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Portulaca oleracea

Portulaca oleracea

La portulaca (Portulaca oleracea L.), detta Porcellana comune, è una pianta particolarmente infestante appartenente alla famiglia Portulacaceae.

Sistematica –
La Portulaca oleracea appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Caryophyllidae, Ordine Caryophyllales, Famiglia Portulacaceae, Genere Portulaca e quindi alla Specie P. oleracea.
Etimologia –
La porcellana ha un’etimologia interessante. Il nome comune fa riferimento alla predilezione che hanno i maiali per la pianta, di cui si nutrono con piacere, mentre il binomio latino celebra il suo utilizzo come verdura (olera in latino significa ortaggio) e la struttura caratteristica del frutto, che ha una sorta di porticina membranacea (portula in latino) che protegge i semi.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Di probabili origini asiatiche, nella medicina dell’antico Egitto era utilizzata come pianta medicinale, mentre era coltivata durante il Medio Evo nei Paesi Arabi e nel Bacino del Mediterraneo, soprattutto in Spagna. Diffusa in quasi tutte le regioni del mondo, in Italia è comune infestante ed è presente in tutto il territorio.
In Arabia Saudita, Emirati Arabi e Yemen, sono coltivate diverse varietà di portulaca della sottospecie sativa. Negli Emirati Arabi la varietà coltivata è reperibile in molti negozi di ortaggi per essere utilizzata come insalata. Nelle regioni dell’Italia meridionale la portulaca, raccolta negli orti come spontanea, veniva venduta alla rinfusa da ambulanti durante gli anni ’50 – ’60.
Habitat: Pianta sinantropa, nitrofila, infestante delle colture irrigue estive su suoli argillosi, presente negli orti e negli ambienti ruderali e nelle aree antropizzate dove colonizza tenacemente i marciapiedi; altimetrie dove la si può trovare: 0÷1.700 m s.l.m.

Descrizione –
È nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, purselana (Liguria), erba grassa (Lombardia), barzellana (Sardegna), purcacchia o purcacc (Lazio), porcacchia (Marche), precacchia (Abruzzo), porcacchia o perchiacca (Basilicata), pucchiacchèlla, purchiacchèlla, chiaccunella (Campania) o picchiacchella (in alcune zone del Sannio viene chiamata, eufemisticamente, erba vasciulella per evitare il diretto riferimento dialettale alla pucchiacca, l’organo genitale sesso femminile in napoletano), perchiazza, sportellecchia (Toscana), andraca, purchiacca (Calabria), purciaca o purciddana (Sicilia), perchiazza o spurchiazza (Puglia)[senza fonte] (prechiazze a Taranto e precchiacche a Foggia, ‘mbrucacchia o brucacchia (Salento). In inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in còrso come erba fratesca; in curdo come par-par; in cinese come ma-chi-xian. Alla specie Portulaca oleracea L. sono ascrivibili sette subspecie:
subsp. granulatostellulata (Poellnitz) Danin e H.G. Baker; subsp. nitida Danin e H.G. Baker; subsp. oleracea; subsp. papillatostellulata Danin e H.G. Baker; subsp. sativa (Haw.) Celak.; subsp. stellata Danin e H.G. Baker; subsp. sylvestris (DC.) Celak.
Tra queste la oleracea è la più diffusa. Il nome botanico latino significa ‘piccola porta’ per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medioevo l’hanno denominata baqla hamqa, che significa ‘pianta pazza’ o ‘pazzesca’ a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.

Coltivazione –
Per la tecnica di coltivazione leggi la scheda seguente.

