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Come coltivare il castagno

Come coltivare il castagno

Il castagno europeo (Castanea sativa Mill., 1768), comunemente chiamato castagno, è un albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae, di cui è l’unica specie autoctona presente in Europa. Le popolazioni presenti in Europa sono principalmente riconducibili a semenzali di castagno europeo o a castagni europei innestati sulla specie giapponese (Castanea crenata) o a ibridi delle due specie. Anche se il castagno è una pianta monoica (con fiori femminili e maschili sulla stessa pianta) esistono alcune varietà che tendono ad essere autofertili, questo implica che, per ottenere un buon raccolto, è necessario che siano presenti nell’area più varietà di castagni; problema che ovviamente non si presenta nei boschi di castagni. In questa scheda vedremo pertanto come coltivare il castagno e gli accorgimenti più opportuni per una buona produzione.
Il periodo ideale per l’impianto di piante di castagno è quello autunnale, anche se si parte da seme. Per la scelta del terreno si consideri che il castagno predilige quelli sciolti e profondi, com preferenza per quelli pianeggianti o in leggera pendenza. La zona deve essere abbastanza soleggiata evitando orientamenti a est e nord.

Nelle zone più temperate i castagneti devono essere realizzati a quote crescenti dove anche durante l’estate le temperature rimangono miti, evitando così caldi eccessivi dove la pianta tende a non svilupparsi bene ed a produrre. Per l’impianto si può partire da piante precedentemente comprate in vivaio oppure si può procedere con la coltivazione da seme e procedere scegliendo le varietà desiderate. Se si parte da seme occorre prima mettere i semi in vivai all’aperto, con substrato sciolto dotato di sostanza organica, predisporre dei solchi distanti 50 cm e seminate le castagne. Qui le piante rimarranno per almeno uno o due anni.
Al terzo anno è possibile praticare gli innesti delle varietà preferite e alla fine del quarto o quinto anno si può effettuare la messa a dimora. Se invece si parte da piante di vivaio, queste sono di due anni di età e si procede all’impianto praticando delle buche nel terreno di almeno un metro cubo, con almeno 30 kg di letame maturo, da sistemare ai lati della buca. Per l’innesto si possono adottare due tecniche: innesto a gemma o innesto a doppio spacco inglese; quest’ultimo è il più utilizzato per la sua maggiore efficacia ed il periodo ottimale per eseguirlo è quello di fine primavera.
Per quanto riguarda l’irrigazione questa è necessaria soprattutto per le piante giovani; queste hanno bisogno di essere irrigate, nel periodo estivo, ad intervalli di tre settimane. Nei primi due o tre anni è fondamentale che il suolo sia ricco di fosforo e potassio ed è inoltre consigliato la tecnica del sovescio con leguminose che daranno un ulteriore apporto di sostanza organica (si sconsiglia assolutamente l’uso di concimi nitrici). La potatura va eseguita per dare una equilibrata formazione globosa alla pianta ed in seguito basterà mantenere la chioma con il taglio periodico dei succhioni o dei rami affastellati.
Dall’impianto del castagneto alla sua entrata in produzione passano mediamente 4 anni dalla germinazione; la raccolta dei frutti (acheni), contenuti all’interno di ricci in numero variabile da uno a tre, avviene nel periodo autunnale quando i ricci maturi cadono dalla pianta sul suolo e possono essere raccolti. I frutti devono poi essere separati dai ricci con appositi strumenti e messi a conservare. La conservazione si può effettuare in due modi:
– Il primo e anche più comune è quello che prevede l’utilizzo dell’acqua, che va cambiata regolarmente e dopo qualche giorno le castagne vengono collocate in un locale arieggiato per farle asciugare.
– l’altro metodo di conservazione, detto in ricciaia, che indica il luogo dove vengono messi i ricci coperti poi da uno strato di terra.
Comunque i frutti possono essere conservati anche in appositi contenitori da tenere in luoghi asciutti.




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