Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Citrus maxima

Citrus maxima

Il pomelo, conosciuto anche come pummelo o pampaleone (Citrus maxima (Burm.) Merr.) è una specie arborea da frutto appartenente alla famiglia delle Rutaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Ordine Sapindales, Famiglia Rutaceae, Sottofamiglia Aurantioideae, Tribù Citreae e quindi al Genere Citrus ed alla Specie C. maxima.
È sinonimo il termine Citrus grandis (L.) Osbeck.

Etimologia –
Il termine Citrus deriva dal nome latino del cedro e limone, a sua volta proveniente dal greco greco κέδρος kédros cedro e κίτρον kítron limone. L’epiteto specifico maxima è il superlativo di magnus grande: massimo, il più grande, per le dimensioni rispetto a quelle delle specie congeneri.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Citrus maxima sembra che sia originario della Cina meridionale e della Malaysia e costituisce la specie di agrume del quale esiste la più antica citazione (2200 a.C.). questa pianta è comparsa in Europa quasi mille anni fa. Oggi è presente nelle aree agrumicole, nei giardini botanici e negli istituti sperimentali. Viene coltivato nella Cina meridionale e nel Sud-Est asiatico.

Descrizione –
Il pomelo è un albero dal portamento ampio e arrotondato, che può raggiungere i 6 m di altezza; ha rametti che sono dapprima pubescenti e poi spinosi. Le foglie sono grandi, ovato-ellettiche, con apice appuntito, di colore verde scuro sopra e pubescenti sotto. I fiori sono bianchi, grandi, solitari o riuniti in piccoli gruppi. Il frutto è di grandi dimensioni (il più grande degli agrumi) di forma globosa o piriforme. La buccia è spessa e la polpa acidula, gustosa e con molti semi.

Coltivazione –
Il Pomelo, per la sua origine tropicale, è un agrume poco resistente al freddo, tuttavia si è perfettamente adattato a crescere nei climi temperati caldi, come le zone più miti del bacino Mediterraneo. Andrebbe comunque coltivato in aree in cui vi siano solo lievi ed effimere gelate. Anche poche ore con temperature inferiori ai -5° possono danneggiare seriamente la pianta o farla addirittura morire. È una pianta piuttosto esigente anche per quanto riguarda le temperature massime e, diversamente da altri agrumi, richiede un’estate lunga e calda per potersi sviluppare e portare a maturazione i frutti. Per questa ragione, zone non tropicali a clima spiccatamente oceanico, pur non avendo inverni freddi, non sono ideali per la coltivazione della specie. Questa pianta preferisce un’esposizione soleggiata, che garantisce una perfetta maturazione dei frutti ed un maggior contenuto zuccherino, ciò nonostante riesce a svilupparsi anche in zone a mezz’ombra. Come altri agrumi ha bisogno di terreni leggeri o di medio impasto e disponibilità idrica nel periodo tra la primavera e l’estate.
Il Pomelo è inoltre una specie generalmente autosterile, nonché poco incline a produrre frutti tramite partenocarpia. L’impollinazione incrociata è richiesta per la maggior parte delle varietà, ciò nonostante il Citrus maxima può essere impollinata anche da altre specie, appartenenti al genere Citrus. Per questa ragione i semi ottenuti da impollinazione libera hanno un’elevatissima variabilità genetica. Non a caso, la quasi totalità degli Agrumi odierni sono ibridi, che derivano da un primordiale incrocio tra il Pomelo ed altre specie.
Per i dettagli della tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
Il Citrus maxima, secondo Maisto, è il più antico agrume coltivato dall’uomo ed è inoltre ritenuta una delle tre specie da cui derivano tutti gli agrumi oggi conosciuti, insieme al cedro (Citrus medica) e al mandarino (Citrus reticolata).
Il pomelo è nativo del sud dell’Asia e della Malaysia dove è conosciuto da più di quattromila anni. Fu introdotto in Cina attorno al 100 d.C., dove si è diffuso e continua a sopravvivere, anche spontaneamente in riva ai fiumi, fino ai giorni nostri. Oggi viene coltivato nelle regioni meridionali (Jiangsu, Jiangxi, Fujian) e soprattutto in Thailandia. Piantagioni si trovano anche in Taiwan e Giappone, nel sud dell’India, Malaysia, Indonesia, Nuova Guinea e Tahiti.
Fuori dall’Asia il pomelo è coltivato in California e soprattutto in Israele. Venne introdotto in Giamaica nel XVIII secolo dal capitano inglese Shaddock, che localmente diede anche il proprio nome al frutto. Il cognome di questo capitano è ancora ricordato anche in Liguria, dove il pomelo è noto come sciaddocco. In Italia è coltivato soprattutto in Sicilia.
Dal punto di vista nutrizionale, il pomelo ha un apporto calorico di circa 30-40 Kcal per 100 gr. Il frutto del pomelo ha un basso contenuto di proteine e lipidi, le calorie sono fornite principalmente dai glucidi semplici in particolare il fruttosio. Ha un elevato contenuto di vitamina C, attorno ai 60 mg, con un buon contenuto di vitamina A e tracce di B1, B2, B3 e B6.
Tra i sali minerali spicca il potassio e contiene inoltre acido folico e betacarotene.
In Asia le foglie di pomelo vengono usate come decotto curativo per l’ulcera e le ferite.
L’industria ricava olii essenziali dalla buccia dei suoi frutti.

Modalità di Preparazione –
Il pomelo si consuma esattamente come gli altri agrumi. Per il consumo, gli spicchi vanno sbucciati uno a uno. Se fresco, si può sbucciare e gustare a spicchi. Si può aggiungere alle insalate miste con lattuga, rucola, radicchio e frutta secca e può essere la base di spremute molto ricche di vitamine e sali e per la preparazione di cocktail, alcolici e non.
In cucina può essere abbinato al pesce in gustosi antipasti ed essere utilizzato in numerose ricette della cucina thailandese, come ricchi pad thai.
Il pomelo si presta alla preparazione di profumati risotti, insalate di riso (è ottimo con il basmati) o altri primi piatti. Inoltre il pomelo può essere impiegato nella preparazione di svariati dolci: sorbetti, granite, frullati, ma anche torte e creme, dolci al cucchiaio e tutto ciò che un agrume così attrezzato in vitamine e sali suggerisce.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *