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Marmota marmota

Marmota marmota

La marmotta delle Alpi (Marmota marmota (Linnaeus, 1758)) è un roditore appartenente alla famiglia degli Sciuridae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Rodentia, Sottordine Sciuromorpha, Famiglia Sciuridae, Sottofamiglia Xerinae, Tribù Marmotini e quindi al Genere Marmota ed alla Specie M. marmota.
Sono riconosciute due sottospecie:
– Marmota m. marmota;
– Marmota m. latirostris.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Marmotta è presente con le due sottospecie in Europa in maniera differente. Con la sottospecie “marmota” è presente nell’arco alpino, mentre con la sottospecie “latirostris” è diffusa sui Carpazi, Monti Tatra e alcuni gruppi montuosi della Germania.
Questo roditore, a partire dalla seconda metà del XX secolo, con la sottospecie Marmota m. marmota è stata introdotta nei Pirenei e in alcune zone dell’Appennino settentrionale (ligure e tosco-emiliano), dove ha dato origine a piccole popolazioni naturalizzate. Dopo il 1980 è stata introdotta anche sul Massiccio Centrale francese.
Inoltre dalla metà del secolo scorso, il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato numerose introduzioni sulle principali cime dell’Appennino tosco-emiliano, per via anche del ruolo ecologico nell’alimentazione dei rapaci, come l’aquila reale, che svolge la marmotta.
Il suo habitat delle Alpi è soprattutto quello dei versanti esposti a sud e ad elevata pendenza, caratterizzati da prateria con pietraie o massi sparsi e radi arbusti di mugo, rododendro e ginepro, dove vive ad altitudini sopra i 1.500 metri, con una diffusione altimetrica tra i 2000 ed i 3000 m. s.l.m., al limite superiore della foresta, dove gli alberi si diradano e diminuiscono di grandezza.

Descrizione –
La marmotta delle Alpi è un roditore di medie dimensioni, con un peso di 5-6, fino a 10 Kg ed una lunghezza di circa 70 cm, compresa la coda di 15-20 cm circa; questa, in relazione alla posizione che assume, rappresenta un importante segnale nei rapporti sociali fra i vari componenti del gruppo.
Questo mammifero si riconosce per la presenza di una pelliccia folta e ruvida, di colore grigio bruna sul dorso e ruggine nella parte inferiore.
La coda è di colore scuro e con un pelo folto che termina con un ciuffo nero.
La testa è di forma rotondeggiante ed allungata, con la posizione degli occhi che gli permette di avere un largo campo visivo.
Presenta zampe robuste e con artigli, piuttosto corte; quelle anteriori, in particolare, sono munite di forti e robuste unghie che servono all’animale per lo scavo delle tane. Il muso è caratterizzato da piccole orecchie a semicerchio e da lunghe vibrisse (peli di 4 a 7 cm) che hanno funzione sensoriale e si sviluppano velocemente. Tra questo e l’occhio vi sono particolari ghiandole facciali il cui secreto serve per il riconoscimento individuale e la marcatura del territorio.
Presenta, inoltre, degli incisivi molto sviluppati,, che sono privi di radice e pertanto a crescita continua: l’animale li consuma giornalmente durante la masticazione del cibo.
I piccoli dell’anno sono facilmente riconoscibili, oltre che per le loro minori dimensioni, anche per il colore grigio uniforme del mantello.

Biologia –
La Marmota marmota inizia il periodo degli amori dopo il letargo che va da ottobre ad aprile circa. Il risveglio coincide con il periodo degli accoppiamenti, e con un periodo di gestazione di circa 40 giorni, alla fine del quale mette alla luce da due a sette piccoli che vengono allattati dalla madre per 42 giorni e escono dalla tana, per la prima volta, solitamente agli inizi di luglio.
La marmotta vive in nuclei familiari in cui il maschio tende ad accoppiarsi solo con la femmina adulta dominante.

Ruolo Ecologico –
La marmotta è un roditore di abitudini diurne, durante il quale dedica la giornata alla ricerca di cibo (erbe, germogli, radici, fiori, frutta e bulbi; solo occasionalmente si nutre di insetti), a farsi pulizia, a crogiolarsi al sole e a giocare con i propri simili.
Non essendo un ruminante deve selezionare, in funzione della digeribilità, il tipo di alimento: questa è la ragione per cui sono privilegiate le parti vegetali più tenere ed in particolare i fiori.
Inoltre la marmotta non beve l’acqua che scorre nei ruscelli bensì trae i liquidi necessari al suo organismo unicamente dal consumo di erba e dalla rugiada mattutina.
Scava tane anche molto complesse (estive ed invernali), dove passa la notte e le ore più calde del giorno.
Esistono tane di fuga, mentre le tane principali sono costituite da una o più aperture che conducono in gallerie profonde anche una decina di metri. All’interno vi sono numerose concamerazioni dove le marmotte passano la notte, partoriscono, trascorrono l’inverno.
Giunta a fine settembre si rifugia in tane, dove dopo averne ostruito l’ingresso, affronta il lungo periodo invernale. Durante questo periodo il ritmo cardiaco rallenta notevolmente ed il sonno sarà interrotto una dozzina di volte da brevi fasi di risveglio.
Prima del letargo, che dura generalmente da ottobre ad aprile, gli animali trasportano con la bocca l’erba secca per allestire un appropriato giaciglio per il lungo inverno.
La marmotta non vive isolata ma in famiglie; ogni gruppo è generalmente costituito dal maschio e dalla femmina adulti oltre che dalle altre femmine. I giovani maschi vengono precocemente allontanati dalla famiglia dopo il primo anno di vita.
In caso di pericolo questo mammifero emette una specie di fischio che serve inoltre a mantenere un collegamento fra i componenti del gruppo.
In passato si riteneva erroneamente che fosse un vero e proprio fischio, ma in verità si tratta di un grido di origine laringea che viene emesso a bocca aperta. Inoltre esistono diversi tipi di segnale: ad esempio un fischio singolo indica una minaccia che proviene dall’alto, quale potrebbe essere un predatore alato (aquila) o un uomo che scende da un pendio; una serie di fischi segnalano un pericolo proveniente da un lato, come una volpe, un cane o un uomo che giunge lateralmente. L’intensità del fischio fornisce indicazioni sulla distanza del probabile predatore. I segnali sono udibili fino a un chilometro in linea d’aria.
Un tempo il grasso della Marmotta, nella medicina popolare delle regioni alpine, veniva considerato come valido rimedio contro alcune malattie bronchiali, polmonari e reumatiche.
Oggi è elencata in appendice IV della direttiva Habitat (92/43/CEE) e in appendice III della Convenzione di Berna. Non cacciabile secondo la legge italiana 157/92. Presente in aree protette. Valutata Least Concern dallo European Mammal Assessment (IUCN 2008).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.




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