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Kangchenjunga

Kangchenjunga

Il Kangchenjunga è, in ordine di altezza, la terza montagna più elevata della Terra. Questa vetta ha una elevazione di 8586 m s.l.m. ed è situata al confine fra il Nepal e lo Stato indiano del Sikkim.
Il Kangchenjunga è, pertanto, la cima più alta dell’India, la più orientale degli ottomila dell’Himalaya e, dal 1838 al 1849, ritenuta la vetta più elevata del pianeta, fino a quando rilevamenti britannici appurarono che Everest e K2 erano più elevati.
L’etimologia del nome Kangchenjunga è incerta e controversa, ma si ritiene che sia la traduzione “cinque forzieri della grande neve” con riferimento ai cinque picchi di cui è composto il massiccio.
Il Kangchenjunga è costituito, infatti, da cinque cime che, in ordine decrescente, sono:
– Cima Principale, a nord, 8.586 m;
– Cima Ovest o Yalung Kang, 8.505 m;
– Cima Centrale, 8.482 m;
– Cima Sud, 8.476 m;
– Kangbachen, 7.902 m.
Il Kangchenjunga si caratterizza per la sua forma piramidale, con due facce trapezoidali e due triangolari opposte. La cresta sommitale è lunga circa 1,5 km, da nord-ovest a sud-est. È delimitata a nord dalla cima principale, a sud dalla cima sud e a metà vi si trova la cima centrale.
Dalla cima principale a nord si dipartono due creste:
– la cresta ovest, lungo la quale si trova il Colle Ovest, la cima ovest (Yalung Kang) e il Kangbachen;
– la cresta nord, collegata al Colle Nord, e da cui si diparte una cresta secondaria che procede verso est.
Dalla cima sud si dipartono le altre due creste:
– la cresta sud-ovest, collegata al Colle Sud;
– la cresta sud-est.
La linea di confine tra Nepal e India passa per la cresta nord, la cresta sommitale e la cresta sud-ovest.
Anche le pareti, come le creste, sono quattro:
– parete sud-ovest, nepalese, si affaccia sul ghiacciaio Yalung e a circa 7.500 metri forma una sorta di pianoro detto Great Shelf;
– parete nord-ovest, nepalese, sui ghiacciaio Kangchenjunga e sul Ramtang, oltre il Kangbachen;
– parete sud-est, indiana, sul ghiacciaio Talung;
– nord-est, indiana, sul ghiacciaio Zemu.

Geografia –
Attorno al massiccio del Kangchenjunga è stato istituito il Parco nazionale di Khangchendzonga che è situato nell’area nord-occidentale del Distretto del Sikkim Settentrionale, nello stato indiano di Sikkim, al confine con Nepal e Cina. Questo è uno dei pochi parchi nazionali indiani ad alta quota. A nord confina con la riserva naturale di Qomolangma, in Tibet, mentre a ovest lambisce l’area di conservazione di Kanchenjunga, in Nepal.
Il Parco nazionale di Khangchendzonga è un’area protetta del Distretto del Sikkim Settentrionale, in India, istituito nel 1784 e inserito nel 2016 nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO, diventando il primo patrimonio di tipo “misto” dell’India. Fa parte della rete mondiale di riserve della biosfera.
Nel parco sono presenti diversi ghiacciai, il più grande dei quali è il ghiacciaio Zemu.

Flora –
Sul monte Kangchenjunga la vegetazione e la fauna presenti, via via che si sale di altitudine si fanno sempre più rade fino a scomparire del tutto. A valle però la vegetazione del include piante tipiche delle foreste temperate, come querce, abeti, betulle, aceri, salici, eccetera. Si trovano anche prati alpini e arbusti alle altitudini più elevate, con la presenza di un gran numero di piante officinali.

Fauna –
L’area attorno al Kangchenjunga ospita diverse specie di mammiferi, che includono moschidi, leopardi delle nevi, thar dell’Himalaya, cuon alpini, orsi labiati, zibetti, orsi bruni Himalayani, panda minori, emioni tibetani, bharal, capricorni, goral e takin, ma anche rettili quali colubrine e vipere di Russell.
Per quanto riguarda l’avifauna, si possono contare circa 550 diverse specie di uccelli, tra i quali fagiani insanguinati, tragopani satiri, falchi pescatori, grifoni dell’Himalaya, gipeti, tragopani occidentali, piccioni verdi, tetraogalli del Tibet, piccioni delle nevi, lofofori splendidi, cuculi smeraldini asiatici, nettarinidi e aquile. Nel 2016 è stata scoperta una nuova specie di uccello, conosciuta con il nome scientifico Zoothera Salimalii.

Guido Bissanti




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