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Come combattere l’aleirode fioccoso in maniera biologica

Come combattere l’aleirode fioccoso in maniera biologica

Il controllo dell’Aleirode fioccoso degli agrumi (Aleurothrixus floccosus (Mask.)), conoscito anche come Mosca bianca fioccosa degli agrumi parte da alcune considerazioni di ordine agronomico. Questo insetto arrivato in Sicilia nel porto di Trapani, negli anni ’80, è oramai diffuso nelle zone agrumicole dell’Italia Centro-meridionale, delle Isole ed in Liguria. Vediamo come combattere l’aleirode fioccoso in maniera biologica.
L’adulto di questo insetto, che ha dimensioni di circa 1,5 mm di lunghezza, è giallognolo e presenta il corpo ricoperto di una polvere cerosa biancastra; le neanidi sono invece caratteristiche per l’abbondante intreccio fioccoso di fili di cera bianca, che proteggono il corpo.

I danni sono dovuti soprattutto a suzione di linfa, con produzione di abbondante melata che, insieme alla produzione cerosa, imbratta frutti e foglie (fino ad impedire l’accesso agli agricoltori) con instaurazione successiva di fumaggini e formiche. Gli insetti si annidano nelle pagine inferiori delle foglie e anche sui frutti. Il risultato, oltre al deprezzamento dei frutti può giungere persino alla morte della piante. Il ciclo biologico dell’Aleurothrixus floccosus è caratterizzato dal superamento dell’inverno come neanide di 3^ o 4^ età; può superare l’inverno anche come uovo.
Lo sfarfallamento degli adulti si ha a partire dall’inizio della primavera con deposizione delle uova, a semicerchio o a cerchio, nella pagina inferiore delle foglie. Durante l’anno si possono avere mediamente 4-6 generazioni.
Prima ancora di parlare di mezzi di lotta per questo insetto, va subito chiarito che il primo contenimento va operato con tecniche di coltivazione ed accorgimenti che sfavoriscano l’Aleurothrixus floccosus. I principali accorgimenti risiedono nell’eliminazione delle concimazioni azotate di sintesi, sostituite da quelle organiche; l’azoto nitrico tende a rendere le foglie particolarmente appetite per questo insetto. Altra tecnica è quella del maggiore arieggiamento della chioma, con graduale sfoltimento delle parti interne e successivi lavaggi, dal basso verso l’alto, con acqua e sapone di Marsiglia. Questo insetto si avvantaggia molto di piante impolverate e quindi anche il semplice lavaggio con acqua, ripetuto parecchie volte, lo infastidisce. Altra buona tecnica è quella dell’inerbimento degli agrumeti che creano condizioni ecologiche favorevoli a vari antagonisti. Tra gli antagonisti ricordo soprattutto l’afelinide, Cales noacki che, insieme a G. Liotta e G. Maniglia, abbiamo introdotto nei primi del 1980. Il risultato fu sorprendente e con lanci effettuati (oltre alle tecniche suddette), a campione ed in varie parti della Sicilia, la popolazione di A. Floccosus iniziò a diminuire rapidamente. Fu operato anche il lancio di una vespina nera (Aphelinus mali Haid.) ma non si è mai dimostrata in grado di adattarsi bene alle nostre condizioni climatiche e soprattutto al controllo dell’ l’Aleurothrixus floccosus.

Guido Bissanti

Bibliografia
Osservazioni sulla dinamica di popolazione di Aleurothrixus floccosus (Mask.) (Hom. Aleyrodidae) in presenza del parassitoide Cales noacki How. (Hym. Aphelinidae) – Giuseppe Maniglia, Maria C. Perricone £ Guido Bissanti (1988).




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