Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Pinus lambertiana

Pinus lambertiana

Il Pino di Lambert o sugar pine, comunemente noto anche come Pino cembro o Pino di zucchero (Pinus lambertiana Dougl.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Pinaceae e quindi al Genere Pinus ed alla Specie P. lambertiana.

Etimologia –
Il termine Pinus è il nome latino del pino, connesso con il sanscrito pítu resinoso, citato da Plinio, Virgilio e altri. L’epiteto specifico lambertiana è stato attribuito in onore del botanico inglese Aylmer Bourke Lambert (1761-1842) autore di A description of the genus Pinus.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Pinus lambertiana è il pino più alto e massiccio, con i coni più lunghi di qualsiasi conifera . Il nome della specie lambertiana è stato dato dal botanico britannico David Douglas in onore del botanico inglese Aylmer Bourke Lambert. È originario delle montagne della costa del Pacifico del Nord America, dall’Oregon alla California fino alla Bassa California. In Europa si trova solo in arboreti (Arboreto di Vallombrosa).

Descrizione –
Il Pinus lambertiana è il pino di maggiori dimensioni e più alto del mondo e può raggiungere i 75 metri. La corteccia è di colore bruno grigiastra, fessurata verticalmente, con foglie aghiformi, molto lunghe.
I fiori sono profumati, monoica; i coni (oltre 60 cm) sono più lunghi di qualsiasi altra conifera, penduli, portati da un peduncolo di una quindicina di centimetri formati da scaglie di consistenza quasi cuoiosa.

Coltivazione –
Per la sua coltivazione si tenga conto che, nel suo ambiente naturale, il Pinus lambertiana vive a quote variabili a seconda della latitudine, tra 300 e 3200 metri sul livello del mare, di solito in foreste di conifere miste in ambiente montano.
Questa specie richiede un terreno dalla tessitura medio-fine, non pesante, ben drenato, anche povero dal punto di vista nutrizionale ma con un pH neutro o acido. Non cresce all’ombra né in esposizioni marittime; tollera l’aridità quando è ben attecchito e sviluppato. Per la propagazione si può partire da seme o direttamente in autunno alla raccolta dei semi, oppure nel tardo inverno, in contenitori singoli per evitare alle plantule lo stress del ripicchettamento. Eventualmente si può procedere a una stratificazione fredda a 4°C per 6 settimane per incrementare la percentuale di germinazione dei semi. Appena è possibile si deve effettuare l’impianto a dimora, avendo cura soltanto di proteggere la pianta durante i suoi primi due inverni all’aperto e mantenere una pacciamatura che inibisca il proliferare delle infestanti nelle immediate vicinanze.
Il Pinus lambertiana è una specie che mal sopporta i trapianti, che vanno a disturbare l’apparato radicale e compromettono la stabilità dell’albero nei confronti dei venti forti.
Eventualmente si può provare a propagare la pianta per talea usando un singolo fascicolo di aghi prelevato da piante con meno di dieci anni di vita, ma la crescita è lentissima. Come negli altri pini, la secrezione inibente la germinazione dei semi, che dilavata dai suoi aghi cade sul terreno, ostacola la proliferazione del prato sotto la sua chioma.

Usi e Tradizioni –
I nativi americani usavano i grandi e nutrienti semi di questo pino e la sua dolce linfa come cibo. Era anche usato come rimedio per trattare i gas intestinali, come lassativo o, mescolato con latte, come collirio per gli occhi irritati. I “dadi” (semi) erano usati come perle in gioielleria. Il pinitolo, la sostanza zuccherina presente in questo pino, è sotto analisi della ricerca scientifica per scoprire se possiede proprietà che sensibilizzano la muscolatura all’insulina.
I primi coloni europei scoprirono il valore del Pinus lambertiana come albero di legno; possiede infatti un volume enorme e legno leggero, a grana dritta, senza nodi, facilmente lavorabile che non ha sapore o profumo. Molti degli usi a cui sono sottoposti i pini di zucchero sono considerati uno spreco, come la fabbricazione di scricchiolii e tegole fatte a mano, in quanto questi alberi giganteschi vengono usati solo in parte e lasciati marcire sul posto, oppure si fanno cadere alberi di grandi dimensioni per utilizzare solo l’estremità per creare recinti per bestiame e altri recinti.
Gli usi moderni sfruttano le virtù del legno creando contenitori per frutta o prodotti farmaceutici, larghe tavole senza nodi, vari lavorati, tra cui anche tasti per pianoforte e organo.

Modalità di Preparazione –
Il Pino di zucchero veniva utilizzato, soprattutto in passato per i semi e per la sua linda di sapore dolciastro. Oggi si sfruttano alcuni suoi principi attivi per scopo farmaceutico.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *