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Choiromyces meandriformis

Choiromyces meandriformis

Il Choiromyces meandriformis (Choiromyces meandriformis Vittad., 1831) è un fungo ipogeo appartenente alla famiglia delle Tuberaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Ascomycota,
Sottodivisione Pezizomycotina,
Classe Pezizomycetes,
Ordine Pezizales,
Famiglia Tuberaceae,
Genere Choiromyces,
Specie C. meandriformis.
Sono sinonimi i termini:
– Choiromyces venosus (Fr.) Th. M. Fr.;
– Rhizopogon meandriformis (Vittad.) Corda 1854;
– Tuber album Sowerby 1800;

Etimologia –
Il termine Choiromyces proviene dal greco χοῖρος choíros porco e da μύκης mýces fungo: perché ricercato dai porci: fungo dei maiali.
L’epiteto specifico meandriformis viene da Meandrus (in greco Μαίανδρος Maíandros) Meandro, fiume dell’Asia Minore famoso per la sua tortuosità, e da forma aspetto: per il disegno meandriforme della gleba.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Choiromyces meandriformis è un fungo ipogeo alquanto comune nell’Europa continentale. È conosciuto in Russia, Polonia, Germania, dove viene consumato, previa cottura.
In Italia è presente in alcuni territori dell’arco prealpino e alpino.
Il suo habitat è quello in cui sono presenti: faggio, salice, pioppo tremulo, pioppo bianco, ecc. dove cresce nei boschi fino ad un’altitudine di 850 metri sul livello del mare, a tutte le esposizioni al sole.

Riconoscimento –
Il Choiromyces meandriformis è un fungo ipogeo, molto simile al Tuber magnatum, con il quale spesso viene confuso, ma si differenzia per il colore crema mischiato ad ocra-nocciola. Le sue dimensioni vanno da quelle di una noce a quelle di una grossa arancia, eccezionalmente anche superiori; sono stati raccolti alcuni esemplari dal peso di oltre 500 grammi.
Il carpoforo cresce fino a 8 cm di diametro ed è globoso e lobato. Presenta un peridio sottile, non separabile, inizialmente biancastro, che poi si macchia e scurisce fino a bruno-rossastro.
La gleba prima è compatta e poi tipicamente meandriforme, di colore da bianca a giallo-brunastra e con odore a maturità molto forte e sgradevole, come di piedi sudati.
Al microscopio si distinguono delle spore tonde, verrucose, ornate da aculei tronchi che la fanno assomigliare a una mina marina, di 19-22 µm di diametro.
Gli aschi sono da claviformi o a sacco peduncolato, contenenti 8 spore.

Coltivazione –
Il Choiromyces meandriformis è un tartufo di nessun interesse per la coltivazione in funzione della sua tossicità.

Usi e Tradizioni –
Questo tartufo è alquanto comune e spesso, viene confusa con il Tuber magnatum che è invece pregiato.
È stato sovente raccolto e consumato, scambiandolo col Tuber magnatum, in quanto matura negli stessi periodi, ed ha causato disturbi intestinali. Questa confusione è sempre avvenuta a opera di gente inesperta, che non ha mai visto il tartufo bianco pregiato, né sentito il suo profumo caratteristico e inconfondibile.
È considerata specie tossica, non di gravissima entità, riconoscibile anche per l’odore e le ornamentazioni a bastoncino delle spore.
Questa specie provoca, comunque, una sindrome lassativa da non sottovalutare.

Modalità di Preparazione –
Il Choiromyces meandriformis è un tartufo di cui si sconsiglia la raccolta ed il consumo, in alcune zone viene consumato dopo cottura ma si consiglia di non consumarlo assolutamente per via di una sindrome post digestiva lassativa da non sottovalutare.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.



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