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Promuoviamo l’epoca dell’economia del legno

Promuoviamo l’epoca dell’economia del legno

Che l’intera economia mondiale vada riconvertita è fuori di dubbio ma sul come la disputa è aperta, controversa e spesso di difficile interpretazione per via di grandi interessi di parte. Vediamo cosa significa promuovere una economia del legno..
Eppure la soluzione è sotto gli occhi di tutti: il più grande laboratorio di energia è li davanti a noi ed intorno a noi. Stiamo parlando dell’ecosistema, cioè la più perfetta macchina termodinamica del Pianeta; capace di fornire gratuitamente grandi risorse e servizi. Tra questi le foreste, che potranno ritornare al centro degli equilibri ecologici e sociali se si invertono secoli di scellerata gestione.
In tal senso, secondo la FAO, la piantagione e la gestione in modo ecosostenibile di nuove estensioni forestali, oltre a combattere l’effetto serra e ad alleviare gli episodi alluvionali, potrebbe creare, nel mondo, 10 milioni di nuovi posti di lavoro.

L’esistenza di riconvertire l’economia mondiale verso una economia forestale è un dato fondamentale sia nei paesi in via di sviluppo che in molte nazioni a clima temperato e freddo, sempre che dispongano di ampie superfici forestali.
Il legname ed il legno da alberi ed arbusti può essere impiegato in una innumerevole quantità di prodotti, che vanno da quelli più inimmaginabili, prodotti dalla polpa di legno, come la cellulosa della carta, il celluloide della pellicola fotografica, il cellophane, la viscosa (un tessuto succedaneo della seta), fino ai più intuitivi utilizzi in mobili, edifici, mezzi di trasporto oltre che per l’utilizzo energetico.
Una fonte inesauribile di risorse rinnovabili che non solo darebbero nuovo benessere e post di lavoro ma si tratterebbe di una economia carbon free e in linea con i principi di diminuzione delle emissioni (diminuita emissione di CO2) e di salvaguardia della biodiversità.
Purtroppo ancora, tra il dire ed il fare, manca totalmente una linea politica in tal senso in quasi in tutti i Paesi del mondo. Si calcola che nel quinquennio dal 2000-2005, ogni giorno circa 32.000 ettari di foresta sono stati distrutti completamente, altri 32.000 ettari di foresta sono stati danneggiati in qualche grado. La maggiore perdita di superfici forestali in assoluto, attualmente si registra in Brasile, Indonesia e Sudan.
Ed in questo senso, sempre secondo la FAO, la riduzione delle superfici forestali, che hanno una grande capacità di assorbire le precipitazioni piovose e di convogliarle verso le falde freatiche, comporterà un aumento del numero ed entità degli episodi alluvionali e ridurrà la disponibilità di acqua dai pozzi.
C’è di più, la presenza delle foreste tende a decongestionare, con la loro economia, i grandi centri urbani a favore dei piccoli centri siti nelle aree marginali.
In un sol colpo, solo se lo si volesse o capisse (fate voi) solo in Italia si stima che si potrebbe dare lavoro a 100.000 persone, oltre all’indotto, ed una soluzione a problemi connessi difficilmente risolvibili senza una visione d’insieme.

Guido Bissanti




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