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Ornithoptera alexandrae

Ornithoptera alexandrae

La farfalla della regina Alessandra (Ornithoptera alexandrae (Rothschild, 1776)) è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Papilionidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Panorpoidea, Ordine Lepidoptera, Sottordine Glossata, Infraordine Heteroneura, Divisione Ditrysia, Superfamiglia Papilionoidea, Famiglia Papilionidae, Sottofamiglia Papilioninae, Tribù Troidini e quindi al Genere Ornithoptera ed alla Specie O. alexandrae.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La farfalla della regina Alessandra è un lepidottero il cui habitat è ristretto alla Provincia di Oro nell’est di Papua Nuova Guinea.

Morfologia –
La Ornithoptera alexandrae è la più grande farfalla del mondo.
Le femmine sono più grandi dei maschi con ali marcatamente più ampie e rotondeggianti che possono raggiungere un’apertura alare di 31 cm, una lunghezza corporea di 8 cm e un peso fino a 12 grammi, che rappresentano ovviamente misure notevoli per una farfalla.
La femmina si riconosce per le ali marroni con disegni bianchi ed un corpo color crema con una piccola sezione sul torace ricoperta di pelo rosso.
I maschi sono più piccoli ed hanno ali marroni, dai disegni blu e verdi iridescenti ed un addome giallo brillante, con un’apertura alare intorno ai 16 cm ma che può arrivare anche ai 20 cm.
Una spettacolare forma del maschio è la atavus, che ha punti dorati sulle ali posteriori.
I bruchi appena emersi sono neri, con tubercoli rossi e hanno una fascia color crema o una sella nel mezzo del suo corpo.
Le pupe sono di colore giallo dorato o marrone chiaro con segni neri. Le pupe maschili si distinguono per una debole macchia colore carbone che diventa una banda nella farfalla adulta chiamata marchio del sesso.

Attitudine e Ciclo biologico –
La fase dell’accoppiamento è preceduta dal corteggiamento che è breve ma spettacolare; i maschi si librano sopra una potenziale compagna, cospargendola con un feromone che induce all’accoppiamento. Le femmine recettive permetteranno al maschio di posarsi ed accoppiarsi, mentre quelle non recettive voleranno via o scoraggeranno il maschio in qualche maniera.
Le farfalle della regina Alessandra femmina depongono comunque circa 27 uova durante tutta la loro vita.
I neonati bruchi mangiano il guscio del loro uovo prima di nutrirsi delle foglie.
Il tempo per svilupparsi da uovo a crisalide è di circa sei settimane, mentre lo stadio di pupa dura un mese o più. Gli adulti escono dalla pupa la mattina presto mentre l’umidità è ancora alta, dato che le enormi ali potrebbero seccarsi prima di essersi completamente distese se l’umidità svanisse.

Ruolo Ecologico –
Gli adulti della Ornithoptera alexandrae vivono per tre mesi o più ed hanno pochi predatori, con esclusione di alcuni grandi ragni del genere Nephila ed alcuni piccoli uccelli.
Gli adulti sono ottimi volatori che risultano particolarmente attivi nelle prime ore del mattino ed al crepuscolo quando si nutrono ai fiori.
I maschi pattugliano anche le aree delle piante ospiti alla ricerca di femmine neonate durante la mattina.
Le femmine passano la maggior parte del tempo alla ricerca di piante ospiti.
I maschi sono fortemente territoriali, cacciando via potenziali rivali e, a volte, inseguendo piccoli uccelli così come altre specie di troidini. Il volo è solitamente alto nel fogliame della foresta ma entrambi i sessi discendono fino a pochi metri dal terreno per nutrirsi o deporre le uova blu.
Le larve dopo essersi nutrite del guscio da cui sono nate iniziano ad estrarre sostanze nutritive da viti da pipa del genere Pararistolochia (famiglia Aristolochiaceae ), tra cui P. dielsiana e P. schlecteri .
In un primo omento si nutrono di fogliame fresco delle piante ospiti e poi anche di parti più legnose.
Le piante della famiglia delle Aristolochiaceae contengono acidi aristolochici nelle foglie e negli steli. Si ritiene che questo sia un potente veleno che si accumula nelle larve durante il loro sviluppo.
La farfalla della regina Alessandra è considerata per l’IUCN, come una specie a rischio, essendo ristretta approssimativamente a 100 chilometri quadrati di foresta pluviale vicino a Popondetta, nella provincia di Oro in Papua Nuova Guinea. Il maggior pericolo per questa specie è la distruzione dell’habitat per far posto a piantagioni di palme da olio. Tuttavia, va notato che l’eruzione del vicino Monte Lamington nel 1950 ha distrutto una vasta area di origine di questa specie ed è una delle ragioni più importanti della sua attuale rarità. A causa di ciò, questa farfalla ha un valore estremamente alto sul mercato nero.
La specie è anche molto valutata dai collezionisti, con campioni illegali venduti anche per migliaia di dollari. Anche se i collezionisti sono spesso coinvolti col declino di questa specie, il pericolo maggiore resta comunque la distruzione dell’habitat. I primi raccoglitori, frustrati dall’altezza a cui gli adulti volano durante il giorno, spesso usano piccoli fucili da caccia per catturali, ma siccome i collezionisti esigono campioni di qualità, molti di essi sono ricavati da larve e pupe.
Anche per questo motivo è segnalata come in pericolo sotto l’Appendice I della CITES, che ne vieta completamente la vendita.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.




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