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Acer campestre

Acer campestre

L’Acero campestre, conosciuto anche come tostello, loppio o testucchio (Acer campestre L.) è una specie arborea della famiglia delle Aceraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Sapindales, Famiglia Aceraceae e quindi al Genere Acer ed alla Specie A. campestre. Secondo alcuni autori è presente in due varietà che sono: Acer campestre var. campestre, ed Acer campestre var. leiocarpum (Opiz) Wallr..

Etimologia –
Il termine Acero, dal nome latino dell’Acero, citato in Plinio e Ovidio, dovrebbe derivare da acer acris: a punta, pungente; sia per la forma appuntita delle foglie che per l’uso dell’acero per fabbricare lance. L’epiteto specifico campestre, deriva da campus: luogo piano, campo, che cresce nei campi.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Acer campestre è diffuso nella maggior parte dell’Europa centrale e meridionale, ad est raggiunge la Vistola e il Don, al nord la Scozia e l’Irlanda, manca nella Finnoscandia, a ovest si rarefa nella penisola Iberica, ma lo troviamo poi nelle zonepiù fresche dell’Africa settentrionale, dell’Anatolia pontica (Mar nero), raggiunge il Caucaso e i monti dell’Iran. Presente in tutte le regioni italiane. Il suo Habitat è quello dei boschi meso-termofili ma non eccessivamente xerici, soprattutto nei querceti a foglia caduca, dal Lauretum freddo al Castanetum freddo al limite del Fagetum. In Italia è molto comune dal livello del mare fino all’inizio della faggeta. Preferisce suoli abbastanza ricchi, anche di matrice argilloso-limosi, trova meno concorrenza nei suoli debolmente carbonatici.

Descrizione –
L’Acer campestre è una specie arborea caducifoglie di modeste dimensioni (fino a 18-20 metri di altezza); con fusto non molto alto, tronco spesso contorto e ramificato; chioma rotondeggiante e lassa. La corteccia di quest’albero è bruna e fessurata in placche rettangolari; i rami si caratterizzano perché sono sottili e ricoperti da una peluria. Le foglie sono semplici, a margine intero e ondulato, di larghezza intorno 5-8 cm, con lamina espansa con 5 o 3 lobi ottusi, picciolate e di colore verde scuro. Rappresentano un ottimo foraggio per gli animali. I fiori sono piccoli, verdi in infiorescenze sia unisessuali che ermafroditi. I frutti sono degli acheni (disamare alate).

Coltivazione –
L’Acer campestre è una specie ornamentale utilizzata spesso nei giardini e nei parchi, anche per la sua tollerabilità alle potature e per la formazione di siepi, per via della sua efficacia nel consolidamento dei terreni franosi. Un tempo si usava, specie in Emilia, per sostenere i filari di vite.

Usi e Tradizioni –
L’acero campestre è una pianta mellifera, ma il suo miele è raro. Le sue foglie vengono utilizzate come foraggio, mentre il legno che è chiaro, duro e pesante e tende a deformarsi, viene usato solo per la fabbricazione di piccoli oggetti. È inoltre un ottimo combustibile. Possiede inoltre proprietà lievemente anticoagulanti, aiuta nella prevenzione delle calcolosi e nelle cure successive alle manifestazioni di Herpes zoster; si usa ancora il decotto di corteccia come rinfrescante intestinale o negli eritemi della pelle; alcuni usano aggiungere, all’acqua del bagno, un po’ di corteccia tritata per rinfrescare la pelle. I principi attivi sono contenuti principalmente nella corteccia non ancora suberificata dei rametti giovani e sono costituiti da: tannini, fitosteroli, allantoina, colina.
Le antiche credenze popolari attribuivano all’acero proprietà magiche contro le streghe, i pipistrelli, e la sfortuna.

Modalità di Preparazione –
Oltre agli utilizzi della corteccia nei decotti, come rinfrescante, nelle calcolosi o per gli eritemi della pelle non ha altri usi. Per il decotto per uso interno: sminuzzare grossolanamente 30-35 g di corteccia essiccata, versarla in un litro di acqua fredda e portarla a bollore. Dopo 15-20 minuti dall’inizio dell’ebollizione, si toglie dal fuoco, si lascia riposare per 5-7 minuti e quindi si filtra. Se ne prendono dalle due alle tre tazzine il giorno, se il gusto è troppo sgradevole, dolcificare con un poco di miele di Acacia o di Castagno.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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