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Come coltivare il Nespolo comune

Come coltivare il Nespolo comune

Il nespolo comune o nespolo germanico (Mespilus germanica L.) è un albero da frutto della famiglia delle Rosaceae, da non confondere col nespolo del Giappone. Il nespolo comune è di origine dell’Europa sud-occidentale ed è un albero di medie dimensioni con altezza massima di 6 metri e chioma di 8 metri e con foglie di colore verde intenso, oblunghe-ovali o lanceolate con margine dentato caduche. La fioritura avviene nel periodo di maggio e le piante sono auto feconde ed i frutti sono generalmente di piccole dimensioni e di colore intorno al marroncino (ma variano anche in funzione alle varie cultivar). In questa scheda vediamo quindi come coltivare il Nespolo comune e le tecniche più idonee. Si tratta di una specie molto rustica che sopporta temperature molto basse (fino a – 15 °C) e con longevità fino a 40-50 anni.
Per l’impianto del nespolo comune si consiglia di acquistare piantine già prodotte in vivaio (normalmente innestate su Cotogno A) che è abbastanza vigoroso o su portainnesti di pero o biancospino per le piante a portamento più ridotto. La tecnica di innesto più usata è quella a doppio spacco inglese e l’innesto con incisione a “T”.

La messa a dimora deve essere nel periodo autunnale o per le aree più meridionali d’Italia anche ad inizio inverno. Si consideri che per il suo ottimale sviluppo il nespolo comune deve trascorrere un periodo di freddo (vernalizzazione) con temperatura inferiore a 7 °C  per un minimo che oscilla tra le 100 e le 450 ore. La pianta va esposta in pieno sole ma al riparo da venti frequenti. Anche se di grande adattabilità è preferibile non scegliere terreni calcarei e poco drenati e con disponibilità di un quantitativo di acqua per l’irrigazione nel periodo estivo. Sono più adattabili a terreni di varia natura quelli innestati su biancospino, mentre se innestati su cotogno è bene che il suolo sia con pH neutro e con calcare attivo non superiore alla soglia del 5-8 %. Per l’impianto di una coltivazione di nespolo comune va rispettato un sesto di 7 x 8. Se l’allevamento è nella forma cespugliosa si può scendere a sesti di 4,5 o 5 metri in quadro. L’entrata in produzione è intorno al sesto anno di vita. È bene prima dell’impianto scavare delle busche in cui porre della sostanza organica (letame maturo o compost) e prevedere un sistema di irrigazione per venire incontro alle giovani piantine che non hanno formato ancora l’apparato radicale e per il periodo estivo; queste ultime vanno fatte in prefioritura e successivamente alla raccolta, o in condizioni di siccità elevata e giornate molto calde quando la pianta manifesta sofferenza. Per l’integrazione delle sostanze nutritive si consiglia di ricorrere al sovescio (che risolve anche il problema delle infestanti) e alla fertilizzazione con letame maturo da distribuire alla fine dell’inverno. I residui delle potature vanno poi bruciati con il duplice scopo: eliminare eventuali patogeni che si annidano in essi e recuperare alcuni sali minerali, quali soprattutto il potassio che va integrato al terreno con le ceneri ottenute.
La potatura deve avere l’obiettivo di arieggiare la parte interna della chioma con piccoli tagli nel periodo invernale, cercando di far crescere la pianta secondo la sua attitudine naturale e cimando i getti che hanno fruttificato l’anno precedente; in più per le piante innestate su portainnesto polloniferi è necessario provvedere, nel mese di maggio, alla rimozione dei polloni alla base della pianta. Per la raccolta, i frutti vanno raccolti nel mese di ottobre (in via di maturazione) e conservati in cassette adagiandoli su un letto di paglia in un ambiente a temperatura costante e piuttosto fresco, evitando posti umidi. In seguito alla conservazione si ha la trasformazione dei tannini in zuccheri che permettono il consumo dei frutti altrimenti di sapore astringente e quindi non commestibile. L’antico proverbio “Con il tempo e con la paglia maturano le nespole” si riferisce proprio alle nespole comuni, già note in Europa da tempo immemorabile.
Tra le malattie più diffuse del nespolo ricordiamo quelle fungine: Maculatura fogliare del nespolo, Ticchiolatura del nespolo, Cancro rameale (Sphaeropsis eriobotyae, Antracnosi ed Oidio. Tra gli insetti ricordiamo soprattutto: Capnodio, Cocciniglia di San Josè e Minatori fogliari (Phyllonorycter blancardella). Un’altra avversità è quella denominata colpo di fuoco batterico.




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