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Rimedi naturali contro la Mosca della frutta

Rimedi naturali contro la Mosca della frutta

La mosca mediterranea della frutta, conosciuta come mosca della frutta (Ceratitis capitata Wiedemann, 1824), è un insetto fitofago dell’ordine dei Ditteri Brachiceri .
Siccome la sua larva si sviluppa come carpofago e polifago all’interno della polpa di molti frutti rappresenta una delle avversità economicamente più rilevanti a carico della frutta estiva prodotta nel mediterraneo, in questa scheda vediamo quali possono essere i rimedi naturali contro la Mosca della frutta. Questo dittero si riconosce per avere un corpo lungo circa 5 millimetri, occhi grandi e di colore metallico, con torace biancastro e nero mentre sull’addome si possono notare delle bande trasversali alternate ocra e biancastre. Le ali sono trasparenti e contrassegnate da disegni simmetrici di colore arancio. Le larve invece sono poco appariscenti; hanno un colore bianco sporco ma, come detto, sono la causa principale dei danni.

Il primo danno è dovuto alla puntura degli adulti che depongono le uova perforando i frutti e provocando così alterazioni cromatiche, rammollimenti e marcescenze. Dalla schiusura delle uova nascono le larve che scavano gallerie dentro i frutti per nutrirsi; dentro le gallerie si insediano così funghi e muffe che sono la causa del rammollimento e marcescenza della polpa.
Da queste larve diventate adulte, dopo accoppiamento delle stesse, si ha una seconda generazione più numerosa e dannosa. Prima ancora di parlare di lotta alla Ceratitis capitata bisogna dire che molte cause della sua virulenza sono dovute ad errate tecniche di produzione dei vari frutteti tra le quali annoveriamo: 1) eccessiva specializzazione; scelte di habitat inadatti ad alcune varietà di frutta; tecniche di concimazioni inappropriate (spesso con eccesso di azoto nitrico); scarsa conoscenza di regole agro ecologiche quali: presenza di altre specie erbacee dove si annidano insetti e predatori utili, uso dell’inerbimento, delle pacciamature, ecc..
Rientrando però nello specifico della lotta questa si basa su due fondamentali tecniche: monitoraggio e difesa attiva che consentono di verificare la presenza del parassita ed intervenire attivamente per eliminare il problema.
Il monitoraggio viene effettuato con trappole cromotropiche che sono dei pannelli di colore giallo (che attira l’insetto) ricoperti di colla non tossica per uomo ed ambiente.
La difesa vera e propria (una volta appurata la soglia minima di intervento) può essere eseguita in differenti modi a volte anche complementari tra di loro. Il sistema di contenimento più efficace è denominato “Attract and Kill”; questo metodo sfrutta alcune sostanze per attirare maschi e femmine adulti, contenute in trappole con presenza di colle, soluzioni (che possono contenere insetticidi) su cui rimangono intrappolati gli adulti che muoiono. Ovviamente se stiamo operando in condizioni di agricoltura biologica le trappole non devono contenere alcun insetticida non consentito in agricoltura biologica ed, in mancanza di questo svolgono solo la funzione attrattiva ed infine quella collante. Le trappole contengono dei formulati consentiti in agricoltura biologica.
Per un controllo massale ed adeguato bisogna predisporre una buona rete di trappole; queste variano (in funzione di alcune variabili, quali tipo di frutteto, sesto di impianto, risultati del monitoraggio, ecc.) dalle 50 alle 100 unità per ettaro. Le etichette delle trappole indicano già le corrette densità e la tecnica di posizionamento. Ricordiamo però, ancora una volta, che la vera lotta biologica a parassiti ed avversità nasce in fase di progettazione di un frutteo (se si stratta di apprestamenti produttivi) e della scelta di varietà, tecniche di coltivazioni e criteri agronomici.




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