Un Mondo Ecosostenibile
Guide PraticheSchede

Ruolo dello zolfo nelle piante

Ruolo dello zolfo nelle piante

Lo zolfo (S) è un elemento fondamentale per la biologia delle piante in quanto entra nella costituzione di molti aminoacidi (come cistina e metionina), e quindi di tutte le proteine e di alcuni enzimi e vitamine molto importanti. Questo elemento è presente nei terreni allo stato elementare o in combinazione con altri composti, soprattutto in forma di solfuri e di solfati ed anche legato alla sostanza organica. Lo zolfo può provenire anche dall’atmosfera per via naturale (eruzioni vulcaniche, processi batterici, evaporazione dell’acqua, decomposizione organiche, ecc.) o per via antropica (processi industriali con immissione di SO2 e H2S. tutte queste sostanza ritornano al terreno direttamente o reagendo con la pioggia, in forma di composti solforati. Le radici assorbono lo zolfo prevalentemente come ione solfato. La presenza dello zolfo nel terreno incide per di più con effetti indiretti sulle piante con il miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche del suolo, della fertilità di questo, la riduzione del pH, la stimolazione dell’assorbimento di azoto e fosforo, il migliore assorbimento degli altri elementi e la prevenzione di eventuali loro carenze. La forma da cui proviene la gran parte dello zolfo per la nutrizione dei vegetali è quella organica, questa si aggira intorno al 50-80 % della dotazione totale di zolfo del terreno. Per poter essere assorbito dalle piante deve però essere trasformato in forme solubili ed assimilabili; questo processo è possibile grazie ad alcuni batteri (solfobatteri) che lo ossidano con formazione di sali inorganici come solfiti e solfati.

Nei terreni più asfittici e quindi con carenza di ossigeno dalla degradazione della sostanza organica si forma acido solfidrico (H2S) che però una volta aerato il terreno viene prontamente ossidato da altri batteri e reso disponibile per le piante. L’ossidazione dello zolfo non interferisce sul pH del terreno, poiché i solfati che si formano vengono quasi immediatamente assorbiti dalle piante o, se in eccesso, eliminati con le acque di percolazione. Se invece lo zolfo viene apportato artificialmente (nelle pratiche agronomiche) questo può comportare repentine acidificazione con modifiche anche gravi sul biochimismo dei suoli. Quando si vuole abbassare il pH dei suoli alcalini si può ricorrere ad apporti di zolfo, in quantitativi giustificati da preventive analisi chimiche del terreno. In questo modo si ottengono le seguenti azioni:
– acidificazione del terreno;
– attivazione dei batteri solfo-ossidatori, con produzione di acido solforico, diminuzione del pH e conseguente flocculazione delle sostanze colloidali che migliorano la struttura del suolo;
– solubilizzazione di fosfati insolubili (fosfato tricalcico) in forme assimilabili dalle piante, come fosfati mono e bicalcici) da parte dell’acido solforico che si è formato dalla ossidazione dello zolfo;
– solubilizzazione di alcuni microelementi come rame (Cu), zinco (Zn), molibdeno (Mo) e cromo (Cr) che formano dei solfati assimilabili dalle piante.
Quando invece si opera in condizioni anaerobiche (terreni asfittici) si ha una riduzione solforica ad opera di batteri solfato-riduttori con peggioramento delle condizioni del terreno, che si può riassumere così:
– interferenza negativa e tossica dell’acido solfidrico formatosi sia sulla flora microbica che sulle piante con inibizione dell’assorbimento radicale e marciumi;
– riduzione della quantità di ferro (Fe) assimilabile, con formazione di solfuro di ferro, che per ritornare in circolo deve riavvenire un processo di solfo-ossidazione;
– alcalinizzazione del terreno per la formazione di basi alcaline di calcio e sodio da parte dei solfuri idrolizzabili.
Infine lo zolfo svolge anche un’azione fungicida, in particolar modo contro l’oidio. Infatti a contatto con le cellule vegetali o fungine provoca un abbassamento del livello energetico generale. Tuttavia gli apporti di zolfo per il trattamento delle malattie fungine deve però essere adeguato, per non andare ad interferire negativamente sulle popolazioni di miceti utili delle piante che collaborano all’assorbimento radicali dei nutrienti.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *