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La scopolamina

La scopolamina

La scopolamina, nota anche come ioscina o burundanga (termine Sudamericano), è un alcaloide allucinogeno ottenuto da piante della famiglia delle Solanaceae, come il Giusquiamo nero (Hyoscyamus niger) o da piante del genere Datura, tra cui soprattutto lo Stramonio comune (Datura stramonium L.). Dal Giusquiamo nero, in passato, si impiegavano le foglie e i semi per terapie sedative, spasmolitiche, analgesiche e narcotiche; l’assunzione da luogo a midriasi, che è pericolosa in condizioni operative anche a bassi dosaggi, perché compromette, con la sedazione, la percezione visiva, ed i tempi di riflesso nervoso. Anche il Giusquiamo bianco (Hyoscyamus albus), con fiori più piccoli, anche questi anulati di violetto, ha medesime proprietà. La scopolamina, così come l’atropina, blocca in modo reversibile i recettori colinergici e in particolare impedisce l’interazione tra acetilcolina e i recettori muscarinici: questa azione può essere contrastata da un aumento dell’acetilcolina o da un agonista muscarinico.

Gli effetti di dosi efficaci sull’uomo sono: sonnolenza, amnesia retrograda, tachicardia, blocco vasodilatazione, blocco della secrezione salivare, secchezza oculare, bronchiale, blocco della sudorazione, pupille dilatate, impedisce accomodazione oculare, rallenta la motilità intestinale, rallenta lo svuotamento vescicale, blocca la chinetosi inibendo vertigini, nausea e vomito. Se assunto a dosi tossiche provoca diarrea, eccitazione, agitazione, allucinazioni, fino al coma. La scopolamina viene impiegata in varie terapie: mal d’auto, di mare, ecc., oppure impiegato come collirio per esami oftalmici. Se questo alcaloide viene associato alla morfina, induce amnesia e uno stato di tranquillità noto come sonno di penombra. Una volta veniva usato in ostetricia come sedativo per il parto; oggi è una pratica abbandonata perché ritenuta troppo pericolosa. Oggi la scopolamina trova applicazioni in odontoiatria, Oftalmologia, Otorinolaringoiatria e come antidepressivo. Nei tempi passati e presso alcune popolazioni, la scopolamina, veniva utilizzata per vari scopi; gli Arabi la usavano contro i nemici per addormentarli o indurli alla pazzia; nelle isole Canarie gli indigeni la usavano per rendere inermi gli sventurati turisti; nel Messico del nord, gli Sciamani fumavano le foglie della pianta per predire il futuro, fare diagnosi e altro; gli Aztechi la utilizzavano come allucinogeno nei riti festosi; nell’antica città di Delfi, i Greci la usavano per indurre ipnosi e predire il futuro nei riti religiosi; infine i Cinesi che avevano norme per l’uso dei semi e vietavano la miscela del succo con liquidi fermentati. Un utilizzo particolare della scopolamina è stato come siero della verità. Sembra che nei campi nazisti, il criminale Josef Mengele utilizzasse la scopolamina per gli interrogatori. Dopo vari studi ed indagini, anche da parte della CIA, si è ritenuto non attendibile l’uso della scopolamina come siero della verità; infatti i suoi effetti allucinogeni conducono ad una distorsione della realtà percepita per cui le affermazioni sotto l’effetto dell’alcaloide non possono essere utilizzate. Per le sue caratteristiche discorsive sulla realtà la scopolamina viene purtroppo utilizzata in campo criminale, facendola inalare, per commettere rapine o violenze sessuali. Con questi obiettivi è utilizzata in varie parti ma più di frequente in paesi Latinoamericani, in particolare in Colombia.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




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