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Athene noctua

Athene noctua

La civetta (Athene noctua, Scopoli 1769) è un uccello rapace notturno che appartiene alla famiglia degli Strigidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Deuterostomia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Superclasse Tetrapoda, Classe Aves, Ordine Strigiformes, Famiglia Strigidae, Sottofamiglia Surniinae e quindi al Genere Athene ed alla Specie A. noctua.
Esistono diverse sottospecie di questo volatile.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La civetta è rapace notturno presente in tutto l’Emisfero nord, in Europa, Asia ed Africa. La specie è distribuita in modo abbastanza omogeneo dal bacino del Mediterraneo fino alla Cina, al di sotto del 60° parallelo. Dapprima assente dalle isole britanniche, vi è stata introdotta con successo verso la fine del XIX secolo, ed è presente oggi, oltre che nell’Africa del nord, anche nell’Africa tropicale, dall’Etiopia al Golfo Persico.
È un uccello molto comune in Italia ed è diffuso in quasi tutta la penisola tranne che sulle Alpi. I suoi habitat preferiti sono in prossimità degli abitati civili, dove c’è presenza umana, in zona collinare. Nel nostro Paese, è diffusa come nidificante nelle zone pianeggianti e collinari a quote generalmente inferiori ai 700 metri, tranne sporadiche e modeste penetrazioni nei fondovalle alpini e appenninici, a quote comunque generalmente inferiori ai 1.000-1.200 metri. La specie predilige le zone ad agricoltura mista con filari di vecchie piante, cascinali, edifici abbandonati, aree industriali nuove o dismesse, dove, nonostante gli effetti negativi dei nuovi sistemi di conduzione agricola, raggiunge densità più che discrete. Numerose coppie si sono poi insediate nelle aree sub-urbane e nei centri storici di molte città.
La sua presenza diminuisce man mano ci si avvicina e supera i 1000 m di altitudine, soprattutto nei periodi freddi, poiché la neve limita fortemente le sue fonti alimentari.

Descrizione –
Athene noctua è un volatile lungo circa 21–23 cm, con un’apertura alare di 53–59 cm e un peso che va da 100 a poco più di 200 grammi.
Si distingue per la forma tozza, capo largo e appiattito senza i ciuffi auricolari tipici del gufo; con occhi gialli e zampe lunghe parzialmente rivestite di setole. La parte superiore è grigio-bruno macchiata di bianco mentre in quella inferiore è prevalente il bianco, macchiato di bruno.
Si riconosce per il suo repertorio vocale. Il maschio emette un malinconico “hu-u-ou” ripetuto ad intervalli variabili, dopo 3-4 secondi. Talvolta, però, le civette emettono versi striduli e fastidiosi come autodifesa.

Biologia –
La Civetta nidifica tra marzo e giugno. Il ciclo inizia con la femmina che depone da 2 a 5 uova bianche in piccole cavità tra le rocce, negli alberi, nei muri di vecchi edifici, in tane abbandonate di mammiferi di media taglia. La cova dura circa 4 settimane ed è coadiuvata dal maschio nelle attività di caccia. Dopo un mese o poco più i pulcini lasciano il nido, ma divengono completamente indipendenti solo a 2-3 mesi di vita.

Ruolo Ecologico –
La civetta è un uccello notturno per antonomasia ma può essere attiva anche nel tardo pomeriggio e di prima mattina ed è molto vigile anche nel resto della giornata.
È un uccello carnivoro che, come tutti gli strigiformi, è capace di ingoiare le prede intere, salvo poi di rigurgitare, sotto forma di borre, le parti indigeribili (peli, piume, denti, ossa, guscio cheratinizzato degli insetti). Si ciba di piccoli vertebrati e di grossi insetti.
L’ Athene noctua ha spiccate abitudini terricole e poco legata agli ambienti forestali, mostra un comportamento spiccatamente stanziale – salvo erratismi e migrazioni irregolari da parte di soggetti “nordici”.
Purtroppo la modificazione degli habitat, il susseguirsi di inverni rigidi e l’aumento del traffico veicolare di cui la specie è la vittima più frequente tra gli Strigiformi, hanno condizionato il trend delle popolazioni di questo piccolo predatore. Più gravi, infatti, rispetto ad altre specie di Strigiformi, appaiono le perdite dovute al traffico veicolare: su 800 Strigiformi raccolti sulle strade italiane, nel periodo 1990-2000, il 41% apparteneva a questa specie. Ogni anno diverse centinaia di giovani non ancora indipendenti vengono portati nei Centri di recupero della fauna selvatica di tutta Italia.
Tra gli altri fattori di rischio sono l’elettrocuzione, l’impatto contro cavi sospesi e recinzioni, gli abbattimenti illegali durante la stagione venatoria, ma anche interventi di taglio di filari di alberi (specialmente gelsi) e di ristrutturazione degli edifici che, specialmente in periodo riproduttivo, possono provocare perdita delle covate o elevata mortalità dei pulcini.
La civetta, in Italia, è maggiormente presente nell’Italia settentrionale soprattutto negli ambienti rurali della pianura e delle prime fasce collinari, dove si sta peraltro assistendo a una progressiva – talora piuttosto marcata – ripresa delle popolazioni (ad esempio a Pavia, Bergamo, Milano, Brescia, Mantova, con densità che raggiungono anche le 25 coppie per 20 kmq). Altrove, nell’Italia peninsulare e insulare, la specie mostra trend stabile.
Alla Civetta storia e tradizioni hanno sempre attribuito un forte valore simbolico, talora benefico, talaltra portatore di cattiva sorte. Nell’antica Grecia, ad esempio, era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome scientifico), dea della sapienza, e ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna. Dalla tradizione popolare è considerata invece in un’accezione più negativa, tanto che vederla appollaiata sul tetto della propria abitazione era considerato un cattivo presagio. Del tutto peculiare è anche un altro significato del termine “civetta”, associato, nel linguaggio comune, a quello di una donna che amerebbe farsi corteggiare attraendo numerosi ammiratori: un’usanza dovuta al fatto che questo rapace, quando veniva utilizzato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili, “irresistibile” spettacolo per le potenziali prede.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.



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