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Come si prepara una talea di Fico

Come si prepara una talea di Fico

Il fico comune (Ficus carica L., 1753) è un albero di origine subtropicale temperata della famiglia delle Moraceae che produce il frutto (più propriamente l’infruttescenza) detto fico.
Chiariamo subito che questa specie ha due forme botaniche che possono essere definite come piante maschio e piante femmina, dato che la prima (caprifico) costituisce l’individuo che produce il polline con frutti non eduli, mentre la seconda o fico vero è la pianta femmina che produce frutti eduli con i semi contenuti all’interno.
In effetti la distinzione botanica è molto più complessa, dato che in realtà il caprifico ha nel frutto parti complete sia per la parte femminile (ovari adatti a ricevere il polline) che per la parte maschile (che produce polline); la parte femminile è però modificata da una microscopica Vespa (Blastophaga psenes Linnaeus, 1758) che vive negli ovari (modificati in galle) e quindi per questo la parte femminile è sterile.
La pianta di caprifico, a causa della vespa, svolge quindi esclusivamente (o quasi) una funzione maschile, producendo polline (presso l’apertura del siconio) e facendolo trasportare dalla vespa che alleva; solo le femmine della vespa sciamano fuori dal frutto portando con sé il polline. Il frutto del caprifico non è commestibile: non è succulento e neppure dolce.
Il fico vero (fico edule) riceve invece il polline e quindi matura i semi che sono botanicamente acheni, ovvero quei piccoli granellini che si trovano all’interno del frutto.
In aggiunta a questa caratterisica naturale l’uomo ha selezionato una grande varietà di fichi commestibli a possibile maturazione “partenocarpica”, che avviene quindi anche se non è avvenuta la fecondazione (in tal caso i granellini dei semi sono vuoti). La maggior parte dei fichi coltivati dall’uomo sono di questo tipo, o meglio sono detti permanenti dato che permangono sulla pianta anche se non sono fecondati, questo per distinguerli dai caduchi che in assenza di fecondazione cadono al suolo immaturi.
La condizione partenocarpica non esclude però la fecondazione che rimane sempre possibile in presenza della vespa. Nei fatti con un minimo di attenzione si può notare, all’interno della stessa fruttificazione di fichi partenocarpici, differenze sostanziali di forma, colore, struttura interna, e soprattutto presenza di semi pieni all’interno dei frutti che possono segnalare una possibile avvenuta fecondazione. Anche se gli alberi di caprifico non sono nei pressi, questi sono spesso in terreni incolti ed abbandonati, e la microscopica vespa può giungere, aiutata dal vento, anche da diversi chilometri di distanza.
Chiarimao subito però che la condizione di fico partenocarpico è comunque importante, dato che permette di avere frutti anche dove la vespa non esiste (la vespa infatti non sopravvive a temperature invernali inferiori ai −9 °C), la pianta di fico in ambiente caldo, secco e con buona lignificazione della vegetazione, durante l’estate, può invece sopravvivere agevolmente a temperature di −17, −18 °C in inverno, in tal caso si estende notevolmente la possibilità di coltivazione del fico da frutto in climi invernali più freddi.
Alcune tra le varietà più pregiate di fico sono caduche, cioè devono essere obbligatoriamente fecondate, (come la varietà turca Smirne), e sono coltivate solo dove la presenza del ciclo vitale della Blastophaga psenes è assicurato in maniera perfetta; per contro la fecondazione di alcune varietà partenocarpiche (sempre possibile) può non essere desiderata, dato che i frutti prodotti in tal caso (con buccia spessa ed a polpa più asciutta) possono essere meno graditi in caso di particolari utilizzi, come ad esempio per la essiccazione.
Dal punto di vista genetico si manifesta un’evidente dominanza genetica da parte del genotipo maschile per quanto riguarda la espressione della partenocarpia nella prole, cioè: solo un individuo maschile evidentemente partenocarpico, produce prole di questo tipo.

Propagazione del fico –
Una volta chiarita la complessa fisiologia delle piante di fico, precisiamo subito che il fico domestico si propaga sia per talea (utilizzando rami di 2-3 anni), sia tramite pollone radicato. Può essere innestato qualora si voglia cambiare varietà (innesto a gemma o a corona).
Inoltre le cultivar del caprifico sono qualche decina, mentre quelle del fico domestico sono diverse centinaia. Molte sono antichissime, coltivate localmente, e spesso poco note.
Anche la forma di propagazione per pollone è molto agevole in quanto il fico è una pianta che produce molti polloni basali e che radica con molta facilità, non è difficile quindi sfruttare queste caratteristiche per ottenere nuove piante da trapiantare.
La moltiplicazione per talea si effettua invece prelevando e facendo radicare nella terra un rametto, mentre in estate si può radicare i polloni direttamente vicino alla pianta, per ottenere nuove piante.

Propagazione del fico per talea –
Nel merito della propagazione per talea, il fico si può moltiplicare tagliando un ramo legnoso e mettendolo in un vasetto di torba + sabbia, in rapporto 1:1; si tratta di un lavoro semplice da fare, che richiede pochi accorgimenti.
La pianta nata da talea sarà esattamente la stessa varietà della pianta madre e questo è importante per capire come portare a produzione una coltivazione di fichi.
La talea di fico si può fare tra la primavera e l’estate, mettendo il rametto a radicare nei mesi tra marzo e luglio, in cui la pianta ha una buona spinta vegetativa.
Se si può scegliere l’ideale è tagliare un rametto a marzo, quando ancora la pianta è in riposo vegetativo ma sta per svegliarsi e quindi vegeterà subito gettando radice nel vasetto.
Il ramo madre da prelevare dalla pianta deve essere un ramo di 2-3 anni, la lunghezza da tagliare è di circa 20/25 cm. Il ramo per fare la talea deve avere almeno una gemma.
Dopo averlo tagliato bisogna pulire la metà inferiore del ramo di fico, togliendo eventuali foglie, bisogna invece lasciare foglie e gemme alla sommità.
Il ramo va così posto in un vasetto, interrando 10 cm circa di lunghezza, nella miscela preparata di terriccio.
Il radicamento richiede temperature costanti e buona umidità, conviene quindi coprire i rami con un telo di plastica oppure con un bottiglia tagliata a metà e usata come campana.
Una volta impiantate le talee queste vanno irrigate regolarmente e arieggiare ogni tanto per garantire un circolo d’aria che eviti marciumi.
Normalmente passano circa tre settimane affinché il ramo radichi, dando vita a una nuova pianta di fico che potrà essere trapiantata.

Moltiplicazione del fico per polloni –
Visto che l’albero dei fichi spesso produce dei polloni alla base possiamo anche scegliere di utilizzarli per ottenere nuove piantine.
Il periodo più adatta per moltiplicare il fico tramite i polloni è ad inizio estate, legando ben stretto il pollone appena sopra il livello del terreno con un filo di ferro. Bisogna poi rincalzare con 20 cm di terra e tenere questa copertura di terra ai piedi del pollone bagnata durante tutto il periodo estivo, a novembre il pollone dovrebbe aver radicato e potrà essere prelevato, ottenendo il nuovo albero di fico.




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