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Daktulosphaira vitifoliae

Daktulosphaira vitifoliae

La fillossera della vite (Daktulosphaira vitifoliae (Fitch, 1856)) è un rincote omottero appartenente alla famiglia dei Phylloxeridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Phylum Arthropoda, Subphylum Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Exopterygota, Subcoorte Neoptera, Superordine Paraneoptera, Sezione Rhynchotoidea, Ordine Rhynchota, Sottordine Homoptera, Sezione Sternorrhyncha, Superfamiglia Aphidoidea, Famiglia Phylloxeridae e quindi al Genere Daktulosphaira ed alla Specie D. vitifoliae.
Sono sinonimi i termini: Phylloxera vastatrix Planchon, 1868, Viteus vitifoliae Shimer o Fitch, 1867, Viteus vitifolii Shimer o Fitch, 1867, Pemphigus vitifoliae Fitch, Dactulosphaira vitifoliae Fitch, Dactylosphaera vitifoliae Shimer, Dactylosphaera vitifolii Fitch, Rhyzaphis vastatrix Planchon, Peritymbia vitisana Westwood e Peritymbia vitifolii Fitch.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La fillossera della vite è un afide associato alle specie del genere Vitis che attacca le radici delle specie europee (Vitis vinifera) e l’apparato aereo di quelle americane (Vitis rupestris, V. berlandieri e V. riparia).
È un fitofago originario del Nordamerica, successivamente comparso in Europa nella seconda metà dell’Ottocento ed oggi diffuso in tutti i paesi del mondo dove è presente la viticoltura.
La sua presenza provoca in breve tempo gravi danni alle radici e la conseguente morte della pianta attaccata, con l’eccezione di alcuni vitigni americani.

Morfologia –
La Daktulosphaira vitifoliae è un insetto con un elevato polimorfismo che, per le forme adulte, si può classificare secondo i seguenti tipi:
Fondatrici o gallecole: sono le femmine attere nate dalle uova anfigoniche. S’insediano nella foglia dell’ospite e si riproducono per partenogenesi;
Neogallecole gallecole: sono rappresentate dalle femmine attere, nate da uova partenogenetiche deposte dalle fondatrici o da altre gallecole. Vivono nello stesso ambiente della fondatrice e si riproducono per partenogenesi;
Neogallecole radicicole: queste sono le femmine attere, nate da uova partenogenetiche deposte dalle fondatrici o da altre gallecole. Migrano sulle radici dove, per partenogenesi, danno rigine alle generazioni delle virginogenie radicicole;
Neoradicicole radicicole: rappresentate dalle femmine attere, nate da uova partenogenetiche deposte dalle neogallecole radicicole o da altre neoradicicole radicicole;
Sessupare: sono le femmine alate nate dalle uova partenogenetiche deposte dalle radicicole e che per partenogenesi produrranno solo femmine anfigoniche (sessupare ginopare), solo maschi anfigonici (sessupare andropare) oppure anfigonici di entrambi i sessi (sessupare anfipare). Dopo aver migrato sulla parte aerea delle viti si riproducono per partenogenesi. Nella fillossera le sessupare sono prevalentemente ginopare o andropare, ma possono comparire, in misura minore anche le sessupare anfipare;
Anfigonici: sono i maschi e le femmine atteri che sono nati da uova partenogenetiche deposte dalle sessupare. Questi si riproducono per via sessuata (anfigonia). Dopo l’accoppiamento le femmine depongono l’uovo durevole, detto anche uovo d’inverno.
Una ulteriore classificazione, indipendentemente dalla generazione, definisce le forme che vivono sulle foglie come gallecole e quelle che vivono sulle radici come radicicole.
Le forme gallecole hanno un corpo di lunghezza di circa 1 mm, di colore giallo-verdastro e hanno una scultura puntiforme finissima e disseminata su tutta la parte dorsale del corpo. L’apparato boccale ha il rostro relativamente breve.
Le radicicole, anch’esse di colore giallo-verdastre, hanno le stesse dimensioni, ma la scultura dell’esoscheletro è formata da piccoli tubercoli allineati su serie longitudinali. Il rostro è inoltre più lungo di quello delle gallecole.
Le forme sessupare sono alate e lunghe circa 1,5 mm (comprese le ali), con un corpo di colore giallo-ocra ed il mesotorace di colore nero. Le ali sono membranose, ripiegate orizzontalmente lungo l’addome in posizione di riposo; la venatura è tipica dei Fillosseridi, con la grossa nervatura longitudinale che decorre parallelamente al margine costale fino allo stigma e due rami che innervano la regione remigante, dei quali quello posteriore, interpretato come vena cubito, si suddivide a sua volta in due rami.
Gli anfigonici sono atteri e molto più piccoli (circa mezzo millimetro) delle altre forme, con corpo di colore giallo chiaro.
La codicola e i sifoni, che sono gli organi tipicamente presenti negli Afidi, in questo insetto sono assenti.

