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Come coltivare il prezzemolo in maniera biologica

Come coltivare il prezzemolo in maniera biologica

La coltivazione del prezzemolo (Petroselinum crispum (Mill.) Fuss, 1866) è una di quelle che si fa più di consueto negli orti familiari ma spesso si sconoscono alcune tecniche ed accorgimenti che possono migliorare notevolmente qualità e rese. Per la sua coltivazione (che può essere tranquillamente fatta anche in vaso) bisogna sapere che il prezzemolo è una pianta biennale e che produce il seme nel secondo anno di coltivazione che può essere raccolto, conservato e riutilizzato. Esistono molte varietà di prezzemolo; dal comune con foglie molto aromatiche al gigante e taglia  appunto più grande.

Per la coltivazione di questa pianta si sappia che predilige climi compresi tra i 15 ed i 18 °C, mal sopporta le gelate e si adatta bene a temperature anche più elevate. Per questo motivo, solitamente, la coltivazione del prezzemolo inizia in primavera, quando il rischio delle gelate è ormai scongiurato. I terreni ottimali sono quelli profondi, di medio impasto, organici (magari in rotazione dopo colture che hanno utilizzato fertilizzanti organici) e ben drenati con un pH compreso tra 6 e 7.
Si può seminare in semenzaio o direttamente in pieno campo. Nel caso di semenzaio è agevole se si vuole anticipare un po’ la produzione e predisporre una protezione. La semina comunque può esser fatta sia nel periodo autunnale (ma l’inverno sarà poi un limite per la raccolta) che primaverile (quest’ultima da preferire). Comunque avvenga la semina, il prezzemolo ha bisogno di circa 20 giorni per germinare ed in questa fase il terreno deve essere sempre umido. Il seme va interrato alla profondità di 0,5-1,5 cm. Si può seminare a spaglio o a file. La semina a file è interessante per applicare consociazioni ottimali.  Comunque sia non conviene mai aumentare la densità di semina perché questa avviene a scapito della buona crescita delle piante e dei problemi fitosanitari.
Il prezzemolo è una pianta che si avvantaggia di buoni apporti idrici a condizioni che si manifestino mai ristagni idrici. Per le rotazioni non ha particolari esigenze a condizioni che non segua o preceda mai altre ombrellifere e barbabietola. Per la consociazione possibile è anche con specie orticole quali insalata, ravanello, spinacio, cipolla, pomodoro.
Per le cure colturali può essere utile la pacciamatura (più agevole nella coltivazione a file) o la sarchiatura con piccole zappette.
Per la difesa soprattutto contro afidi (frequenti nei periodi primaverili) è possibile difendersi utilizzando i macerati naturali a base di aglio oppure di ortica, in via preventiva o per infestazioni poco estese. Per le malattie fungine possono essere fastidiosi l’oidio ed il mal bianco. Normalmente se non avete scelto una zona in penombra e non avete fatto ricorso a concimi nitrici ed il suolo non manifesta ristagni non dovrebbero manifestarsi. L’uso di rame o zolfo sono assolutamente da evitare (pur se consentiti in agricoltura biologica).
Per la raccolta si consiglia il taglio periodico alla base del colletto in modo da permettere a questa pianta un costante e programmato ricaccio.




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