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Naturocene – Unica via per l’Umanità

Naturocene – Unica via per l’Umanità

La geocronologia ci ha insegnato a suddividere l’età del pianeta Terra in ere geologiche.
Un’era rappresenta il tempo trascorso durante la formazione delle rocce che costituiscono l’eratema* corrispondente. Secondo i geologi l’era in cui viviamo è quella del Quaternario (o Neozoico) che è il periodo geologico più recente e terzo e ultimo dei tre periodi che compongono l’era geologica del Cenozoico.
Secondo la scuola ortodossa un’era è, pertanto, quel periodo storico della terra, della durata di milioni di anni, che ne caratterizzano, per dirla in breve, le formazioni rocciose e le interazioni tra queste e le forme di vita che nel frattempo progrediscono.
Poi, in un periodo tra 250.000 e 200.000 anni fa comparve l’Uomo, cioè quella creatura, come la conosciamo oggi, dotata di caratteri anatomici identici all’uomo odierno e di una cultura artistica e spirituale.
Le caratteristiche e la storia dell’umanità hanno visto, con il lento progredire della Storia, delle culture, delle filosofie e delle scoperte scientifiche, una progressiva incidenza di questa creatura sugli equilibri del pianeta, tanto da portare negli anni ottanta il biologo Eugene F. Stoermer ad adottare il termine di Antropocene; termine adottato nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen e dallo stesso Stoermer in una nota apparsa in una newsletter.
Qui notiamo la prima differenza sostanziale: le epoche fin qui ipotizzate e studiate si basavano prevalentemente su fattori geologici; l’antropocene su fattori prevalentemente biologici.
È come se, in poche parole, il Pianeta, dal momento della comparsa del primo Uomo, avesse iniziato un lento, ma sempre più veloce, processo di interferenze e di connessioni fino ai giorni nostri.
Senza qui ribadire tutte le emergenze e gli squilibri che la “civiltà” umana ha generato al pianeta e quindi a se stessa possiamo constatare, senza ombra di dubbio, che in questa direzione non si va e non si può andare più da nessuna parte.
Le stime basate su proiezioni di complessi algoritmi non danno molto credito al futuro dell’umanità se questa, con decisioni difficili e comportamenti consequenziali, non cambierà, con solerte sollecitudine, direzione.
Qui, a scapito di ogni possibile speculazione di parte (vedi grandi interessi economici e di potere), la direzione ed il verso da percorrere non sono molteplici ma uno solo: mettersi in sincronia con le leggi della Natura.
In questo senso è come se dovessimo polarizzare su un unico piano le frequenze della Storia umana con quelle proprie della Natura, creando, di fatto, una nuova era biogeologica: il Naturocene.
Un era in cui le dinamiche dei due sistemi si muovano sullo stesso piano riportando il Pianeta non di certo ad antichi equilibri (ricordiamo che la Storia è un processo evolutivo) ma ad una lunga fase di stabilità dinamica.
La novità sostanziale di questo aspetto è che le decisioni, gli orientamenti, le azioni da adottare, non potranno appartenere più alla politica di un singolo Paese o di un Governatore o di gruppi di potere: le decisioni andranno prese (come timidamente già si va facendo tra mille difficoltà e pressioni) sulla base di codici non più appartenenti ad ideologie umane, come lo è stato nel bene e nel male, per citarne una, l’illuminismo, ma su fondamenta di natura ecologica e di sociologia applicata a queste.

La crisi ideologica attuale è legata al termine di quella energia che, soprattutto negli ultimi due secoli, aveva determinato le scuole di pensiero sia dell’Occidente che dell’Oriente. Destra e Sinistra storica, pur con tutte le differenze, pur con tutte le dovute separazioni, erano figlie dello stesso albero: l’albero dell’antropocentrismo materialista.
Un albero che ha generato una civiltà che ha esaurito le sue energie, i suoi punti di vista ed anche le soluzioni.
La civiltà odierna non è in grado di trovare soluzioni a se stessa: è come se chiedessi ad un computer strutturato sul linguaggio matematico degli insiemi e sulla logica delle proposizioni (fondamento del linguaggio matematico moderno) di iniziare a “processare” cambiandogli il linguaggio; è impossibile.
Il futuro è pertanto di coloro che sanno già interpretare le logiche della Natura adottando criteri sociali e politici idonei.
Una Natura che vuole essere conosciuta per trasmettere all’umanità la sua grande Sapienza e Saggezza.
Una Natura basata su un linguaggio completamente differente dalle logiche economiche e politiche messe in piedi negli ultimi tempi.
Politiche e logiche economiche costantemente fallimentari perché, al punto in cui siamo arrivati, l’interferenza dell’Antropocene è talmente forte da non permettere soluzioni percorrendo ancora antiche strade.
Dall’agricoltura, all’industria, ai servizi, alle relazioni sociali, non c’è nulla che sia stato pensato negli ultimi decenni che corrisponda ai “ritmi” della Natura.
Nei ritmi della Natura troviamo vera ricchezza e benessere e le bugie, sempre più evidenti, che il modello “industriale e mercantilistico” della vita sia l’unico a garantire sviluppo sociale e ricchezza, non bastano più a garantire ed a sostenere alcuna ideologia politica.
Parole come concorrenza, mercato, efficienza, e così via, assumono significati e canoni completamente diversi nei sistemi naturali. Sistemi basati su compartecipazione, condivisione, correlazione, mutuo soccorso; sistemi con un linguaggio matematico completamente diverso da quelli adottati dal primitivo Uomo dell’Antropocene.
Un’era storica è finita e bisogna diffidare da quanti propongono ancora antiche strade o, peggio ancora, salti in un futuro improponibile dove non sia la Natura il centro.
Non abbiamo molto tempo, la Storia ci chiede con solerzia una decisione e la soluzione dell’equazione della vita: equazione che non verrà risolta con un accelerazione tecnologica o con un meccanicistico futuro. L’incognita è già dentro i canoni della Natura ed ogni giorno che passa è sempre più chiara ed evidente.
Applicandola risolveremo il Teorema della Vita. Il Natuorcene, pur tra incredibili difficoltà e cambiamenti, è li ad aspettarci.

Guido Bissanti

* Unità stratigrafica totale depositata durante un certo periodo di tempo corrispondente ad un’era nella scala temporale geologica.




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