Attitudine e Ciclo biologico –
Il ciclo biologico della Fillossera della Vite, trattandosi di un insetto monoico ed eterotopo, si sviluppa totalmente sulla vite americana, mentre sulla vite europea compie un anolociclo con sole generazioni radicicole.
Nel ciclo completo sulla vite americana l’afide sverna allo stadio di uovo, sui tralci e sui fusti; nel periodo primaverile, tra aprile e maggio nascono le femmine partenogenetiche, che sono le fondatrici, che pungono le giovani foglie, provocando la formazione delle galle, dove all’interno si svilupperanno nuove femmine partenogenetiche che continuano il loro ciclo sulle foglie, producendo nuove galle (forme gallecole).
Da queste galle escono sempre femmine partenogenetiche, di queste:
– alcune, con il rostro più corto, che saranno destinate a continuare le generazioni fogliari (da 6 a 8);
– altre, che hanno il rostro più lungo, lasceranno le foglie e si porteranno sull’apparato radicale, dove iniziano le generazioni (da 8 a 10) delle radicicole.
Queste generazioni si svolgono contemporaneamente a quelle delle gallecole; ogni generazione di gallecole, successiva alla seconda, origina delle fondatrigenie a rostro lungo che migreranno sulle radici.
Giunti alla fine dell’estate, l’ultima generazione di radicicole darà origine a femmine sessupare alate che migrano verso l’apparato aereo, dove origineranno gli anfigonici; questi a loro volta si accoppiano e produrranno l’uovo svernante.
Sulla vite europea, le cui foglie non formano galle sufficienti per permettere alle fondatrigenie gallecole di completare il loro sviluppo, la Daktulosphaira vitifoliae si stabilisce quasi esclusivamente a livello radicale, svolgendo anolocicli o paracicli di radicicole.

Ruolo Ecologico –
La Fillossera è un insetto il cui danno, è determinato dalle sue punture su vari organi della Vite:
– sulle radici, provoca la formazione di galle nodose, anche di notevoli dimensioni, e perdita delle stesse di capacità assorbente;
– sulle foglie, dove compaiono galle tondeggianti e rugose che erompono verso la pagina inferiore, dando origine ad una superficie nodosa ed irregolare.
Le galle sono il rifugio dove completano lo sviluppo gli stadi giovanili.
Il danno ovviamente, per quanto detto sul ciclo biologico, si differenzia a seconda della specie di Vite attaccata:
– se attacca la Vite Americana, si ha un danno radicale alquanto limitato perché le radici di questa vite sono poco sensibili e reattive alle punture della Fillossera; a differenza delle foglie che sono molto reattive producendo una grande quantità di galle;
– se attacca la Vite Europea, il danno è di proporzioni maggiori in quanto le radici di questa specie sono particolarmente sensibili e producono galle vistose se punte dall’insetto. Queste galle col tempo degenerano provocando una disgregazione dei tessuti radicali che ne compromette la funzione assorbente. Le foglie, invece, non reagiscono alle punture, per cui la formazione delle galle è poco significativa o completamente assente.
Per quanto visto la lotta alla Fillossera della Vite si basa, oramai da parecchi anni, seguendo un rigido criterio di propagazione, e cioè con innesto di viti europee su portainnesti di vite americana.
Nonostante queste precauzioni sembrerebbero aver dato certezza alla lotta contro la Daktulosphaira vitifoliae, negli ultimi anni si è registrata la comparsa di sintomatologie fogliari (sviluppo di gallecole) su alcune viti europee dei vitigni Cabernet, Pinot, Merlot, Verduzzo ed altri, soprattutto in zone viticole del Nord Italia.
Questo fenomeno non è da sottovalutare in quanto sembrerebbe che l’afide riesca a completare il ciclo con generazioni di gallecole e di radicicole, rispettivamente su piante europee e su portainnesto americano. Questa evoluzione deve essere tenuto sotto controllo in quanto una sua ulteriore evoluzione negativa potrebbe condurre ad ovvi fenomeni di degrado dell’intera viticoltura mondiale.
Altri tipi di lotta come quella chimica possono essere presi, ma con i dovuti accorgimenti ecologici, solo per gli impianti di tipo vivaistico, dove vengono allevate le piante madri dei portainnesti americani.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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