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Pancratium maritimum

Pancratium maritimum

Il Giglio di mare o Giglio marino comune (Pancratium maritimum L.) è una specie erbacea bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico questa pianta appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Ordine Liliales, Famiglia Amaryllidaceae e quindi al Genere Pancratium ed alla Specie P. maritimum.

Etimologia –
Il termine Pancratium proviene dal greco πᾶς, πᾶσα, πᾶν pas, pása, pan tutto e da κρᾰτέω cratéo essere forte, dominare, vincere, superare: che supera tutto; probabilmente per la capacità della pianta di resistere alle estreme condizioni dell’habitat costituito da sabbie molto aride e salmastre, oppure riferito alle sue supposte virtù medicinali. L’epiteto specifico maritimum viene dal latino mare mare: marittimo, marino, che cresce vicino al mare.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Pancratium maritimum è una pianta che cresce sui litorali sabbiosi del Mar Mediterraneo e del Mar Nero, dal Portogallo, Marocco e le Isole Canarie fino a est in Turchia, Siria, Israele e Caucaso. La pianta viene trovata anche nella Bulgaria meridionale e nel nord della Turchia e sulle coste della Georgia nel Mar Nero, dove la specie è minacciata di estinzione.
In Italia è presente lungo tutte le coste occidentali ed adriatiche, isole maggiori e minori comprese, escluse le coste più settentrionali di Friuli Venezia Giulia. Oggi questa pianta è minacciata per lo sfruttamento delle coste a scopi balneari; infatti il suo Habitat è caratterizzato da ambienti tipici delle spiagge, dune e litorali.

Descrizione –
Il Giglio di mare è una specie erbacea perenne, alta 30-50 cm, dotata di bulbo ovoide di 5-6 cm, con tuniche esterne membranacee di colore scuro; con scapo afillo compresso al cui apice porta un’infiorescenza umbelliforme con 5-10 fiori su pedicelli di 5-10 mm e una spata basale membranacea bivalve di 4-7 cm. Ha 5-6 foglie basali di colore verde glauco, spesso marcescenti durante la fioritura, larghe 1-1,5 cm e lunghe 50-60 cm, a lamina lineare e ritorta a spirale.
I fiori sono attinomorfi, ermafroditi, fragranti ed il cui profumo intenso e persistente di giglio diventa percepibile principalmente durante le notti d’estate senza vento; questi sono di colore bianco-candido, a perigonio imbutiforme, con tubo (ipanzio) molto lungo (5-8 cm), di colore verdastro, gradualmente dilatato nella parte superiore, e con 6 tepali lanceolati, mucronati all’apice e con striatura verde mediana sul lato esterno. La paracorolla (corona) è ampia, largamente campanulata, con 6 lobi biforcati che danno l’aspetto di 12 denti triangolari. Gli stami sono sei e sono inseriti tra i denti della paracorolla con filamenti saldati ad essa. Le antere sono di colore giallo, lineari, in posizione dorsifissa. Ovario è infero triloculare. Lo stilo lungamente sporgente, filiforme a stimma capitato. L’antesi è nel periodo tra luglio e settembre el’impollinazione è entomogama. Dalla fecondazione si origina un frutto che è una capsula obovoide loculicida che contiene numerosi semi protetti da un pericarpo spugnoso nero e angoloso. La disseminazione è barocora. I semi galleggianti possono favorire la diffusione della pianta anche tramite le correnti marine.

Coltivazione –
Il Giglio di mare è una pianta facilmente coltivabile, ma richiede una posizione molto soleggiata e un terreno sabbioso molto ben drenato. Può essere coltivato comunque in zone con estati calde per indurre la fioritura, mentre una fioritura timida può avvenire in climi più freschi. La pianta tollera temperature fino a circa -5°. La propagazione avviene per seme o divisione dopo la fioritura.
Cresce anche su suoli salmastri e sabbiosi in condizione di aridità molto spinta. La specie essendo perenne può fiorire nel suo terzo o quarto anno di vita. Può essere anche coltivato come pianta ornamentale.

Usi e Tradizioni –
Il nome ebraico usato per il suo fiore è חבצלת החוף (khavatselet ha-Khof), strettamente legato alla rosa di Sharon (khavatselet ha-Sharon – חבצלת השרון), menzionata nel Cantico dei Cantici. Dal momento che la pianta cresce sulla pianura di Sharon della costa del Mar Mediterraneo, si suppone che il passo biblico possa fare riferimento a questo fiore che di fatto cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi del Mar Mediterraneo e del Mar Nero.
Essendo così rari e per fortuna oggi severamente protetti è evidente che non vanno raccolti né tantomeno coltivati. In alcune regioni d’Italia infatti (Lazio, Molise, Basilicata, Calabria) è considerata una specie protetta e la raccolta e l’asportazione dei fiori e dei bulbi viene proibita. Potremmo dire che la natura e la sua bellezza non per forza si deve possedere: la si può semplicemente ammirare e condividere.

Modalità di Preparazione –
Il Pancratium maritimum è una specie che, a causa dell’erosione ecologica dei litorali, è minacciata di estinzione. Si consiglia pertanto di non raccoglierla ed utilizzarla per alcun motivo.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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