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Matsucoccus feytaudi

Matsucoccus feytaudi

La Cocciniglia della corteccia del pino marittimo (Matsucoccus feytaudi Ducasse, 1941) è un insetto omottero appartenente alla famiglia dei Margarodidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Phylum Arthropoda, Subphylum Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Exopterygota, Subcoorte Neoptera, Superordine Paraneoptera, Sezione Rhynchotoidea, Ordine Rhynchota, Sottordine Homoptera, Sezione Sternorrhyncha, Superfamiglia Coccoidea, Famiglia Margarodidae, Sottofamiglia Xylococcinae e quindi al Genere Matsucoccus ed alla Specie M. feytaudi.
Sono sinonimi i termini:
– Matsucoccus feutaudi Kozarzhevskaya, 1992;
– Matsucoccus matsumurae Ducasse, 1938.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cocciniglia del pino marittimo è un insetto che vive esclusivamente a spese del pino marittimo (Pinus pinaster) per cui il suo areale di sviluppo potenziale si identifica con quello di questa pianta.
Questo insetto fu scoperto per la prima volta in Francia e da lì si è propagato verso la penisola iberica, il Marocco e la riviera ligure di ponente.
La distribuzione geografica di M. feytaudi occupava in origine le regioni atlantiche dell’areale naturale del pinastro (Francia, Spagna, Portogallo, Marocco) nelle quali l’insetto vive tuttora in equilibrio con il proprio pino senza recare danni, come ogni fitofago coevoluto con la propria pianta nutrice.
L’ introduzione accidentale dell’ insetto, con il commercio di legname, avvenne alcuni decenni or sono nella Francia di Sud -Est, ha creato invece una situazione di squilibrio nelle pinete di Pinus pinaster Aiton di quella regione. Le situazioni climatico-ambientali del territorio di nuova conquista, con condizioni ottimali per il fitomizo, hanno determinato l’avvio di una fase epidemica della cocciniglia rivelatasi fortemente distruttiva anche a seguito delle ridotte capacità di controllo naturale dei pochi antagonisti, essenzialmente predatori generici, rivelatisi in grado di aggredire i diversi stadi di questo insetto.
L’arrivo della cocciniglia in territorio italiano avvenne all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso, probabilmente con trasporto passivo ad opera del traffico veicolare e/o con il commercio di legname infestato, dato che i primi deperimenti di pino marittimo furono osservati negli anni 1977-’78 nella zona di Bordighera (Imperia) per poi estendersi in tutta la Liguria.

Morfologia –
Il Matsucoccus feytaudi è una piccola cocciniglia della dimensione di un paio di millimetri. Le forme femminili sono di colore bruno-violaceo con l’aspetto di una lente piano-convessa; quelle maschili sono individui più stretti e allungati.
Le neanidi hanno dimensioni di 0,3 – 0,4 mm, di colore giallastro. a forma di lente piano‐convessa, a sezione ellittica.

Attitudine e Ciclo biologico –
Dalla metà di aprile a quella di maggio, dalle uova si sviluppano le neanidi che sono dapprima immobili e incapaci di nutrirsi; queste si disperdono poi sugli aghi e sulla corteccia del tronco e dei rami, alla ricerca di un interstizio tra le placche corticali, in cui sistemarsi e infiggere lo stiletto boccale succhiatore.
Durante la fase mobile questi parassiti possono facilmente essere portati via dal vento.
Tra la metà di settembre e quella di ottobre avviene il passaggio allo stadio successivo: le neanidi della linea femminile danno forme lunghe fino a 2,2 mm, tozze, con l’aspetto di una lente piano‐convessa, statiche, di colore bruno‐violaceo; quelli della linea maschile danno individui più stretti e allungati. Le prime, a partire dalla metà di gennaio, si trasformano in femmine, i secondi, in dicembre, daranno uno stadio di “preninfa” mobile (2,5 mm di lunghezza), che diventerà ninfa fissa, imbozzolata in una secrezione cerosa; completata la metamorfosi, si ottiene il maschio.
Questa cocciniglia, come detto, vive sul Pinus pinaster, cioè sul pino marittimo, di cui colonizza la corteccia sia del tronco e dei rami, sia delle radici che spuntano dal terreno. Predilige piante già sviluppate con la corteccia spessa e con molte anfrattuosità nelle quali vengono ospitate le neanidi. Queste sottraggono linfa alla pianta ed emettono sostanze tossiche che determinano alterazioni nei tessuti della stessa. La pianta reagisce con abbondanti emissioni resinose, ingiallimenti ed arrossamenti della chioma ed una intensa caduta degli aghi.
La progressiva colonizzazione da parte del parassita determina, nel volgere di pochi anni, il deperimento e la morte dei soggetti più colpiti. Spesso, inoltre, i pini infestati dalla cocciniglia si indeboliscono e sono facilmente aggrediti da altri parassiti secondari (soprattutto Coleotteri Scolitidi e Curculionidi) che ne accelerano il deperimento e la morte.

Ruolo Ecologico –
I pini marittimi infestati manifestano ingiallimenti della vegetazione, deperimenti vegetativi con filloptosi intense (dall’autunno alla primavera) e disseccamenti diffusi sul cimale. Il danno è causato dalla sottrazione di linfa e dall’emissione di tossine da parte delle neanidi che si localizzano nelle fessure della corteccia del tronco, dei grossi rami e sulle radici affioranti.
Gli interventi di difesa selvicolturale consistono in operazioni selvicolturali finalizzate alla diversificazione dei soprassuoli puri di pinastro ed al mantenimento dei popolamenti nelle migliori condizioni possibili.
Nel caso di infestazioni conclamate è necessario effettuare interventi di taglio fitosanitario con modalità e gestione del materiale di risulta nel rispetto del Decreto Ministeriale del 22 novembre 1996, “Lotta obbligatoria contro l’insetto fitomizo Matsucoccus feytaudi (Ducasse)”.
Gli eventuali focolai o i casi sospetti di presenza del Matsucoccus feytaudi devono essere subito segnalati al Servizio fitosanitario per evitare che il parassita possa diffondersi in modo incontrollato e danneggiare intere pinete. Nei popolamenti di pino marittimo infestati dalla cocciniglia, devono essere eliminate le piante maggiormente colpite o comunque sofferenti: i tagli vanno effettuati preferibilmente in ottobre e in aprile e devono riguardare tutta la superficie boscata interessata dall’infestazione. Il materiale di risulta dei tagli (piante, corteccia o ramaglie) deve essere distrutto con il fuoco.
Gli interventi di difesa chimica per il controllo delle infestazioni della Cocciniglia possono riguardare solo aree di particolare pregio paesaggistico‐ambientale dove è possibile intervenire con il ricorso alla strategia della “cattura massale dei maschi dell’insetto”, utilizzando trappole adesive innescate con il feromone sessuale al fine di contenerne il potenziale biotico.
Si ricorda infatti che l’uso di insetticidi, va a determinare un ulteriore squilibrio dell’entomofauna (oltre che della fauna) con risultanze peggiori del rimedio.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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