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Crocidura leucodon

Crocidura leucodon

La crocidura ventrebianco (Crocidura leucodon Hermann, 1780) è un piccolo mammifero appartenente alla famiglia dei Soricidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Deuterostomia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Infraphylum Gnathostomata, Superclasse Tetrapoda, Classe Mammalia, Sottoclasse Theria, Infraclasse Eutheria, Superordine Laurasiatheria, Ordine Soricomorpha, Famiglia Soricidae, Sottofamiglia Crocidurinae e quindi al Genere Crocidura ed alla Specie C. leucodon.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Crocidura albipes (Kerr, 1792);
– Crocidura hydruntina O. G. Costa, 1844;
– Crocidura lasia Thomas, 1907;
– Crocidura leucodon judaica Thomas, 1919;
– Crocidura leucodon microurus (Fatio, 1869);
– Crocidura leucodon narentae Bolkay, 1925;
– Crocidura leucodon persica Thomas, 1907;
– Crocidura leucodon volgensis Stroganov, 1960;
– Crocidura leucodus Schulze, 1897;
– Crocidura microurus (Fatio, 1869);
– Crocidura suaveolens avicennai Stroganov, 1960;
– Leucodon microurus Fatio, 1869;
– Sorex albipes Kerr, 1792;
– Sorex leucodon Hermann in Zimmermann, 1780.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La crocidura ventrebianco è una specie diffusa in un areale compreso tra l’Europa e l’Asia. Nel versante europeo è presente dalla Francia nord-occidentale fino alle coste sud-occidentali del Mar Caspio (includendo Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Liechtenstein, Austria, Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Moldavia, Bulgaria, Bielorussia, Ucraina e Russia) mentre è assente nella penisola Iberica, in Gran Bretagna, ed in tutte le grandi isole mediterranee (in quelle piccole è stata rinvenuta esclusivamente a Lesbo ed a Cherso).
In Asia è presente nell’area del Caucaso (Armenia, Azerbaigian, Georgia), in Anatolia e nel Medio Oriente (Libano, Israele, Palestina, Siria, Iran e Iraq).
In Italia è presente nell’area dell’arco alpino a partire dalla Valle d’Aosta fino al Friuli-Venezia Giulia, nel Gargano ed in Calabria meridionale, mentre è assente in Sicilia ed in Sardegna.
Il suo habitat è quello degli ambienti boschivi aperti ed in aree agricole, con una distribuzione più frequente, dal livello del mare fino a 1000 m slm, con avvistamenti comunque anche tra 1100 e 1900 m s.l.m. in aree alpine.

Descrizione –
Crocidura leucodon è un piccolo mammifero con una lunghezza tra testa e corpo di 6,3-9 cm, una lunghezza della coda di 2,8-4 cm, orecchie di 7-9 mm ed un peso di 6-15 grammi.
Il corpo ha una conformazione cilindrico-appiattita, il pelo è corto e morbido.
Il mantello, superiormente ha una colorazione bruno scuro o grigio ardesia, mentre inferiormente è di colore bianco-giallasto.
Il muso è allungato a forma di proboscide.

Biologia –
La crocidura ventre bianco raggiunge la maturità sessuale anche nell’anno stesso della nascita.
Le femmine possono avere da 2-4 (5) parti all’anno, con un periodo di gestazione che va dai 30 ai 31 giorni.
Per ogni parto danno alla 3-9 piccoli inetti, che vengono allevati dalla femmina in nidi ipogei.
Caratteristica è la “carovana” con cui la femmina guida la prole con il primo figlio attaccato saldamente con la bocca al pelo o alla coda della madre e gli altri al fratello antistante.

Ruolo Ecologico –
La Crocidura leucodon è un animale dalle abitudini notturne, che si alimenta di piccoli insetti ed altri artropodi, lombrichi, molluschi e piccole carogne; la sua alimentazione presenta comunque anche una discreta componente vegetale (foglie e semi).
Questa specie, come molte altre, è minacciata nei suoi habitat dalla presenza dell’’agricoltura intensiva; tra l’altro la rimozione dei margini nelle aree agricole possono avere un impatto negativo sulle popolazioni di questa specie (Mitchell-Jones et al. 1999). Al pari delle congeneri, può risentire degli effetti della diffusione dei pesticidi e di altri veleni agricoli ed in particolare, come molti altri predatori, dell’ accumulo di inquinanti liposolubili lungo le catene trofiche della teriofauna del suolo, delle quali è uno degli anelli elevati (L. Contoli in Spagnesi & Toso 1999).
Per quanto riguarda le misure di conservazione, è inclusa nell’appendice III della Convenzione di Berna e presente in numerose aree protette. Inoltre è una specie non cacciabile secondo la legge italiana 157/92. Classificata come Least Concern dallo European Mammal Assessment (IUCN 2007).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.




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