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Scarificatura

Scarificatura

In agronomia la scarificatura è una lavorazione eseguita in alternativa all’aratura con l’impiego di scarificatori pesanti.
La scarificatura ha il pregio di no alterare il profilo del terreno perché non esegue rovesciamento né rimescolamento.
La scarificatura si presta, pertanto, ad essere eseguita su terreni in cui si vuole evitare l’alterazione del profilo; inoltre a parità di profondità richiede forze di trazione inferiori.
La scarificatura, a tutti gli effetti, è una lavorazione colturale più energica dell’erpicatura.
L’operazione eseguita, come detto, dagli scarificatori, tende a incidere e rompere il terreno senza rivoltarlo, producendovi screpolature in tutte le direzioni fino a circa 30 cm di profondità, allo scopo di favorire l’immagazzinamento dell’acqua e la porosità del terreno, nonché di distruggere in parte le erbe infestanti che si vogliono preventivamente eliminare.

La scarificatura, ad apparente svantaggio di non dare immediatamente maggiore fertilità al terreno, in quanto non rivolta parte del suolo agrario, con improvvisa maggiore disponibilità della sostanza organica, è invece una tecnica maggiormente conservativa del suolo in quanto non altera il profilo che si è formato in migliaia di anni.
La tecnica della scarificatura è pertanto una operazione più adatta ad un’agricoltura ecosostenibile e conservativa.
La scarificatura con attrezzi più leggeri (che vanno molto meno in profondità) viene oggi molto usata per l’arieggiamento dei prati per uso ornamentale o sportivo.




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