Un Mondo Ecosostenibile
ErbaceeSpecie Vegetali

Lavandula angustifolia

Lavandula angustifolia

La Lavandula angustifolia (sinonimi lavanda officinale o lavanda vera), viene detta anche spico o lavanda a foglie strette (nome scientifico Lavandula angustifolia Miller, oppure come sinonimo anche Lavandula officinalis Chaix) è una pianta suffruticosa sempreverde della famiglia delle Lamiaceae. Questa specie si distingue dalla lavanda latifoglia (lavandula latifolia) per le foglie più larghe.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico la Lavandula angustifolia appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Lamiales, Famiglia Lamiaceae, Tribù Lavanduleae e quindi al Genere Lavandula ed alla Specie L. angustifolia.
È sinonimo il termine:
– Lavandula officinalis Chaix.
Sottolineiamo che la famiglia delle Lamiaceae è molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, con principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo. Le Lamiaceae sono piante per lo più xerofile (in Brasile troviamo  anche specie arboree). La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie; il genere Lavandula è descritto nella tribù Lavanduleae (di cui è l’unico genere) che appartiene alla sottofamiglia Nepetoideae.

Etimologia –
Il nome “lavanda” con il quale siamo abituati a chiamare queste piante (ma anche quello scientifico del genere Lavandula) nella lingua italiana proviene dal latino “lavare” (cioè che deve essere lavato) per alludere al fatto che queste specie erano molto utilizzate nell’antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo e comunque all’antica usanza di inserire i fiori di questa pianta nell’acqua per il bagno con lo scopo di profumarla. Il nome specifico (angustifolia) fa invece riferimento alle foglie strette di questa specie. Il nome scientifico è stato definito per la prima volta dal botanico scozzese Philip Miller (Chelsea, 1691-1771).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’area di origine della Lavandula angustifolia è Steno-Mediterraneo Occidentale. In Italia è presente (ma raramente) in modo discontinuo lungo tutta la costa tirrenica (isole escluse). Questa specie è presente, fuori dall’Italia, nelle Alpi. La troviamo in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes e Drôme). Sugli altri rilievi europei prossimi alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Monti Balcani. Nel resto dell’Europa è poi presente in tutto il bacino del mediterraneo.
La Lavandula angustifolia cresce tipicamente nelle macchie basse e nelle garighe; ma anche neii terreni aridi e sassosi ed esposti al sole. I substrati preferiti sono quelli calcarei e silicei con pH neutro e bassi valori nutrizionali del terreno. Cresce molto bene nei terreni aridi. È una specie che possiamo trovare fino a 1800 m s.l.m..

Descrizione –
La specie può avere dimensioni variabili, in funzione del luogo dove cresce e delle condizioni climatiche. Si va dai 30 cm fino ai 120 cm, ma ci sono esemplari che arrivano fino a 180-200 cm. Sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 30 cm e i 2 metri. Il portamento è arbustivo o subarbustivo o cespitoso-arbustivo. Sono piante fortemente aromatiche. L’indumento è grigio-tomentoso (a peli stellati).
Le radici di questa specie sono secondarie da rizoma; il fusto presenta una parte aerea legnosa, eretta con superficie pubescente. La parte alta è ramosa con i giovani rami che hanno consistenza erbacea.
Le foglie si sviluppano, lungo il fusto, in modo opposto. La lamina è intera con contorno da lineare a lineare-lanceolato e bordo revoluto. Le foglie di questa specie sono molto profumate con aroma persistente. All’ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole. Le dimensione delle foglie sono di 1,5 – 2 mm in larghezza e di 15 – 25 mm in lunghezza.
Le infiorescenze sono delle vere e proprie spighe di 3 – 8 cm, con fiori disposti a verticilli (da 6 – 12 fiori) e sono più o meno lungamente pedicellati e distanziati. Nell’infiorescenza troviamo delle brattee con consistenza membranosa e di forma rombica, ristretta all’apice; la superficie si presenta con 5 – 7 nervature disposte a ventaglio. Le brattee hanno larghezza di circa 3 – 4 mm e lunghezza di 6 – 8 mm. Le bratteole sono nulle o ridotte e non è presente un ciuffo di brattee sterili.
I fiori di questa specie sono del tipo ermafrodita, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (cioè con corolla e calice in 5 parti). La fioritura è, secondo l’habitat di crescita, tra giugno e settembre.
I frutti sono degli schizocarpi composti da 4 nucule glabre e lisce. Le nucule sono provviste di areole ed hanno delle varie forme, dimensioni e colori. La deiscenza è basale o laterale.

