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Città di Transizione

Città di Transizione

Le Città di Transizione (Transition Towns) è un’idea urbanistica innovativa che è stata pensata e fondata a Kinsale (Irlanda) e Totnes (Inghilterra) da Rob Hopkins tra il 2005 ed il 2006.
Rob Hopkins (1968) è un attivista e scrittore inglese, specializzato in temi ambientali, esperto di permacultura e fondatore del movimento Città di transizione.
Lo scopo principale del movimento è quello di accrescere la consapevolezza dei cittadini nei riguardi di varie questioni come: l’insediamento sostenibile e preparare alla flessibilità richiesta dai mutamenti in corso.
In questo modo le comunità vengono incoraggiate e guidate a ricercare metodi per ridurre l’utilizzo di energia ed incrementare la propria autonomia a tutti i livelli.
In questa visione l’appellativo “città” identifica comunità di diverse dimensioni.
Si va dal piccolo villaggio di Kinsale fino a giungere a città di dimensioni ragguardevoli come Brixton.
Si ricorda che Brixton è un quartiere di Londra, 6 km a sud di Charing Cross, e parte del borgo londinese di Lambeth (di cui è centro amministrativo) e storicamente della contea del Surrey.
Nel Piano di Londra, Brixton è riconosciuto come uno dei 35 “major centres”.
Il movimento si prefigge l’obiettivo di educare e preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio.
Si tratta di un movimento in rapida crescita che conta centinaia di comunità affiliate in diversi paesi.
Il concetto di transizione è maturato a seguito del lavoro fatto da Rob Hopkins assieme agli studenti del Kinsale Further Education College, culminato in un saggio dal titolo Energy Descent Action Plan.

In questo saggio vengono analizzati gli approcci di tipo: resiliente, multidisciplinare e creativo riguardo alle questione che gravitano intorno alla produzione di energia, salute, educazione, economia e agricoltura, sotto la forma di “road map” nella direzione di un futuro sostenibile per la città.
A seguito di questo lavoro uno degli studenti, Louise Rooney, sviluppo ulteriormente il concetto di città di transizione e lo ha presentato al consiglio comunale di Kinsale, il quale con una storica decisione ha adottato il piano e lavora oggi alla propria indipendenza energetica.
Successivamente, nel settembre del 2006, l’idea è stata riformulata ed espansa per la città nativa di Hopkins, Totnes, dove egli oggi vive. L’iniziativa ha avuto una celere diffusione, tanto che ad oggi si segnalano oltre 2.000 comunità riconosciute ufficialmente da “Transition Network” in vari Paesi, come Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e Italia.
In Italia esistono diverse Città di Transizione riconosciute da TN e coordinate: una delle prime è stata Monteveglio, in provincia di Bologna.
Nel mese di marzo del 2019 tutte le Iniziative di Transizione sono invitate a partecipare alla verifica dello stato di salute.
Nelle Città di Transizione si attuano una serie di iniziative quali: la creazione di orti comuni, riciclaggio di materie di scarto come materia prima per altre filiere produttive, o semplicemente la riparazione di vecchi oggetti non più funzionanti in luogo della loro dismissione come rifiuti.
Una delle attività interessanti è quella di “coniare” una propria moneta locale, il Totnes pound, che è spendibile nei negozi e presso le attività commerciali locali. Questo aiuta a ridurre le “food miles” (distanza percorsa dal cibo prima di essere consumato, causa di inquinamento e dispendio energetico) e supporta l’economia locale.

Guido Bissanti




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