Usi e Tradizioni –
Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti come erba aromatica nelle regioni mediterranee. La cultura medievale attribuiva alla pianta un valore apotropaico contro gli spiriti maligni. Se ne riporta l’uso culinario alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, ma nel tempo l’ingrediente è caduto nel dimenticatoio, prima di una nuova riscoperta nel tempo.
Le foglie crude (e i germogli), carnosette e dal sapore acidulo, si consumano in insalate, alle quali conferiscono un superiore mordente; sono utilizzate per preparare minestre saporite e rinfrescanti e si possono conservare sottaceto. Entrano anche come ingredienti di frittate e ripieni.
Nella cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla rucola da piante che crescevano spontaneamente, e venduta da ortolani ambulanti. Rucola e pucchiacchella erano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell’insalata.
Nella cucina romana la portulaca o porcacchia appartiene a quel misto di varie verdure domestiche e selvatiche crude che sono consumate in insalata sotto il nome di misticanza o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l’obolo alle famiglie, ed infatti in Corsica la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.
La portulaca oleracea vanta proprietà e controindicazioni diverse. Si tratta di una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Portulacaceae particolarmente benefica per la salute dell’organismo e conosciuta sin dai tempi più antichi: basti pensare, infatti, che era già ampiamente nota nell’antico Egitto per i suoi effetti medicinali. Le origini di questa preziosa pianta si pensa siano asiatiche: la portulaca veniva coltivata, nel Medioevo, nelle zone del Mediterraneo e nei Paesi arabi. Oggi, purtroppo, le proprietà benefiche di questa pianta sono sottovalutate: in Italia – da chi non la conosce – è, infatti, considerata una pianta infestante per giardini e orti. Ma quali sono gli usi e i benefici di quella che è, invece, una pianta preziosa? Scopriamoli.
La portulaca oleracea vanta delle notevoli proprietà diuretiche, depurative e dissetanti: è, quindi, possibile utilizzarla quando si hanno problemi di ipertensione, glaucoma, insufficienza renale, cirrosi epatica, insufficienza cardiaca e altro ancora.
La portulaca oleracea viene, inoltre, usata – nella medicina popolare – contro disturbi, quali vomito e diarrea: sembra, infatti, essere efficace per il trattamento di questi problemi, in special modo nei casi di emorroidi, enterite acuta o emorragie post-partum.
Questa preziosa pianta è, poi, un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi di tipo omega 3: può, quindi, essere considerata un’importante fonte vegetale da questo punto di vista.
Per merito del suo contenuto di acidi grassi omega 3 prima citati, la portulaca oleracea può essere considerata un’importante alleata per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Gli acidi grassi omega 3 contenuti nella portulaca oleracea aiutano, inoltre, a ridurre il colesterolo LDL e i trigliceridi: ciò favorisce una migliore circolazione del sangue. Esistono anche varie tisane da poter bere contro il colesterolo alto.
Le foglie della portulaca oleracea possono essere utilizzate come impacco contro le punture di insetti, acne – esistono diversi rimedi contro la pelle acneica – ed eczema.
Infine, non esistono particolari effetti collaterali associati all’assunzione di tale pianta, tranne in caso di allergie. In ogni caso, è bene precisare che, prima di assumere tale pianta, è opportuno consultare il parere del proprio medico.

Modalità di Preparazione –
Nella cucina siciliana ‘a purciddana è usata per la preparazione di insalate, come l’Insalata ferragostana con pomodori, cetrioli, cipolle condite con olio aceto e sale; oppure l’insalata con verdure lesse, dove le foglie ed i giovani germogli di purciddana sono usati con patate bollite e cipolle al forno. Altro uso è quello di preparare piccola frittelle di Purciddana, in cui le cime della pianta – immerse in una pastella di farina ed acqua – sono fritte singolarmente in olio ben caldo e poi servite come stuzzichini o antipasti.
Un rimedio naturale antico per la cura della bronchite consiste nell’utilizzare questa erba per fare un infuso di Portulaca Oleracea.
Assunta sotto forma d’infuso esercita una potente azione antinfiammatoria ed espettorante: aiuta infatti a fluidificare i muchi bronchiali favorendone l’eliminazione, seda la tosse stizzosa.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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