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Dall’Infinito alla biodiversità

Dall’Infinito alla biodiversità

L’argomento che oggi trattiamo non è di quelli che si studiano a scuola e spesso nemmeno nelle università; per certi versi è una disciplina di frontiera che vedrà nei prossimi anni interessanti applicazioni, non solo dal punto di vista scientifico ed applicativo ma anche da quello squisitamente etico e filosofico. Cercheremo di capire qual è il nesso esistente tra il concetto di Infinito e l’Universo (dalle sue manifestazioni più microscopiche a quelle più macroscopiche) con le sue manifestazioni della Vita, attraverso la sua biodiversità.
Ovviamente il viaggio che stiamo per intraprendere ha l’obiettivo di comprendere il senso di tutto questo e, per farlo, ovviamente, ci avvarremo sia di assunti della meccanica quantistica che della fisica classica, usando un linguaggio quanto più semplice possibile e categorie di facile assimilazione anche per chi non ha una infarinatura di meccanica quantistica o tradizionale.
Partiamo dal concetto di Infinito; ovviamente non voglio qui dimostrare nulla né, tanto meno, imbarcarmi in una disquisizione filosofica. Prenderemo questa grandezza per quello che è anche nella meccanica quantistica e cioè l’unitarietà del tutto, comprendendo in questo anche quelle grandezze e dimensioni che, per limiti della nostro essere e della consequenziale capacità di osservazione, ci sfuggono.
Chiarisco subito che non mi interessa qui né dimostrare la presenza di Dio né di negarla. Questo lo lascio alla libera determinazione di ognuno di voi. Quello che mi interessa è invece la conseguenza di questo aspetto. Esiste un Cosmo Infinito, che va molto oltre alla nostra capacità percettiva e che in una mia pubblicazione scientifica del 2017 ho definito come Realtà assoluta, ed il mondo della nostra esperienza quotidiana, che per semplicità ho chiamato Realtà percepibile.
Quello che è più rilevante è che non esiste separazione tra questi due piani: siamo solo noi che tendiamo a classificare le cose, dividendole in categorie, in unità separate, facendo classifiche e perdendo, spesso, l’unitarietà vera e proprio del Cosmo.
Bene la meccanica quantistica ci dice che in un sistema infinito e continuo il concetto di tempo e di spazio perdono di senso mentre lo acquistano ad un livello più basso che è quello dell’esperienza fisica di tutti i giorni dove, siamo portati a ragionare in termini di tempo a disposizione o di spazio da percorrere.
In definitiva qual è la più appariscente differenza tra la Realtà assoluta e la Realtà percepibile? Abbiamo detto che la prima si muove sulle dimensioni dell’infinito che implicano, tra le altre, la mancanza delle grandezze tempo e spazio, la presenza del moto perpetuo e l’indissolubilità di tutte le cose. La seconda, si muove, anche se in continuità con la prima, nelle dimensioni del tempo e dello spazio, della presenza di un sistema inerziale e della caducità di ogni cosa.
A fare da apparente spartitraffico tra i due piani troviamo quella grandezza, che in termodinamica prende il nome di Entropia.

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L’entropia è una grandezza alquanto complessa, che richiede profonde conoscenze di meccanica quantistica e classica ma che, in poche parole, ci da il grado di disordine di un Sistema. L’entropia è una grandezza che nell’universo legato alla Realtà percepibile tende all’infinito, passando così col tempo da un universo più ordinato (come era al tempo del Big Bang) ad un universo sempre più disordinato. Non solo ma alla produzione di entropia è legata la dimensione spazio temporale con quella che viene definita la freccia del tempo.
L’entropia, col suo manifestarsi quindi, non solo produce la direzione del tempo ma ne determina anche il verso. Infatti si va verso il futuro ma non si può andare verso il passato, cosa che ci impedisce di andare a fare visita ai nostri progenitori.
L’entropia è una grandezza che ha una serie di ripercussioni scientifiche, tecniche, filosofiche ed etiche che qui non abbiamo il tempo di elencare ma, in estrema sintesi, ci dice che ogni qualvolta facciamo qualcosa o succede qualcosa produciamo un’aliquota di entropia e questa fa muovere, o meglio, produce, con la freccia del tempo, la Storia.
La domanda a questo punto è: possiamo bloccare la produzione di entropia? Esistono in natura, cioè nel piano della Realtà percepibile, sistemi che si oppongono alla creazione di questa grandezza?
A questa domanda, ci ha risposto già, oltre mezzo secolo fa, il chimico Russo Ilya Prigogine che si dedicò in particolar modo a quei sistemi viventi in grado di auto-organizzarsi diminuendo la propria entropia a discapito dell’ambiente, aprendo così un ponte ed una connessione tra la fisica, la chimica, l’ecologia e le scienze sociali.
Prigogine capì come gli ecosistemi sono delle vere e proprie strutture dissipative che tendono a complessizzarsi, non solo per diminuire la produzione di entropia ma che in certi casi riescono addirittura a produrre aliquote di entropia negativa che lui battezzò: neghentropia. Questo per esempio comporta che quando ci troviamo in condizioni in cui siamo in presenza di sistemi biodiversi (come ad esempio un bosco) possiamo percepire quella gradevole sensazione di pace e serenità e come se il tempo si fermi tutto intorno a noi.
In poche parole la biodiversità è la soluzione che ha escogitato la vita per opporsi non solo alla caducità della materia, per fare in modo che la storia del mondo duri più a lungo possibile, ma anche per consentire una miglior condizione a tutti gli esseri viventi, uomo compreso.
Cosa significa tutto questo? In poche parole ci da una ulteriore chiave di lettura sul valore della biodiversità, non solo in termini squisitamente meccanicisti ma anche da un punto di vista etico e filosofico. La distruzione della biodiversità, che l’uomo sta operando con il suo modello socioeconomico, non solo crea un sempre maggiore disagio sociale ma porta a diminuire quelle energie positive che sono per certi versi il buon carburante della storia.
Le speculazioni che ne derivano ci fanno comprendere come, la salvaguardia di tutti gli esseri viventi, la loro tutela, in qualunque forma e dimensione, saranno il fondamento di una nuova era storica, dove per esempio, al posto di un mondo dove veleni e pesticidi sono all’ordine del giorno, ne subentri un altro fatto di promozione della biodiversità al fine di diminuire l’entropia e garantire una reale era di Pace dell’Umanità.

Guido Bissanti




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