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Brassica oleracea var. gemmifera

Brassica oleracea var. gemmifera

I cavolini o cavoletti di Bruxelles (Brassica oleracea var. gemmifera) sono una varietà della Brassica oleracea e quindi appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Capparales, Famiglia Brassicaceae e quindi al Genere Brassica, alla Specie B. oleracea ed alla Varietà B. o. gemmifera.

Etimologia –
Il termine Brassica proviene da brassica, nome latino del cavolo descritto da diversi autori, attestato in letteratura a partire da Plauto (III-II sec. a.C.). L’origine di questo nome è incerta ed è stata fatta risalire a voci greche o celtiche, senza prove totalmente convincenti. Diversi testi etimologici fanno riferimento alla parola Βράσκη braske, secondo Esichio usata dagli Italici in Magna Grecia per indicare il cavolo.
L’epiteto specifico oleracea viene da ólus óleris ortaggio: utilizzato come verdura.
Il nome gemmifera viene da gémma germoglio, bocciolo e da fero portare: che produce gemme o germogli.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
I broccoletti di bruxelles cavoletti di Bruxelles sono una pianta di origine nord Europea, diffusa soprattutto nei paesi scandinavi e in Benelux, prendono il nome infatti dalla capitale del Belgio dove pare sia stata selezionata questa curiosa varietà di cavolo che in Italia è ancora poco coltivata.

Descrizione –
La Brassica oleracea var. gemmifera è una pianta biennale che forma in genere una rosetta di foglie durante il primo anno di vita. Il secondo anno si forma una infiorescenza più o meno alta che porta numerosi fiori gialli a quattro petali.
Questa varietà si differenzia dal suo genere in quanto i cavoletti di Bruxelles sviluppano un fusto alto anche un metro, dove alla base delle celle si formano dei grumoli ascellari sferici che sono appunto i cavolini che vengono poi raccolti e cucinati. Una pianta produce mediamente da 30 a 40 germogli.

Coltivazione –
Per la sua coltivazione, questa pianta, essendo di origine settentrionale ama i climi freschi, con estati non troppo aride e calde, anche se non sopporta inverni troppo rigidi in Europa viene spesso coltivata in serra.
In generale la pianta dei cavoletti ha un ciclo di quattro mesi. La raccolta di cavoletti di Bruxelles è scalare, avviene una volta all’anno e dura in genere due settimane. Le varietà precoci possono iniziare a dar frutto ad agosto mentre se si prendono cavolini più tardivi è possibile raccoglierli anche a dicembre (temperature permettendo). Una breve gelata migliora il sapore di questo ortaggio. Si raccolgono i capolini quando raggiungono almeno i tre cm di diametro, in modo che siano croccanti e teneri insieme.
Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
I Cavoletti di Bruxelles rappresentano un ortaggio molto interessante da far crescere nell’orto, in quanto da buone produzioni e ha un sapore simile al cappuccio ma in scala miniaturizzata, con teste di diametro intorno ai tre centimetri.
La parte commestibile è costituita dai germogli ascellari della pianta. Di forma globulare, crescono alla base delle foglie principali e sono costituiti da foglioline embricate (l’una che copre una o due sottostanti, come i carciofi). Il portamento di questa pianta ricorda il cavolo nero toscano e la coltura è molto simile.

Modalità di Preparazione –
I cavoletti di Bruxelles non si mangiano crudi, sono un ottimo contorno che si può fare in padella, bollito oppure gratinati al forno.
Di norma vengono consumati cotti al vapore e poi spalmati con un po’ di burro. A volte viene aggiunto del limone.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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