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Agronomia ed Agricoltura da Riscrivere

Agronomia ed Agricoltura da Riscrivere

Con la “Rivoluzione Verde” anche le Scienze Agronomiche hanno subito una notevole influenza. Un influsso che ha determinato in gran parte una revisione dei Saperi, dei costumi e dei modelli agricoli.
D’altronde l’agricoltura così come oggi la conosciamo è il frutto di una progressione di esperienze e conoscenze che hanno determinato, nei secoli, differenti modelli produttivi.
In sintesi possiamo affermare che fino ad oggi siano stati quattro i modelli agricoli che l’umanità ha sperimentato:
1. Il primo modello è quello caratterizzato dalla scoperta della domesticazione delle specie vegetali ed animali che pur con evidenti evoluzioni si mantenne fino agli albori del XVII secolo;
2. Nel XVII secolo la richiesta dei primi grandi commerci internazionali spinse l’agricoltura verso un approccio diverso basato non solo sulla rotazione triennale e maggese ma sull’introduzione di nuove colture, tecniche e grandi aratri;
3. Nel XIX secolo con l’esplosione dell’industria pesante e dei grandi commerci e nuove disponibilità di sementi e macchine nascono i primordi dell’agricoltura industriale che sconvolse sostanzialmente i criteri produttivi e di mantenimento della fertilità dei suoli;
4. Si arriva così al 1960, una data fondamentale per l’agricoltura cosiddetta “moderna” che sta alla base della “Rivoluzione Verde” nata col Trattato di Roma del 1960 e sancita attraverso un approccio di Ricerca e trasferimento della stessa in tutti i settori della produzione agricola.

Ma la recente “Rivoluzione Verde” si è subito (in termini di periodi storici) dimostrata una vera “Illusione Verde” perché ha tradito tutte le aspettative; non ha risolto la fame nel mondo, anzi, secondo i dati ufficiali dell’ONU, l’ha aggravata e per di più ha impoverito in maniera molto preoccupante il patrimonio su cui si fondavano 10.000 anni di storia degli agricoltori e dell’agricoltura: fertilità e biodiversità.
L’errore sostanziale di questo modello agricolo è che non è stato basato su processi di conservazione dell’energia, che sono alla base degli equilibri dell’ecosistema e quindi dell’agroecologia. Il modello agricolo ha inseguito esclusivamente due parametri:
• Incremento delle produttività per ettaro;
• Aggressione di nuovi mercati commerciali.
Due parametri che sono distanti anni luce dai modelli termodinamici dell’ecosistema il quale, in maniera molto semplificata, altro non è che una Macchina Termodinamica che si basa su principi e criteri, apparentemente molto complessi, ma sostanzialmente semplici e lineari.
Così i processi produttivi, guidati solo da ignoranti* economisti, sono stati indirizzati verso modelli di rendimento energetico bassissimo e ad alta dissipazione (basti pensare ai grandi trasporti commerciali, alle grandi tratte per importare concimi e fattori di produzione, ecc.) e alle grandi percorrenze dei prodotti agricoli che, in barba al Protocollo di Kyoto, bruciano ingenti quantità di energie (in gran parte non rinnovabili).
Le aziende agricole sono state così private della loro funzione termodinamica oggettiva (sistemi ecologici per la trasformazione delle energie ambientali in energie nutrizionali e/o di biomasse) e trasformate in sistemi ad alto livello di Entropia con tutte le conseguenze che le pile energetiche, quali sono appunti i microecosistemi (e quindi gli agro ecosistemi), sono state depotenziate ed impoverite.
Adesso è opportuno che si riscrivano gli interi manuali di agronomia, di economia, di estimo aziendale con un approccio sistemico e multidisciplinare.
Le stesse discipline che stanno alla base della permacultura, della biodinamica e dell’agricoltura sinergica, per citare gli esempi più virtuosi dei sistemi agricoli attuali, vanno ricompresi in una visione molto più integrale e complessa.
Un consiglio ai grandi (o presunti tali) economisti: tanta umiltà e qualche anno di studio sui testi della termodinamica e della meccanica quantistica per capire che il Pianeta è un tutt’uno e che l’incomprensione della sua identità è l’unica e reale causa della povertà in tutte le sue forme.

Guido Bissanti

* le discipline economiche avulse dalle discipline energetiche sono totalmente fallaci e rovinose!




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