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Riboflavina

Riboflavina

La riboflavina il cui termine nella nomenclatura IUPAC è: 7,8-dimetil-10- ((2R,3R,4S)- 2,3,4,5-tetraidrossipentil) benzo[g]pteridina-2,4 (3H,10H)-dione, ha formula bruta o molecolare: C17H20N4O6.
La riboflavina è un composto eterociclico per unione di una molecola di flavina con una catena formata da ribitolo. La riboflavina è un composto di colore giallo poco solubile in acqua, termostabile (con la cottura si determina l’inattivazione di solo il 10-20%) e fluorescente se sottoposto a luce ultravioletta.
La riboflavina, conosciuta anche come vitamina B2, fa parte del gruppo funzionale dei cofattori FAD e FMN e di conseguenza è necessaria per numerose reazioni catalizzate da flavoproteine, incluse le reazioni di attivazione di altre vitamine.
Inoltre la riboflavina, insieme al suo 5’-fosfato, sono degli additivi alimentari riconosciuti dall’Unione europea con le sigle E101 e E101a.
La riboflavina è una molecola molto presente allo stato naturale. Si trova nelle verdure, nel lievito e soprattutto nel latte (e quindi nei formaggi), nel fegato, nel cuore, nel rene e nell’albume dell’uovo. Nelle verdure il contenuto della riboflavina è presente soprattutto nelle parti in rapido accrescimento, mentre la sua concentrazione diminuisce allorché la pianta smette di crescere.
Il contenuto di riboflavina del latte è influenzato anche in funzione del tipo di pascoli di cui l’animale si nutre. Nei tessuti dei mammiferi la vitamina è presente nella forma coenzimatica.
Storicamente la riboflavina venne isolata per la prima volta nel 1927 per opera di Paul Gyorgy. Successivamente si vide anche che il latte presenta elevate concentrazioni di tale sostanza che, per tale motivo, all’inizio venne denominata lattoflavina ed in un primo tempo fu chiamata vitamina G.
Successivamente con l’individuazione esatta della sua formula il nome della vitamina venne cambiato in quello di riboflavina.
La sintesi in laboratorio di questa Vitamina si ebbe, per la prima volta, nel 1935, per opera di Richard Kuhn.

La vitamina B2 svolge un ruolo fondamentale nella sintesi di tutti i processi energetici. La sua specificità, è quindi quella di rilasciare al corpo l’energia giusta per lo svolgimento delle regolari attività quotidiane.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina B2 viene calcolato in base alle calorie introdotte, secondo un rapporto che vuole 0,6 mg di vitamina B2 ogni 1.000 Kcal.
La riboflavina viene trasportata nel sangue legata ad alcune proteine plasmatiche, soprattutto albumina ed altre globuline quali IgA, IgG ed IgM. Dal sangue essa raggiunge il fegato ed altri tessuti dove viene successivamente trasformata in flavin-mononucleotide (FMN) e flavin-adenin-dinucleotide (FAD), le due forme coenzimatiche.
La carenza di vitamina B2, o riboflavina, provoca nei bambini un arresto della crescita e in generale un rallentamento dei processi di assimilazione degli alimenti, specie di quelli lipidici.
I sintomi della carenza di vitamina B2 sono uno stato generale di inappetenza, anemia, debolezza muscolare, tachicardia e anche problemi oculari quali cataratta, congiuntivite e opacità delle lenti.
Non si registrano invece problemi causati da un eccesso di assunzione di vitamina B2, o riboflavina, perché le dosi eccedenti vengono eliminate dal nostro organismo, per via urinaria, in tempi rapidi rispetto all’assunzione.
Siccome la riboflavina, è sensibile ai raggi solari., è opportuno che il latte e i suoi derivati siano sempre commercializzati in involucri capaci di proteggere il contenuto dalla luce.
Anche la cottura prolungata, con un uso eccessivo di acqua, comporta una dispersione di vitamina B2, soprattutto di quella contenuta negli alimenti di origine vegetale.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.



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