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Himantopus himantopus

Himantopus himantopus

Il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758)) è un uccello appartenente alla famiglia dei Recurvirostridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Aves, Sottoclasse Neornithes, Superordine Neognathae, Ordine Charadriiformes, Sottordine Charadrii, Famiglia Recurvirostridae e quindi al Genere Himantopus ed alla Specie H. himantopus.
È sinonimo il termine:
– Charadrius himantopus Linnaeus, 1758.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Cavaliere d’Italia è un uccello limicolo il cui habitat abituale è quello delle acque libere poco profonde di lagune, saline, paludi e laghetti artificiali, con sponde sabbiose e sassose. Si adattano facilmente anche ad ambienti artificiali, come risaie e saline.
Il suo areale di diffusione è quello intorno al Mar Mediterraneo, e a nord fino alla Germania e al Regno Unito; è presente in Africa sia sulle coste mediterranee che in Madagascar; in Asia sia nell’area centrale che nelle zone del Sud-est asiatico e anche in Asia orientale (Cina, Taiwan e alcune isole).
In Italia si stima una popolazione di circa 4000-5000 coppie di cavaliere d’Italia, seconda popolazione europea per importanza dopo quella spagnola, dove infatti nidificano circa 12000 coppie. Le aree di nidificazione sono soprattutto nel Delta del Po, nell’Orbetello e in Sardegna. Colonie minori sono sparse nel resto della Pianura Padana (Oasi di Torrile, Salina di Cervia, Caldogno, risaie del Piemonte, Laguna di Venezia, Parco regionale del Mincio, Riserva naturale della Foce dell’Isonzo) e nel Mezzogiorno (laghi di Lesina e di Varano, Saline di Margherita di Savoia e Sicilia).
Le popolazioni italiane sembrano svernare nelle paludi del Mali e del Senegal, come per esempio il Delta interno del Niger, ma qualcuno resta in Italia anche d’inverno: nella stagione fredda si concentrano soprattutto in Sardegna, in Sicilia e qualche esemplare anche nella salina di Comacchio.

Descrizione –
Il cavaliere d’Italia è un caratteristico trampoliere lungo dai 34 ai 40 cm, con un’apertura alare di 67 – 83 cm ed un peso medio di 160 – 200 grammi.
Le zampe sono rosse, molto lunghe, simili a trampoli, che possono raggiungere i 30 cm di lunghezza. Cammina eretto sulle zampe che in volo sporgono oltre la coda per una lunghezza simile a quella del corpo.
Il piumaggio è di colore nero e bianco, pressoché identico in entrambi i sessi. La femmina si differenzia dal maschio per gli scapolari di colore marrone, invece che nere. La nuca nel maschio è più nera, rispetto alla femmina, ma questa differenza non è sempre presente, tanto che spesso appare più nera nelle femmine che in molti maschi.
Nei giovani, il nero degli adulti è sostituito da una colorazione bruna.
Piumino dorsalmente di color sabbia con piccole macchie scure e ventralmente bianco.
Il becco è nero, sottile e rettilineo.
L’occhio ha un’iride rossa, con una pupilla molto grande.
L’ Himantopus himantopus ha un volo molto elegante con il battito delle ali che si alterna a brevi planate e con le zampe che escono dalla lunghezza del corpo.
La voce è un acuto e ripetuto “cuip”.

Biologia –
Il ciclo biologico dell’Himantopus himantopus inizia con l’accoppiamento che, nel periodo di aprile, viene preceduto dal corteggiamento del maschio alla femmina con danze non molto complicate ma eleganti. In questa fase, prima di accoppiarsi, la femmina sta in piedi con il capo rivolto verso il basso, mentre il maschio le gira intorno beccando l’acqua e le piume del petto.
Il cavaliere d’Italia, dopo l’accoppiamento, nidifica sulle sponde dei laghi salmastri e delle zone umide, costruendo un nido, con ramoscelli e argilla, i in mezzo all’acqua di una palude o una depressione scavata con le zampe su una barena o su un’isoletta, tra le salicornie.
La femmina depone 3-4 uova di colore giallo-verde, macchiate di bruno scuro, nel periodo tra fine aprile e inizio giugno.
L’incubazione delle uova dura 25-26 giorni e l’allevamento della prole, che dura circa un mese, viene effettuata da entrambi i genitori.
I piccoli abbandonano il nido molto presto, imparando a volare circa un mese dopo la schiusa.
Questi uccelli nidificano spesso in piccoli gruppi, a volte insieme alle avocette o alle sterne.
In caso di pericolo, per la presenza di predatori del nido, le femmine, allo stesso modo delle avocette, simulano di avere un’ala rotta, spiegandola e facendo molto rumore per farsi sentire. In questo modo, il predatore tenterà, per istinto, di attaccare l’uccello “ferito”, lasciando stare il nido.

Ruolo Ecologico –
Il cavaliere d’Italia è un uccello migratore che sverna nei paesi africani e in primavera torna a nidificare in molte zone umide d’Italia dove trova isolotti idonei alla costruzione dei nidi. La migrazione avviene in aprile-maggio e luglio-settembre.
Questo uccello si alimenta principalmente di insetti, ma anche piccoli molluschi, vermi, crostacei ed anche girini.
Raccoglie il suo cibo direttamente dalla sabbia e dall’acqua; per cacciare utilizza vista e tatto: infatti, muove il becco nell’acqua intercettando le prede. È in grado di cacciare anche di notte, dato che riesce a vedere bene anche al buio.
Secondo l’IUCN le principali minacce per questa specie sono rappresentate dalla trasformazione dell’habitat di nidificazione e di alimentazione.
Questa specie, agli inizi degli anni ottanta era molto a rischio, ma nei successivi decenni, grazie anche alle direttive europee, la popolazione è molto aumentata, grazie alla protezione delle zone umide dove l’ Himantopus himantopus si riproduce e grazie anche alla protezione nei paesi dove sverna in inverno.
A tal proposito, tra le misure di tutela, si ricorda, oltre alla Direttiva Uccelli (79/409/CEE) è una specie oggetto di tutela secondo l’Articolo 2 della Legge 157/92 dello Stato italiano.
Attualmente la popolazione generale sembra stabile, anche se alcune (tipo quella europea) sono in netto aumento numerico e ingrandiscono anche il loro areale, fatto legato forse al riscaldamento globale che consente loro di colonizzare zone che erano più fredde. Inoltre, sembrano essere diventati meno timorosi nei confronti dell’uomo, tanto che sempre più spesso si registrano casi di nidificazione in ambienti antropici come saline, risaie e anche vasche di aziende agricole, oltre ad avvistamenti di individui negli stagni delle città.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.



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