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Sorbus aria

Sorbus aria

Il sorbo montano o farinaccio (Sorbus aria (L.) Crantz 1763), riclassificato come Aria edulis (Willd.) M.Roem., 1847 è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Rosales, Famiglia Rosaceae e quindi al Genere Sorbus ed alla Specie S. aria.

Etimologia –
Il termine Sorbus proviene da sorbus, nome del sorbo domestico in Plinio e Columella, derivato da sórbeo sorbire, forse in riferimento al frutto maturo e molle da cui sorbire il succo fermentato. L’epiteto specifico aria deriva da da Aria oggi Herat, capitale di un’antica regione ariana, occupata dagli Arii, nell’Asia occidentale (oggi Iran).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Sorbo montano è una pianta originaria dell’Europa centromeridionale e del Nord Africa. Lo si trova fino a 1600 metri di quota, in particolare nella fascia dei querceti e nelle zone rocciose. In Italia è presente in tutte le regioni.

Descrizione –
Sorbus aria è una specie arborea che cresce in forma di alberello o albero fino a 12 m di altezza.
Presenta una corteccia di colore grigio con lenticelle lineari; i rami giovani sono pubescenti, poi glabri, di colore bruno-rossicci. Il tronco è diritto, quindi più o meno contorto e nodoso.
Le foglie sono alterne, con picciolo, con forma da ellittica ad ovata con apice acuto e margini irregolarmente seghettati. La pagina superiore è di colore verde-scuro mentre quella inferiore è di colore argenteo.
Produce infiorescenze riunite a corimbi eretti di 5-8 cm con fiori bianchi. I frutti sono dei pomi ellissoidali di 1,5 cm, di colore rosso aranciato a maturità. L’esocarpo è carnoso, un po’ farinoso, ma gradevolmente dolce.

Coltivazione –
Per la coltivazione del sorbo montano o farinaccio si ricorda che si tratta di una pianta che predilige suoli asciutti e cresce bene anche in luoghi sassosi; si tratta quindi di una pianta rustica con limitate esigenze anche dal punto di vista nutrizionale. Necessita invece di zone con abbondante luce e resiste molto bene al freddo. La maturazione dei frutti si ha nel periodo che va da settembre ad ottobre. Come per altre piante divenute marginali la sua coltivazione sarebbe necessaria anche per dare una maggiore biodiversità di fioritura per gli insetti pronubi.

Usi e Tradizioni –
Il Sorbus aria veniva utilizzato in passato, soprattutto nei periodi difficili, in quanto i frutti costituivano una fonte di sostentamento per il loro elevato contenuto in amido e zuccheri. Oggi è utilizzato per alberature anche perché, per gran parte dell’anno, è molto attraente grazie al colore primaverile ed autunnale delle foglie e a quello dei frutti.
Una volta i frutti venivano anche consumati per alimentazione umana ed in tempi di carestia, data la loro polpa farinosa, venivano macinati e frammisti alla farina per fare il pane. Possono essere usati per aromatizzare la grappa, con un ottimo risultato. Un tempo forse se ne ricavava anche un’acquavite. Come per il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), le bacche sono appetite ai volatili e una volta venivano usate dai cacciatori come esca.
Tra gli altri usi si ricordano quelli Usi agroforestali
Si tratta di una pianta molto tollerante alle condizioni marittime esposte, costituisce un buon albero frangivento vicino alla costa ed è, quindi, un’utile specie pioniera, soprattutto su terreni calcarei e in situazioni ventose.
Questa pianta è una delle prime colonizzatrici della macchia gessosa.
Oltre ad essere una buona specie pioniera per questa situazione, spesso sopravvive attraverso lo sviluppo in boschi.
Inoltre il legno è generalmente bruno-giallastro, ma talvolta bianco. È duro, pesante, a grana fine. Viene utilizzato per travi, navate e bordi di ruote, attrezzi da falegname, bastoni da passeggio, manici di posate, ecc.

Modalità di Preparazione –
I frutti del sorbo montano, pur se oggi non più utilizzati per l’alimentazione umana, per lo meno se non sporadicamente, sono utilizzati certe ricette tipiche regionali, per preparare marmellate e gelatine. I frutti sono ottimi per aromatizzare le grappe ed è probabile che nei tempi passati si producesse una acquavite da essi.
I frutti si mangiano sia crudi che cotti e utilizzati in conserve, ecc. La frutta viene solitamente ridotta a pezzi se viene consumata cruda.
Ciò comporta la conservazione del frutto in un luogo fresco e asciutto fino a quando non sarà quasi marcito, ma non del tutto. In questa fase il frutto ha un sapore delizioso, un po’ come un succulento frutto tropicale.
Il frutto di alcuni alberi ha un sapore gradevole e delicato e una consistenza farinosa.
Il frutto può anche essere essiccato e ridotto in polvere e mescolato con cereali come il grano.
In campo medicinale sia i fiori che il frutto sono blandamente diuretici, lassativi ed emmenagoghi.
Un’infusione viene utilizzata nel trattamento delle mestruazioni dolorose, della stitichezza e dei disturbi renali.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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