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Specie Funghi

Boletus bicolor

Boletus bicolor

Il Baorangia bicolor (Boletus bicolor Peck, 1897) è un fungo simbionte che appartiene alla famiglia delle Boletaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Agaricomycetes, Ordine Boletales, Famiglia Boletaceae e quindi al Genere Boletus ed alla Specie B. bicolor.

Etimologia –
Il termine Boletus ha una etimologia controversa: secondo alcuni deriverebbe dal greco βωλήτης bolétes, con cui i Greci chiamavano una sorta di fungo (da βωλος bólos col significato di gleba, zolla, cespuglio, perché crescenti fra le zolle o luoghi cespugliosi); altri invece ritengono che il significato di βωλος sia da estendere a palla, poiché il cappello della maggior parte dei funghi è globoso; per altri ancora deriva da Bolites, nome con il quale i romani indicavano i migliori funghi eduli, anche se in origine riferito ai soli ovuli (Amanita cesarea), ma ben presto utilizzato per chiamare così anche i porcini. L’epiteto specifico bicolor proviene da bis, due volte e cólor, colore: di due colori, bicolore.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Boletus bicolor ha un areale di crescita che si estende dal sud-est del Canada fino alla Florida. È un fungo comune negli Stati Uniti medio occidentali, soprattutto nel Wisconsin. Lo si ritrova nei boschi decidui, solitamente associato a querce ma anche a castagni, sia solitario che in gruppi, soprattutto tra giugno e ottobre. Il fungo si trova anche in Cina e Nepal, dove è uno dei funghi consumati più frequentemente.

Riconoscimento –
Il Boletus bicolor si riconosce per il cappello di 5-25 cm, carnoso, convesso e poi appianato, guancialiforme, con gibbosità irregolari; la cuticola è vellutata, di un colore tra il rosso vivo ed il rosso-porpora, presto segnata da areole per diffuse lacerazioni da ritiro, con margine lobato. I tubuli sono piuttosto corti, di colore giallo con tendenza al verdastro per l’età, che si macchiano di azzurro grigio. I pori sono concolori ai tubuli, grandi, poligonali, decorrenti sul gambo, che segnano come una marcata reticolatura nella parte superiore dello stesso. Il gambo misura 5-11 x 1,5-3,5 cm; è robusto, sodo, corto ed attenuato alla base, di colore giallastro ma con una marcata zona rossastra. La carne è spessa, soda, con odore e sapore gradevoli e con viraggio leggero, azzurrognolo. All’analisi del microscopio si notano delle spore olivastre in massa, cilindrico-elissoidali.

Coltivazione –
Non si hanno notizie di coltivazione di questo fungo.

Usi e Tradizioni –
Questo fungo fu determinato e denominato col termine Boletus bicolor per la prima volta nel 1807 dal botanico italiano Giuseppe Raddi. Ma nel 1870, Charles Horton Peck, aveva con quel nome una specie da lui raccolta nel 1870. La denominazione Boletus bicolor (Raddi) non è un sinonimo di Boletus bicolor Peck, perché la prima descrive una specie europea a sé; tale conflitto tassonomico deve essere ancora risolto. Successivamente, nel 1909, fu invece chiamata Boletus bicolor una specie raccolta a Singapore, ma divenne un sinonimo di Boletochaete bicolor.
Il Boletus bicolor è un fungo edule anche se in alcune persone può causare allergie o disturbi allo stomaco. Il sapore è molto debole ma per molti, soprattutto negli Stati Uniti ed in oriente è un fungo addirittura preferito al Boletus edulis. Per capire quando può essere raccolto e consumato questo fungo bisogna stare attenti al colore del cappello; infatti quando esso è chiaro il fungo sta spesso attraversando una fase durante la quale è attaccato da larve; gli individui con il cappello rosso scuro sono invece meno giovani ma possono essere raccolti e consumati.
Il Boletus bicolor si può distinguere dal B. sensibilis, che è molto simile ma velenoso, grazie alla carne che se intaccata cambia colore molto più lentamente.
Di questa specie esistono due varietà: B. bicolor var. borealis e B. bicolor var. subreticulatus. Entrambe presenti solo in America e con colorazione leggermente diversa.

Modalità di Preparazione –
Gli esemplari densi e più giovani di questo fungo hanno una piacevole consistenza croccante. Il colore leggero bluastro, non deve impressionare in quanto tende a scomparire durante la cottura. Può essere preparato e conservato come il B. edulis è spesso viene consumato saltato, fritto, grigliato e scaldato al microonde con ottimi risultati. Il suo sapore unico inoltre non si perde facilmente nei piatti complessi; può essere mescolato con molti tipi di alimenti.
Per l’essicazione e la conservazione è un ottimo fungo in quanto si asciuga e si idrata bene.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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