Coltivazione –
Per la tecnica di coltivazione vedi la scheda specifica.

Usi e Tradizioni –
Le proprietà della lavanda sono molte, sia in termini medici che cosmetici. Il suo utilizzo può avvenire per via interna o esterna a seconda del problema da curare. Per via interna può essere un ottimo aiuto contro l’eccessiva produzione di gas intestinali, mal di gola, mal di testa e capogiri, asma, acne, cattiva digestione, cefalgia, idronefrosi, difficoltà nell’urinare, ipocondria, nausea, singhiozzo, tosse acuta, vomito, tubercolosi, febbre, cistiti, contaminazioni parassiti intestinali. È un ottimo rimedio contro la diarrea.
Un tempo la Lavandula angustifolia era molto coltivata per la raccolta dei suoi fiori. Era anche molto usata nell’industria profumiera per la produzione di essenze da inserire in profumi o saponi. Negli ultimi tempi è stata riscoperta in quanto la sua capacità di adattamento a terreni poveri ed aridi è diventata preziosa.
Oltre al classico uso deodorante e profumatorio che vedono i suoi fiori impiegati in sacchettini da utilizzare contro le tarme e la conservazione della biancheria, la Lavanda svolge importanti attività di tipo terapeutico sia sotto forma di olio essenziale sia quale droga essiccata. L’impiego principale è certamente quello rilassante e blando sedativo. Grazie all’azione sul SNC (sistema nervoso centrale), svolta dalle molecole volatili contenute nell’olio essenziale, risulta infatti particolarmente adatta negli stati di irrequietezza e nei disturbi del sonno. La si ritrova a questo scopo anche in tisane sedative e rilassanti addizionata ad altre piante quali: Valeriana, Luppolo, Passiflora, Escolzia, Camomilla e Melissa; ma anche più semplicemente nei comuni e pratici cuscini alle erbe.
In aromaterapia, quindi oltre ad essere utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante, equilibrante del sistema nervoso, come decongestionante contro i raffreddori e l’influenza,  viene ritenuta efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi ed è miscelata con altre sostanza omeopatiche per curare il mal di schiena e il mal d’orecchie.
Tra tutte le numerose varietà di lavanda usate a fini curativi, quella angustifolia viene ritenuta fondamentale per una serie di ragioni: innanzitutto l’olio essenziale prodotto dai suoi fiori risulta estremamente versatile in quanto si miscela bene con altri oli e inoltre gli vengono attribuite azioni terapeutiche molteplici.
La Lavanda è senza dubbio tra le piante più conosciute ed apprezzate di tutta l’area Mediterranea, e non solo. La sua storia è molto antica, risale all’epoca dei Greci, dove era conosciuta come “Nardo” dal nome della città da cui si riteneva fosse originaria.
Gli utilizzi della lavanda si perdono nella notte dei tempi. La civiltà romana trasse grande beneficio da quest’essenza, che venne largamente utilizzata per la profumazione delle acque dei bagni termali, in preparazioni destinate alla cura del corpo e alla sanificazione delle ricche domus. Non a caso il nome Lavanda origina, come detto, proprio dal termine latino “lavare”, a segno del suo largo impiego ad uso domestico a scopo deodorante e profumatorio. All’olio essenziale di Lavanda in particolar modo si deve l’avvio di una importante branca della fitoterapia. Rene-Maurice Gattefossé, uno dei padri fondatori della moderna Aromaterapia infatti, dopo un’esplosione nel suo laboratorio iniziò, quasi per caso, ad utilizzare quest’olio essenziale per la cura di alcune ferite, ottenendo ottimi risultati che lo portarono sempre più ad ampliare i suoi studi sugli oli essenziali e tutte le loro attività terapeutiche. Di questa pianta appartenente alla vasta famiglia delle Lamiaceae, esistono tre tipologie molto diffuse: la Lavanda “vera”, dal nome botanico Lavandula angustifolia Miller, che è la più pregiata in termini erboristici; la Lavanda spica o meglio Lavandula latifolia Med. e la Lavandula hybrida Rev., un ibrido naturale tra le due specie precedenti. Chiamata più comunemente Lavandino, quest’ibrido dalle dimensioni più elevate rispetto alla Lavanda vera è particolarmente diffuso nel territorio italiano e presenta un’essenza simile a quest’ultima, ma dall’aroma molto più canforato.
La droga, ovvero la parte della pianta contenente i principi attivi, è costituita dalle sommità fiorite, che vengono raccolte con tutto il fusto dopo la sfioritura, momento in cui la pianta risulta più ricca di sostanze aromatiche.

Modalità di Preparazione –
Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia.
Di seguito vi riportiamo anche alcuni impieghi pratici della lavanda che vi aiuteranno per combattere o alleviare alcuni disturbi:

  • Per un’eccessiva flatulenza e difficoltà all’urinare preparate un decotto di vino e fiori di lavanda, metteteli in un canovaccio ed appoggiateli sul ventre.
  • Contro asma, infiammazioni alla gola, cattiva digestione, ponete dei fiori di lavanda in acqua bollente e fate un infuso che dovrà riposare per 20-30 minuti, passato questo tempo filtrate e bevetene 3-4 tazze al giorno.
  • Per combattere la stanchezza preparate un decotto con fiori di lavanda e aggiungetelo all’acqua per il bagno.
  • Lasciate macerare 100 grammi di fiori di lavanda in mezzo litro di alcool ad 80 gradi per 15-20 giorni, fate delle frizioni sulla vostra pelle, questo può essere un rimedio efficace contro l’acne.

Per via esterna invece, può aiutare a guarire piaghe di qualsiasi genere: ulcere delle gambe, infezioni leggere, punture d’insetti e fistole anali. Gli olii essenziali di lavanda, attraverso l’aromaterapia, vengono impiegati, come detto, perché producono un effetto antidepressivo e tranquillizzante del sistema nervoso.
La lavanda può essere d’aiuto, come sottolineato in pecedenza, alle persone che soffrono di ipertensione. In passato, ma anche attualmente, la lavanda viene usata per rendere profumata la biancheria di casa e per tenere lontane le tarme. In cucina, la lavanda, viene utilizzata dare profumo a marmellate ed insaporire pietanze.
Per preparare la famosa acqua di lavanda mettete 30 grammi di fiori freschi in mezzo litro di alcool a 32°, lasciate in macerazione per circa un mese, poi filtrate.
Per quanto riguarda la cosmetica, avrete capelli meno grassi e più profumati se aggiungerete della lavanda all’acqua di lavaggio.
La lavanda è molto visitata dalle api, che producono un miele di ottima qualità, ma la pianta è poco diffusa al di fuori degli orti e giardini, quindi la produzione è occasionale.
I fiori sono eduli (commestibili) e possono essere utilizzati per preparare dolci, biscotti o in risotti e gnocchi.
Qualche goccia di olio essenziale, aggiunta nell’acqua del bagno, aiuta a rilassarsi.
Infine si ricorda che i fiori di Lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi. È infatti consuetudine mettere dei sacchetti di tela nei cassetti per profumare la biancheria. La pianta, che era già nota agli antichi, veniva usata anche per la preparazione di talismani e portafortuna, legati a pratiche magiche ed esoteriche.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *