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Juniperus oxycedrus

Juniperus oxycedrus

Il ginepro rosso (Juniperus oxycedrus L.) è una specie con portamento arbustivo appartenente alla famiglia delle Cupressaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Cupressaceae e quindi al Genere Juniperus ed alla Specie J. Oxycedrus.

Etimologia –
Il termine Juniperus proviene da iúnix giovenca e da pário, dare alla luce, partorire: per presunte proprietà favorenti il parto. L’epiteto specifico oxycedrus deriva dal greco ὀξύς oxýs, acuto, aguzzo e dal genere Cedrus cedro: con foglie come quelle di un cedro, ma aguzze.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Juniperus oxycedrus è una specie originaria dell’area Mediterranea e la si riscontra in Marocco, Portogallo, Francia, in Iran e nel sud del Libano e in Israele. Lo si ritrova su terreni rocciosi, dal livello del mare fino ai 1600 m di altitudine. È una specie caratteristica della macchia mediterranea.

Descrizione –
L’ Juniperus oxycedrus è una spcie con portamento eretto come il ginepro comune, che può superare gli otto metri d’altezza. A differenza del ginepro comune però gli aghi presentano due righe bianche anziché una; dette righe bianche sono le file di stomi. Sono disposti in verticilli di 3, con lamina aciculare rigida, con due bande stomatifere bianche sulla pagina superiore, la restante porzione è di colore verde-grigiastro, l’apice è cuspidato e alquanto pungente.
I fiori sono degli strobili solitari o, più di rado, in verticilli di pochi elementi, all’ascella delle foglie; quelli maschili sono di colore bruno-giallastro e sono formati da sacche polliniche protette da squamette triangolari; quelli femminili portano invece squame carnose accrescenti e saldantesi fra loro dopo la fecondazione a formare dei galbuli. Il periodo di fioritura è tra febbraio ed aprile.
I frutti sono galbuli sferici, dapprima di colore verde, poi, a maturità, rossastro-aranciati, con all’apice una evidente cicatrice (dovuta alla saldatura fra le squame dello strobilo) a forma di stella a tre punte; questi maturano in 2 anni e, se aperti, hanno un odore piacevolmente balsamico ma un gusto acre. Ciascun galbulo contiene fino a tre semi grossolanamente ovali e spigolosi, immersi in una pseudo-polpa particolarmente fibrosa e amalgamata da resine.
Un’altra sottospecie è invece l’Juniperus oxycedrus L. ssp. macrocarpa, il cui nome comune è “ginepro coccolone”; è caratterizzata dai galbuli più grandi e da una maggiore rarità. Anche questa sottospecie ha due righe bianche negli aghi, ma questi sono più corti e la pianta ha un portamento meno verticale. Inoltre il ginepro coccolone cresce sulle distese costiere sabbiose delle rive del Mediterraneo.

Coltivazione –
Per la coltivazione del ginepro rosso si ricordi che è una pianta molto resistente e che si adatta bene a qualsiasi clima. Diversa è invece la necessità luminosa in quanto questa pianta ha bisogno di tanta luce. Cresce bene anche in condizioni di mezz’ombra, ma si consiglia principalmente un’esposizione in pieno sole. Per quanto riguarda il suolo bisogna considerare che non ama i terreni molto umidi e si adatta a quasi tutti i terreni, anche se predilige quelli con pH neutro o alcalino.
La moltiplicazione del Ginepro può avvenire per seme o per talea. Nel primo caso la germinazione sarà più difficile e lenta (il seme deve essere piantato in primavera), mentre con la riproduzione per talea la strada da percorrere è in discesa. La talea deve essere prelevata in primavera, prediligendo rami giovani che si sono sviluppati da poco.

Usi e Tradizioni –
Dal suo fusto del Juniperus oxycedrus si ricava un legno pregiato, scuro e profumato, duro da lavorare. In Italia il taglio è vietato. Fornisce, inoltre, un catrame vegetale ancor oggi impiegato nelle affezioni locali della pelle, incorporato in pomate.
I galbuli di questa specie contengono: sali di potassio, iuniperina che è di colore giallo, zuccheri, acido malico, cadinene e cera. Gli aghi e il legno l’olio essenziale di cade che contiene: fenoli, cadinene e un cetone.
A differenza del Juniperus communis le sue bacche non hanno un valore alimentare. Infatti questa pianta rientra nella lista del Ministero della Salute per l’impiego non ammesso nel settore degli integratori alimentari.
Viene usato invece per medicazioni sull’epidermide; per questa necessità si usa l’olio estratto dalla corteccia e dai frutti (olio cadino);lo stesso olio viene impiegato per problemi al cuoio capelluto ed in vetrinaria come antiparassitario, antiulceroso degli equini ed ovini.
I galbuli ed i rami hanno azione balsamica delle vie respiratorie. Nel Grande Erbario Medicinale di Tommaso Palamidessi , si cita il Mattioli che suggeriva di usare il legno verde sminuzzato e fatto bollire fino a ridurre il liquido ottenuto per poterlo poi inserire in una vasca dove veniva deposto il malato di gotta, trattamento che doveva avvenire per più giorni, anche alterni, fino a guarigione del gottoso.
Nella Grecia antica e in Egitto l’olio estratto dal Juniperus veniva usato per imbalsamare i morti.
Alcuni popoli dei paesi caldi bollono le corteccie per ricavarne una tinta per colorare le stoffe. Le bacche sono cibo per numerosi animali.
Il legno del ginepro rosso è molto duro e resistente al putridume, utilizzato per lavori di ebanisteria e per fare carbone.

Modalità di Preparazione –
Oltre alle proprietà digestive del Ginepro, questa pianta può essere usata a tavola anche durante il pasto. Soprattutto in passato era considerato un ingrediente molto importante nella tradizionale cucina. I Romani spesso utilizzavano il Juniperus come valido sostituto del pepe, perfetto per accompagnare cibi dal forte sapore. Il suo sapore particolarmente acidulo rappresentava un ingrediente importante dei grandi cuochi del passato, che sfruttavano questa caratteristica per abbassare l’intensità del gusto di piatti a base di selvaggina. Viceversa, può essere utilizzato per dare maggiore sapore a piatti più delicati.
Oggi, anche se presente in misura minore in cucina (spesso le bacche accompagnano arrosti e stufati o spremute per gustose marmellate), il Ginepro è maggiormente utilizzato per la preparazione di gustose bevande alcoliche. Il succo fermentato è un ingrediente importante per ottenere delle bevande dal gusto forte, ma sempre piacevole, acidulo e pungente. Una delle bevande più ricercate a base di Ginepro è un particolare gin, che si ottiene attraverso un lungo e complesso processo di distillazione, nel quale le bacche hanno un ruolo fondamentale.
La regione italiana che vanta il maggior utilizzo del Juniperus in cucina è il Trentino Alto-Adige. Oltre che acquavite e varie bevande, nella tradizione culinaria locale, rientrano anche molti piatti a base di patate, crauti e “coccole”. Famosa è anche l’affumicatura di ginepro per speck e altri salumi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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