) è un insetto Rincote omottero della famiglia Aphididae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Exopterygota, Subcoorte Neoptera, Superordine Paraneoptera, Sezione Rhynchotoidea, Ordine Rhynchota, Sottordine Homoptera, Sezione Sternorrhyncha, Superfamiglia Aphidoidea, Famiglia Aphididae, Sottofamiglia Calphidinae e quindi al Genere Eucallipterus ed alla Specie E. tiliae.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Afide verde del tiglio è un insetto originario dell’Eurasia; negli ultimi tempi si è però notevolmente diffuso ed adesso si trova in tutto il mondo dove si coltivano specie del genere Tilia.

Morfologia –
L’Eucallipterus tiliae si distingue in quanto gli adulti sono dei tipici Afidi giallastri o giallo-verdastri, con una caratteristica doppia fila di punti nerastri, posti longitudinalmente sul dorso. Le neanidi hanno invece una colorazione più chiara. Le forme virginopare attere, fondatrici e fondatrigenie partenogenetiche, hanno il corpo di forma ovale, di colore variabile da giallo a verde-giallastro, e lunghezza compresa fra 2,4 e 2,6 mm. Le virginopare alate, fondatrigenie partenogenetiche, sono di colore giallo chiaro con ampie macchie nere, ali chiazzate di marrone e corpo di lunghezza che varia tra 1,8 e 3 mm. Gli anfigonici, femmine attere, sono di colore variabile da giallo a giallo arancio, con una lunghezza di 1,8 mm. I maschi alati hanno una colorazione simile alle precedenti e dimensioni del corpo (lungo 1,72 mm) inferiori rispetto a quelle delle ali. Queste ultime sono soffuse di grigio.

Attitudine e Ciclo biologico –
L’ Eucallipterus tiliae è un Afide frequente sul Tiglio dove vive in colonie, soprattutto nella pagina inferiore delle foglie; non provoca il classico accartocciamento fogliare, ma produce una grande quantità di melata che imbratta la vegetazione e gocciola al suolo. La melata soffoca le foglie che spesso cadono defogliando la pianta; il soffocamento è accentuato dalla presenza delle fumaggini che determinano anche un brutto aspetto estetico. Inoltre le foglie cosparse di melata necrotizzano per effetto delle “bruciature” dovute all’effetto lente che la melata provoca con i raggi solari. A questo si aggiunga, per le piante site negli arredi urbani, che la melata comporta non pochi problemi, nei viali e nei parcheggi e nei parchi, per la continua “pioggia” appiccicosa che disturba l’uso di queste strutture, durante il periodo dell’infestazione.
L’Eucallipterus tiliae è un Afide monoico che svolge il ciclo biologico sul Tiglio, come unico ospite; l’insetto sverna come uovo, alla base o in prossimità delle piante ospiti. L’ovideposizione può avvenire in vicinanza delle gemme oppure al colletto della pianta, nel terreno a livello delle radici e entro le screpolature della corteccia.
Le neanidi delle fondatrici schiudono verso la metà di aprile e divengono adulte in circa 15 giorni, dopo di che si trasferiscono sulla pagina inferiore delle foglie. Qui durante la primavera e l’estate si susseguono 5 o 6 generazioni di fondatrigenie, di solito, alate, che generano le sessupare, da cui, in ottobre-novembre, hanno origine gli anfigonici, le cui femmine inseminate depongono le uova ibernanti.
L’Eucallipterus tiliae compie diverse generazioni all’anno (da 8 a 9), con accavallamento dei vari stadi.

Ruolo Ecologico –
Il periodo di dannosità maggiore è collegato alla massima densità delle colonie, fatto che si registra a partire da giugno luglio fino a settembre.
Le piante facenti parte dell’arredo urbano possono essere trattate con aficidi specifici entro la prima decade di maggio oppure, anche se è consigliabile, sempre nello stesso periodo, intervenire con la distribuzione di acqua addizionata di bagnanti per evitare la deriva sulle persone dell’insetticida. Per quanto infatti vengano prese tutte le precauzioni l’insetticida ha una ricaduta ecologica, sull’entomofauna utile e, come effetto deriva sulle persone e sull’ambiente cittadino o sui suoli e sulle falde. I prodotti chimici da utilizzare, qualora il trattamento sia opportuno e possibile tecnicamente (come nei vivai), devono essere scelti tra quelli più selettivi e specifici per gli Afidi, allo scopo di determinare il minor danno possibile alla biocenosi utile. In ogni caso il trattamento deve essere effettuato lontano dalla fioritura del Tiglio, anticipandolo o ritardandolo, per evitare danni agli impollinatori o ai numerosi entomofagi presenti.
I prodotti da utilizzare sono a base di Piretroidi; sono molto attivi nei confronti dell’Afide, tuttavia il loro uso deve essere fatto con cautela nei periodi di attività degli ausiliari perché poco selettivi, specialmente nei confronti dagli insetti utili; in particolare l’uso indiscriminato e non mirato dei Piretroidi comporta:
– un abbattimento delle popolazioni dei Coccinellidi, dei Sirfidi e degli Imenotteri, predatori/parassito idi dell’Afide e di altri fitofagi;
– un incremento della popolazione del Ragnetto del Tiglio (Eotetranychus tiliarius), dovuto all’abbattimento della popolazione del suo controllore più importante, lo Stethorus punctillum (Coleottero predatore);
per evitare pertanto interventi indiscriminati e spesso più dannosi del rimedio, è opportuno un campionamento visivo della vegetazione infestata e un campionamento anche della presenza dei nemici naturali dell’Afide; molto spesso la loro presenza è sufficiente a controllare la popolazione del fitofago, senza nessun intervento chimico specifico. Tra i nemici naturali è opportuno ricordare:
– i Coccinellidi predatori: Adalia bipunctata, Coccinella septempunctata, Harmonia conglobata;
– i Ditteri Sirfidi: Syrphus ribesii, Scaeva pyrastri, Episyrphus balteatus, le cui larve sono attive predatrici di Afidi;
– i Ditteri Cecidomidi, la Chrysopa carnea, i Rincoti Antocoridi (gen. Anthocoris), gli Imenotteri Afididi parassitoidi.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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